Dal Ragoo in Martesana questa settimana Locali361 si sposta a pochi passi dalla Darsena per raccontarvi l’eredità di un angolo della vecchia Milano: c’era una volta, ed esiste ancora oggi, Cantina Scoffone. Parola di Mauro Chiodo.
C’era una volta, negli anni ’40 del secolo scorso in via Victor Hugo a Milano, una vineria nata dall’iniziativa di Luigi Scoffone, piemontese orgoglioso di portare nella città meneghina alcune eccellenze vinicole della sua terra. Questo piacevole luogo di ristoro, semplicemente chiamato Cantina Scoffone, divenne tra gli anni ’50 e ’70 un importante ritrovo per personaggi del mondo artistico, uomini di cultura ma anche giovani e universitari che usavano frequentare la cantina per un panino o un piatto di würstel e crauti, accompagnato da un buon bicchiere di vino o una birra alla spina, dato che il proprietario fu uno dei primi a smerciare così la Spaten, una vera chicca all’epoca. «Una magia che durò fino al 1980, anno della scomparsa di Luigi Scoffone, il cui locale venne in seguito acquistato da Peck: oggi, precisamente in quella che era la sede originaria, si trova il ristorante Cracco Peck», ricorda Mauro Chiodo, l’attuale gestore del più recente e omonimo locale esistente in via Pietro Custodi, mentre versa a me e a sé un goccio di Dolcetto. Mauro veniva da tutt’altro settore e una decina di anni fa decise di mettersi in gioco su invito di Cristina Salvaderi, «mia attuale socia e nipote di Scoffone, affascinata dal desiderio di ripercorrere le orme del nonno e intenzionata ad aprire a pochi passi dai Navigli un locale che potesse in qualche modo ereditare l’atmosfera della storica cantina del centro, riprendendo l’uso di vendere a milanesi e avventori vini sfusi».
Tentativo evidentemente andato a buon fine sia perché ancora oggi «molti ultrasessantenni talvolta leggono l’insegna, poi sbirciano ed entrano per chiedere se siamo “quella Cantina Scoffone”» ma anche perché l’attuale clientela, oltre ai nostalgici, annovera anche clienti dai 25 anni in su. Il motivo di tale trasversalità è assicurato da almeno tre offerte di qualità, a cominciare «dalla carta di selezionati vini sfusi ed etichette di piccoli produttori che ci garantiscono Dolcetto D’Ovada, Barbera e Chianti classico e per i più esigenti bottiglie di Brunello, Barbaresco e Sassicaia». Poi la cucina che, originariamente piemontese, grazie alla passione e alla competenza del marito di Cristina, propone dal 2009 piatti toscani, dalla panzanella alle bruschette compresa qualche variazione come «il panino con lampredotto rivisitato in un raviolo slow food. Milano insegna che ogni giorno bisogna evolversi pertanto anche noi continuiamo ad aggiornare il nostro menù con ancora più cura negli impiattamenti e una scelta più mediterranea, ad esempio baccalà al forno, polpo alla brace con misto di verdure e fegatini, ravioli fatti in casa con guancia di manzo o tortelli ripieni di formaggi».
E oltre alla buona tavola, terzo motivo che attrae i nuovi frequentatori di Cantina Scoffone è il jazz: «Originariamente Cristina aveva deciso di far ascoltare in filodiffusione alla clientela classic jazz e dato che piaceva ho pensato: perché limitarsi a registrazioni e non offrire invece musica dal vivo? E così il martedì sera e sporadicamente il giovedì a partire dalle 22 abbiamo dato inizio alle serate di jazz dal vivo: la programmazione, affidata al sassofonista Mirko Fait, è stata inaugurata nel settembre 2013 con l’esibizione di Carol Sudhalter, quotata sassofonista newyorkese». Nel primo lustro, per un totale di 60 concerti l’anno, hanno vibrato le loro note per i clienti di Cantina Scoffone musicisti come il contrabbassista italoamericano Marco Panascia e il fisarmonicista Giuseppe Mitici ma in particolare Mauro ricorda con piacere momenti come lo scorso 7 novembre quando, in occasione di Jazz-Mi «venne da noi il batterista Lou Lombardo con un musicista prodigio diciottenne, pupillo di Antonio Faraò, uno dei più grandi pianisti jazz contemporanei, nonché mio carissimo amico e compaesano. Riconosciuto dai clienti, appena entrò ci fu un boato e fu caldamente invitato a suonare: una serata lunga, piacevole e indimenticabile». Evento musicale esclusivo di Cantina Scoffone è Jazz in Rosa «progetto che abbiamo inventato e cullato dando spazio a voci jazz femminili per un mese a stagione. Purtroppo in questi giorni abbiamo dovuto interrompere la programmazione soprattutto per motivi legati all’arrivo dell’estate – aggiunge – ma confido che riprenderemo a settembre come sempre».
Cantina Scoffone, pur mutati i tempi e location, dato che ha sostituito l’originale ambiente spazioso e in legno del centro con uno più piccolo e curato, tavoli in marmo di Carrara e mobilio da osteria anni ’50, continua comunque ad essere al passo con i tempi: «Siamo aperti dal lunedì al venerdì a pranzo e il sabato a cena e molti giovani, come una volta, vengono da noi anche solo per un calice di vino accompagnato da un tagliere di salumi. Molti ci scelgono perché, pur essendo in zona Darsena, rimaniamo in una via interna, molto tranquilla: Cantina Scoffone è un luogo di relax e familiarità, dal servizio lento e confortevole tra una portata e l’altra al jazz a fine pasto. Proprio questo clima familiare ha favorito la conoscenza di molte persone che oggi frequentano il locale non solo per le serate di jazz». Dopo un ultimo sorso di vino conclude: «Mi piace sapere che molti leghino il nome di Cantina Scoffone a storici ricordi di ciò che è stato ma più di tutto mi fa piacere che la gente ci ricordi anche oggi, senza troppa nostalgia (sorride)».