News of the Week: SAAM – È facile consumarsi le unghie

Il 9 marzo è uscito ufficialmente il disco dei SAAM “È facile consumarsi le unghie” per Pioggia Rossa Dischi e Dreamingorilla Rec.

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Chi ha detto che indie significa tastiere e canzoni d’amore? Benvenuti nell’underground, dove ci sono anche le chitarre e le canzoni che non ti aspetti di ascoltare. I SAAM si potrebbero definire emergenti, indie, underground. Alla base sono una bella novità e questo è il fattore più interessante. L’acronimo è quello di Sad Astronouts Around Morphine, vengono da Genova e si definiscono coerenti al genere “Emo Core”. Potenti ed esplosivi, lo spazio della loro musica lo occupano basso e voce (Stefano Giacomazzi), chitarra (Alessandro Giacomel) e batteria (Federico De Lorenzi). Come accennato, tastiere non pervenute.

Sono questi generi così dirompenti che rischiano, a volte, di essere capiti poco dal pubblico, abituato alle melodie facili, alle dinamiche contenute. Ma i SAAM sono forti, alternano potenza a melodia, arpeggi a strumming, groove a ritmo “pestato” e incalzante. C’è assonanza con i grandi dell’indie rock internazionale, vedi i Death Cab For Cutie o gli Arctic Monkeys, poi approdati in major. Un grande augurio, totalmente meritato, perché in tutto questo le canzoni sono in italiano. E va ripetuto, perché forse non è chiaro, le canzoni sono state stese su una musica dal profumo internazionale, ma con testi italiani. E l’attenzione alle parole è una delle peculiarità più interessanti. C’è un bilanciamento nella struttura delle tracce tra la forza delle parti musicali e i testi, che, nel momento giusto, lasciano un messaggio preciso senza interrompere il flusso dell’arte.

Il nuovo disco

Il 9 marzo è uscito ufficialmente il loro disco “È facile consumarsi le unghie” per Pioggia Rossa Dischi e Dreamingorilla Rec. Sarebbe sbagliato non accennare al fatto che non è un disco per tutti. Bisogna non avere paraocchi sui generi, bisogna lasciarsi travolgere volontariamente dall’ondata dei SAAM. E poi riascolarli, se non siete familiari del loro genere. È al secondo ascolto che, tra la fitta giungla dei watt, si apre una finestra sulla melodia e tutto diventa davvero interessante.

Sulla loro personalità nulla da aggiungere, basta leggere un trafiletto della loro biografia:

I SAAM sono tristi come un siciliano fuori sede al Nord, ma sono di Genova. Fanno un emocore urlato, ma ogni tanto ci scappa la frasetta math rock o il ritornello pop. Suonano all’Alcatraz in occasione di un festival nazionale e aprono concerti come quello dei Totorro o dei Soviet Soviet durante i loro tour italiani, ma scesi dal palco mangiano al Carrefour per risparmiare.

Un ascolto per la scoperta e il secondo per la fiducia. A quel punto darete calci alle fragole, garantito. I SAAM sono la “News of the Week”. Potete ascoltarli qui sotto:

 

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Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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