A tu per tu con il giovanissimo duo ligure, in rotazione radiofonica a partire da venerdì 21 settembre con il singolo “Fools”
Si intitola “Fools” ed è stato prodotto da Zibba il nuovo singolo dei Seawards, duo musicale nato nel 2015 che ha già ottenuto l’attenzione di addetti ai lavori e artisti internazionali, non ultima la loro apertura delle due tappe italiane della tournée dei The Script, noto gruppo pop irlandese che non ha bisogno certo di presentazioni. In attesa del loro album d’esordio, in programma per il prossimo 14 dicembre, abbiamo incontrato per voi Giulia e Francesco.
Ciao ragazzi, chi sono i Seawards? Come descrivereste il vostro duo musicale?
Dal punto di vista umano siamo due ragazzi che si sono conosciuti tra i banchi di scuola, artisticamente siamo due musicisti che creano musica in acustico e che, grazie al prezioso intervento di Zibba, la trasformano in un qualcosa di indie-alternative-pop.
Il vostro nome tradotto significa letteralmente “verso il mare”, a dimostrazione del fatto che avete ben chiara la direzione in cui volete andare?
Ben chiaro è l’obiettivo, come arrivare a raggiungerlo non si sa mai, le strade sono tante e difficili, ma stimolante è il percorso. Il nostro scopo è quello di farci conoscere da più persone possibili, è stato chiaro sin dall’inizio. Il nome che abbiamo scelto è anche un omaggio alla nostra Imperia, una città bagnata dal mare.
“Fools” è il vostro singolo in uscita venerdì 21 settembre, com’è nato e cosa rappresenta per voi?
Prima è nato il testo, racconta di una storia d’amore nascosta, in cui una delle due persone non vuole far sapere nulla ma è consapevole di non sentirsi felice per questo segreto. Nel videoclip diretto da Megan Stancanelli, abbiamo pensato di realizzare qualcosa in netto contrasto con la canzone, il risultato lo lasciamo giudicare a voi!
Lo scorso giugno avete aperto le due tappe del tour italiano dei The Script, tre aggettivi per descrivere quell’esperienza?
1) Figata, anche se non è un aggettivo; 2) Emozionante perché è stata un’esperienza incredibile, nei camerini ci tremavano le gambe in una maniera assurda; 3) Umana, per noi è stata la prima volta che ci siano relazionati con artisti di quel calibro e abbiamo scoperto delle persone fantastiche, è proprio vero che più le persone sono grandi più riescono a sorprenderti per la loro umiltà.
Un brano che arriva dopo il precedente “Walls” e anticipa l’uscita del vostro album d’esordio, previsto per il prossimo 14 dicembre. Cosa potete anticiparci di questo lavoro?
Una cosa simpatica? E’ tutto praticamente già pronto, c’è la data ma non ancora il titolo, perché un altro artista ha annunciato il suo album con il nome che avevamo pensato. Pensa che sfortuna (ridono, ndr). Ci saranno una decina di pezzi, mood diversi e abbastanza versatili, da sonorità più tristi ed altre super ballabili.
Produttore dell’intero progetto è Zibba, com’è stato lavorare con lui?
Ogni qualvolta ci viene posta questa domanda, non sappiamo cosa rispondere se non che si tratta di un’esperienza incredibile, è un qualcosa che è difficile da spiegare, bisognerebbe vederlo all’opera per capire il suo immenso talento nel confezionare al meglio i brani.
Personalmente, vi collocate in un genere particolare?
E’ difficile perché Giulia direbbe indie-alternative-pop, mentre Francesco più una miscela di folk-elettro-pop. Abbiamo due concezioni totalmente differenti, in generale e soprattutto negli ascolti musicali. Forse è proprio questo il nostro valore aggiunto, non avere dei limiti se non un’identità ben definita.
Con quale spirito vi affacciate al mercato e come valutate il livello del settore discografico?
Oggi come oggi è difficile farsi strada tra i giganti che hanno in mano il mercato, vale a dire le major, anche se ultimamente abbiamo notato uno sviluppo positivo per le realtà indipendenti, come nel caso della nostra etichetta Platonica. Dal punto di vista artistico, invece, credo che ciò che è considerato mainstream non sia il reale specchio della nostra società.
Da imperiesi doc, vi piacerebbe un giorno partecipare a Sanremo?
Sai che non lo sappiamo? Un giorno, magari, inizieremo a scrivere in italiano e potrebbe venirci in mente, per il momento la lingua inglese non ci permette nemmeno di ipotizzarlo. Chissà, il palco dell’Ariston e l’atmosfera del Festival ci suggestionano, se un giorno dovesse accadere, sicuramente non ci snatureremo e cercheremo di portare la nostra personalità, senza scendere a compromessi.