Viaggio nel mondo del cantautore calabrese, uno dei pochi artisti in grado di stravolgere le regole e le liriche della musica leggera italiana
Spesso chi parla o scrive di Rino Gaetano tralascia dettagli rilevanti, si limita a definirlo un giullare, un menestrello che si prendeva gioco del potere attraverso la sua musica, sminuendone genio e sensibilità artistica. Chi non conosce bene la sua storia, la sua infanzia, il suo trascorso, si limita a ricordarlo per “Gianna”, come se avesse cantato solo quella. Invece, di canzoni ne ha scritte e di musica ne ha suonata nei suoi sei album, uno più bello dell’altro.
Emigrato con la propria famiglia da Crotone a Roma, si ritrova ad essere spedito in seminario all’età di undici anni, un’esperienza che lo forma, indottrina e avvicina al mondo dell’arte. Dalle poesie alle canzoni il passo è per lui breve, un posto in banca che lo aspetta e una valigia piena di sogni. Sono anni di stenti in cui la voglia di emergere è più forte di qualsiasi ostacolo. I suoi testi, all’apparenza frivoli e scanzonati, spiazzano gli interlocutori e faticano a trovare l’appoggio degli addetti ai lavori.
Da “Mio fratello è figlio unico” a “Ma il cielo è sempre più blu”, passando per “Ad esempio a me piace il sud“, “Tu, forse non essenzialmente tu”, “Sfiorivano le viole”, “Berta filava“, “Aida”, “Nuntereggae più”, “Cogli la mia rosa d’amore”, “A mano a mano”, “E io ci sto“, “Resta vile maschio, dove vai?”, “Escluso il cane”, “Ti ti ti ti”, “Ahi Maria”, “Sei ottavi” e tante altre, la sua è stata una vita breve ma vissuta al ritmo di canzoni indimenticabili.
A trentasette anni dalla sua prematura scomparsa, meriterebbe lo spazio e la gloria che, forse, non gli sono stati concessi in vita. Un artista che continua a vivere attraverso la sua musica amata da più generazioni, riscoperta recentemente anche dai giovanissimi, impresa che riesce soltanto ai più talentuosi e lungimiranti precursori dei tempi. Figlio del sud, voce della gente comune, dall’operaio alla casalinga, Rino Gaetano ha raccontato la vita di tutti, nessuno escluso… nemmeno il cane.