In occasione della FIM – Fiera Internazionale della Musica 2017 tenutasi ad Erba, abbiamo incontrato Piero Chianura (1963), direttore di Big Box, la rivista di settore sugli strumenti musicali più importante in Italia. Il giornalista ha raccontato a Musica361 della singolarità di tanta esperienza professionale in questo settore
Come tanti Chianura ha cominciato a strimpellare la chitarra a 9 anni ma i segni di una vocazione più profonda per note e suoni è emersa qualche tempo dopo quando ha iniziato a prender confidenza con diversi altri strumenti musicali portati a casa dal fratello che lavorava presso la Cgd Videosuono: «Era la fine degli anni Settanta, periodo in cui si era cominciato a produrre musica sinteticamente sull’onda di artisti internazionali tra punk e new wave. Quando cominciai a “giocare” col primo sintetizzatore digitale che ebbi per le mani, il Prophet5, ancora non sapevo che in quelle prime esperienze si nascondessero quelli che poi sarebbero diventati gli interessi principali della mia vita: la musica creativa e la pura passione per lo strumento musicale».
Durante il periodo universitario, mentre Chianura coltiva sempre più i suoi interessi, estendendo la sua curiosità anche all’elettronica e all’informatica, tramite la proposta di una segretaria di redazione trova posto come correttore di bozze presso Strumenti Musicali, una delle prime riviste di approfondimento del Gruppo Editoriale Jackson: «Dopo aver corretto numerose bozze di articoli di settore ero diventato un minimo esperto e avevo cominciato a scrivere anche io. Il passo naturale fu poi di seguire tutta la gavetta in quella grande casa editrice, determinante per il mio percorso giornalistico». La formazione sul campo come giornalista è parallelamente complementare all’approccio da musicista: «Avevo formato un duo, La1919, insieme ad un amico chitarrista figlio del poeta dialettale milanese Giuseppe Margorani. Abbiamo fatto concerti anche in ambito internazionale: suonavamo nostre composizioni ispirate al Canterbury inglese, alla musica ambient di Brian Eno o all’elettronica dei Kraftwerk, realizzate soprattutto con gli strumenti da recensire che avevo in prestito lavorando per la rivista».
Musicista e al tempo stesso giornalista, dai primi anni ’80 Chianura continua a testare strumenti sviluppando sempre più la sua singolare competenza: finita nel 2004 l’esperienza con Strumenti musicali dà vita insieme al fratello, fondatore delle edizioni Auditorium, al free press InSound – con sede in corso XXII marzo 49 dal 2005 – nel tentativo di conciliare tecnica e critica musicale: «Era una rivista all’avanguardia e sicuramente leader fino all’arrivo di internet. Poi il mondo editoriale è cambiato e abbiamo capito che sarebbe stato utile renderla un riferimento critico per professionisti e aziende. Lavorammo in questa direzione al punto da istituire il trofeo InSound, premio annuale conferito, per ogni categoria strumentale, ai musicisti italiani distintisi per le loro qualità tecniche e creative».
E oggi, dopo InSound, l’ultima tappa di tanta carriera giornalistica nel mondo degli strumenti musicali è Big Box, cartaceo bimestrale distribuito in 80 negozi di settore. Gestito da Chianura dal 2011 Big Box è diventato protagonista di una serie di iniziative nel mercato degli strumenti musicali: «Occupandomi da anni di questo settore sono diventato il giornalista di riferimento anche per gli organizzatori di fiere internazionali di musica. Tra le tante ho avuto occasione di lavorare come consulente per il FIM (Fiera Internazionale Musica) recentemente ospitata dalla Lario Fiere di Erba. In particolare sono stato direttore artistico di Casa FIM, uno stage tv in diretta streaming con interviste ad artisti quali Franco Mussida, Eugenio Finardi, Patty Pravo e Andrea Mirò, che ho avuto il piacere di conoscere negli anni per lavoro: in quelle interviste mi sono rivolto ad un pubblico molto ampio ma con un taglio più tecnico per spiegare l’importanza di questi artisti propriamente dal punto di vista musicale». La soddisfazione più grande in questi anni? «Aver trattato tematiche musicali al di fuori del giornalismo scandalistico o di cronaca potendo così parlare da musicista con i musicisti. E offrendo loro la possibilità di poter parlare in senso davvero “strumentale”».
( © Luca Cecchelli, QUATTRO, febbraio 2017)