Il sogno di Cremonini allo stadio San Siro

Il 20 giugno 2018 è stata la prima data di Cesare Cremonini allo stadio San Siro. Sul palco ha ripetuto più volte: “Era un mio sogno”.

Il sogno di Cremonini a San Siro

C’è un momento specifico in cui un artista smette di essere una persona comune e diventa personaggio pubblico. Il passo successivo, come è avveuto per Cesare Cremonini, è diventare un mito, seguito da una grande comunità di fan. Cambia il punto di vista delle persone quando ti vendono in alto su quel palco. Sei un supereroe: senza paure, perfetto in ogni sua sfumatura, che entra in scena con il costume delle grandi occasioni. Eppure anche i miti sono persone, esattamente come noi, i quali hanno riposto obiettivi e speranze nelle proprie passioni. Lo stadio di Milano, San Siro, la “Scala della musica pop”, era uno dei sogni di Cesare. L’ha ripetuto più volte a voce alta ieri sera, tra una tempesta di colori e il coro avvolgente del pubblico in ogni sua canzone. “Era un mio sogno”.

Se lo merita Cremonini, che ha fatto un percorso in ascesa, che si è reinventato pop sintentico pur rimanendo un poeta, un vero cantastorie. San Siro è stato sinonimo non solo di un professionista padrone del palco come pochi in Italia, ma anche di un musicista a tutto tondo, che passa dal pianoforte, alla chitarra acustica ed elettrica. Anche se l’acustica dello stadio non è stata una compagna fedele del suo concerto (colpevole l’eco e un ritorno di basse frequenze), lo spettacolo è stato sopra le aspettative, un vero show. Il limite della lingua italiana incontra la difficoltà di esportazione di alcuni capolavori nostrani. Cremonini meriterebbe palchi internazionali per la facilità e il talento con cui sta calcando gli stadi italiani. Speriamo solo non passi troppo tempo prima della prossima volta. Questa la ricorderemo in molti. Buon viaggio Cesare, che sia andata o ritorno, l’importante è che sia così.

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Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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