Ieri “Abbey Road”, formalmente l’ultimo disco dei Beatles,
ha compiuto 50 anni.
Cosa lo ha reso tanto celebre?
Due recenti pubblicazioni tornano a gettare luce su questa pietra miliare.
26 settembre 1969. Dopo alcuni mesi di registrazioni i Beatles pubblicano il loro ultimo lp, ufficialmente insieme: Abbey Road. Ieri quel disco ha compiuto 50 anni. 50 anni e non sentirli, si potrebbe dire. Eccome invece, considerando appunto quanto quelle canzoni ancora si sentano, anzi si ascoltino.
A mezzo secolo dalla sua uscita Abbey Road continua ad essere riscoperto come album innovativo dal punto di vista compositivo e produttivo, vera testimonianza del picco creativo di una band leggendaria al tramonto.
Non solo, può considerarsi anche un disco cardine quanto all’influenza che ebbe sul decennio successivo: un autentico anello tra la pop music precedente e l’imminente era del progressive rock.
Potete dire di conoscere molte di quelle canzoni ma ignorate come sono nate? E cosa hanno rappresentato per le successive generazioni di musicisti?
Ecco due recenti e interessanti libri per approfondire la materia.
Ne I sogni d’oro dei Beatles Lelio Camilleri contestualizza Abbey Road rispetto alla precedente discografia della band, considerando la fase da cui è nata la produzione.
Tre capitoli esaminano nello specifico ogni brano a partire da aspetti strutturali e armonico/melodici, guidando alla composizione definitiva delle canzoni. Gli ultimi due capitoli riguardano invece la genesi dei testi e particolari riflessioni.
E in questi giorni arriva, anche se non ancora tradotto, Solid State: The Story of Abbey Road and the End of the Beatles Coming di Kenneth Womack, acclamato storico dei Fab Four.
Quello che troverete in queste pagine è davvero il resoconto più fedele riguardo scrittura, registrazione, missaggio e accoglienza dell’album.
Introdotto da una prefazione del famoso ingegnere, produttore e musicista Alan Parsons, il libro accompagna i lettori negli Abbey Road Studios, dotati nel 1969 di un avanzato mixer a transistor “a stato solido”. In quel contesto tecnologico vengono analizzate le dinamiche tra John, Paul, George, George, Ringo, il produttore George Martin e il suo team di ingegneri.