Parole, musica, danze e cinema raccontano la “Divina Commedia” di Dante Alighieri in “Dante a teatro. La bellezza ch’io vidi”.
“Dante a teatro. La bellezza ch’io vidi” è uno spettacolo che vuole raccontare la “Divina Commedia” attraverso varie arti; sarà in scena in prima nazionale dal 27 febbraio al 3 marzo a Milano, al Teatro del Buratto in Maciachini.
La “Divina Commedia” viene raccontata seguendo il filo conduttore della bellezza, attraverso le figure femminili di Francesca, Matelda, Beatrice e Maria. La particolarità dello spettacolo, nato nel 2010 all’Università Statale di Milano, è la contaminazione tra il Poema e altre forme d’arte: musica antica e pop, danze medievali e moderne, cinema, narrazioni e testi originali; il nucleo originario di questo lavoro si è man mano sviluppato fino a diventare un vero e proprio spettacolo teatrale.
Naturalmente, la lettura della “Divina Commedia” è parte essenziale di “Dante a teatro”: prima vengono le parole, poi una narrazione che emoziona e avvicina all’opera di Dante. L’idea che quanto ha scritto sia distante dalla vita di ognuno di noi viene abbattuta a colpi di note, voci, immagini, tutto su un palcoscenico.
“Dante a teatro” racconta la bellezza e le emozioni della “Divina Commedia”
Il risultato è un percorso lieve e coinvolgente che racconta il Sommo Poeta e il suo mondo, perché il suo Poema non è solo qualcosa che abbiamo dovuto studiare a scuola ma è fatto di coinvolgenti parole vive, vitali, che rappresenta oltre lo scorrere del tempo sia la storia dell’umanità sia quella di ogni singolo individuo: questa sua caratteristica ne fa un’opera immortale.
I testi e le regia di “Dante a teatro” sono di Giuliana Nuvoli, professore di letteratura italiana all’Università degli Studi di Milano; lo spettacolo, presentato da Simone Passero, vede la partecipazione del cantautore Niccolò Agliardi, accompagnato da Giacomo Ruggeri alla chitarra, Francesco Lazzari al piano, da Fase Hobart Duo al violino e oud, dal Gruppo di musica antica Arundel e dagli attori Salvatore Drago e Nicolò Perego.