Musica361 intervista Jo Chiarello. Ha incantato Califano, lei che da ragazzina mostrava sicurezza e determinazione, ora molto presto si farà rivedere con nuovi progetti, dettati dalla passione e dal non essersi piegata a compromessi popolari e di moda. Autentica in tutto.
Hai sempre desiderato fare la cantante o durante l’adolescenza desideravi fare qualcos’altro?
Io ho sempre voluto fare la cantante. In realtà volevo fare anche cinema e teatro, ma la priorità è stata comunque la canzone. È stata una vocazione; la prima volta che ho cantato è stata in un concorso per bambini quando avevo cinque anni, credo sia una cosa che ho da quando sono nata. Quando ho iniziato ballavo anche, facevo danza classica, ho studiato al Teatro Massimo di Palermo, facevo un po’ tutto. Però cantare in quel momento era per me il desiderio più forte.
Ti sei confrontata poi con uno dei grandi mostri sacri della musica italiana, Franco Califano. Immagino sia stata un’esperienza forte, soprattutto per non farsi totalmente trascinare dalla cosa. Come è stata?
Ho conosciuto Califano quando stava in giuria ad un concorso per teenagers, che tra l’altro ho vinto. Mi ha proposto di essere il mio produttore discografico e da lì è nato ciò che sono arrivata a fare, Sanremo e altro. Ho lavorato con lui un paio di anni e poi ci siamo allontanati perché avevamo idee musicali diverse.
Sei quindi riuscita a mantenere la tua identità senza esserne assorbita.
Sì, non è stato facile perché comunque ero anche molto giovane, avevo solo diciassette anni. Credo di esserci riuscita anche se sono dovuta rimanere ferma per un po’ di tempo perché avevo un contratto discografico con lui e di conseguenza ho dovuto aspettare che scadesse per poter avere altri contratti con altre case discografiche.
Dalle tue prime canzoni emerge la figura di una donna grintosa e indipendente. È un aspetto che ti rispecchia o è apparenza?
Sì lo sono, perché sono andata via di casa a diciassette anni in seguito alla vincita di un concorso in cui era prevista anche una borsa di studio a Roma. Sono dovuta crescere in fretta perché mi sono trovata in un ambiente più grande di me.
Parlando di look: quello che hai in Che brutto affare è molto diverso da quello di Io e il cielo. Rispecchia anche una maturità dal punto di vista melodico e caratteriale?
Rispecchia anche me. Mi piacciono i cambiamenti, nel senso che posso essere tante persone, non perché io abbia tante personalità, ma perché mi piace vestirmi in un modo e poi in un altro, dipende anche da quello che canto, da come lo sento. Quando facevo questo mestiere c’erano gli autori, non scrivevo io le canzoni, e gli autori ti conoscevano, parlavano con te per venire a contatto con la tua personalità. Quindi non mi sono mai costruita un’immagine, quello che ero in quel momento ero, come mi sentivo e come interpretavo le canzoni.
Sei arrivata molto presto a calcare il palco di Sanremo, il “Tempio della musica”, e con ottimi risultati vincendo il secondo posto, nel momento in cui hai vissuto questa emozione cosa hai provato? C’è stata una persona in particolare a cui hai pensato e alla quale avresti dedicato il premio?
I miei genitori sicuramente. Loro mi hanno appoggiata sempre in questa mia scelta, inoltre essendo io figlia unica per loro è stato difficile accettare il fatto che sia andata in una città lontana così giovane.
Parlando di incontri, con chi ti piacerebbe fare una collaborazione?
Bella domanda, credo Eduardo De Crescenzo. L’ho conosciuto quando ho partecipato al mio primo Sanremo e anche lui partecipava con Ancora, una grandissima canzone. Mi piacerebbe anche lavorare con Donatella Rettore e Luca Tommasini. Certo, dipende sempre dal progetto: se una cosa è interessante, carina, tranquilla, perché bisogna lavorare in armonia, sì, mi piacerebbe molto.
Ci sono alcune curiosità che mi piacerebbe che tu raccontassi, come ad esempio il fatto che Come nasce un nuovo amore sia stata scritta da un grande autore, Luberti. Hai qualche ricordo particolare legato a lui?
Marco è una persona fantastica, soprattutto umanamente. Per me è stata una persona molto importante, c’era una grande stima e anche una grande amicizia. È stato molto gentile nei miei confronti quando gli chiesi di scrivere sulla musica di Alberto Cheli un testo, e lui mi disse subito di sì. Un segno anche di grande umiltà, perché io in confronto a lui non ero nessuno.
Altre curiosità: fra i tuoi coristi c’era Giorgia, giusto?
Sì, prima che diventasse “Giorgia”. Ha fatto dei cori nel mio disco Prima le donne e i bambini, che è stato un disco molto pensato, volevo fare qualcosa che mi piacesse veramente. Poi per vicissitudini mie personali ho smesso, poi ho ripreso e smesso e ripreso di nuovo. Questo è un momento un po’ particolare, mi piace fare ciò che mi piace fare, questa è la mia visione delle cose, se devo fare una cosa tanto per farla, non mi muovo da casa, però se devo fare qualcosa che mi piace, interessante e che comunque mi porta delle soddisfazioni personali, allora la faccio con tutta la passione di questo mondo. La musica è passione, non è una cosa buttata lì così, tanto per. Non è che fai canzoni solo per andare in televisione, non mi interessa apparire. Oggi invece è tutto apparenza, il fatto che per emergere i ragazzi adesso facciano reality li rende come oggetti, una volta non era così. Un artista ci credeva e la casa discografica investiva sull’artista, sul suo primo disco ma anche sui seguenti.
Cosa ne pensi del gesto dei The Kolors?
Guarda, non ho parole, spero che la De Filippi gli abbia fatto una bella ramanzina perché è una cosa veramente fuori dal mondo. Ecco, io una cosa del genere non la farei mai, gente così non la farei nemmeno andare in televisione. Mancanza di rispetto per chi ti sta guardando, per il pubblico che compra i tuoi dischi. Non si fa.
Ritornando sul discorso di Sanremo, fra Bonolis, Fazio e Pippo Baudo, chi vedresti meglio?
Fiorello.
Hai un ricordo particolare legato alla canzone che ti ha scritto Cristiano Malgioglio?
Cristiano è un amico, lo conosco da molto tempo, è una persona fantastica. L’ho sentito ieri al telefono e mi piacerebbe molto incontrarlo, perché sono tantissimi anni che non lo vedo. Cristiano è un personaggio positivo con lui ti diverti, stai bene.
Un’ultima curiosità. Partecipavi come ospite a Jeans 3 con Fazio.
Ah sì, sono stata ospite fissa per sei mesi. Anche con Fazio è stata una bella esperienza, ero molto giovane.
Che programmi hai per il prossimo futuro, in cosa ti potremmo sentire?
Non escludo niente, cinema, canzoni, nulla. Sto lavorando a mille progetti.
Ora come ora che messaggi ci porterai?
Guarda, non lo so, sicuramente non sono di quelle che appena succede qualcosa nel mondo ci scrive una canzone. La canzone deve essere un momento di amore, di allegria, di pianto, di emozione. Deve essere un misto di tutto, deve emozionare, una canzone può essere tutto.
Il tuo sogno più grande? Anche non collegato alla musica?
La felicità, penso che sia un momento che si possa avere. Penso che il mio sogno più grande sia quello di stare bene e vivere una vita serena, stare bene con me stessa.
Articolo di Paolo Linetti.