Affascinato dalla melodia e dal potere espressivo della nostra lingua.
Roberto Casalino è un cantautore di 39 anni, nato ad Avellino ma vissuto tra Latina e Roma, dove adesso vive stabilmente. Ha all’attivo tre album e un numero indefinito di successi ai vertici delle classifiche come autore. Ha scritto per Giusy Ferreri, Marco Mengoni, Emma, Alessandra Amoroso, Francesca Michielin, Fedez, Francesco Renga, Annalisa e molti altri. Per ben sei anni consecutivi al Festival di Sanremo, firma anche “L’essenziale” che ha portato Marco Mengoni alla vittoria nel 2013. Ha collaborato con Tiziano Ferro ed Elisa, con i quali ha firmato diversi brani di successo. Dal 2010 è autore in esclusiva per la Universal Music Publishing e nel 2017/2018 è stato nel cast di “Amici di Maria De Filippi” con il compito di supportare i ragazzi nel loro percorso all’interno della scuola.
Come si diventa autori?
Nel mio caso è stato tutto molto casuale: non avevo mai considerato la possibilità che qualcun altro potesse cantare le mie canzoni. Finché non mi sono innamorato artisticamente di Giusy Ferreri, nel 2008, e decido di proporle “Non ti scordar mai di me”, canzone che ha segnato il suo successo e il mio ingresso ufficiale nel mondo dell’autorato italiano.
Hai avuto qualche maestro di riferimento?
Mi sono nutrito della più bella musica italiana, affascinato dalla melodia e dal potere espressivo insito nella nostra lingua. Ho avuto la fortuna di respirare musica sin dal primo anno di vita, grazie ai miei genitori e a mio zio che mi facevano ascoltare qualsiasi artista e genere musicale.
Qual è il “marchio di fabbrica Casalino” che caratterizza i tuoi brani?
Credo che la mia riconoscibilità sia nella scrittura, nel cercare sempre di raccontare le emozioni e i sentimenti in modo inedito, universale e mai superficiale. Mi affascina l’uso della parole, gli incastri tra loro e una melodia che ha le sue radici nella nostra storia, pur sempre volgendo sguardo e orecchio alla modernità.
Hai un pezzo in particolare che ritieni il tuo capolavoro?
Non ho la presunzione di affermare di aver scritto capolavori. Mi riconosco di aver scritto belle canzoni e ognuna di queste ha una sua importanza e unicità per me. Posso dirti, però, che “Ti porto a cena con me” interpretata da Giusy Ferreri è un evergreen nel mio cuore.
Per chi non hai ancora scritto e ti piacerebbe affidare un tuo brano?
Non ho mai nascosto il mio amore per Carmen Consoli: la seguo dal suo primo disco e posso dire di aver consumato i suoi primi quattro album fino allo sfinimento, per cui mi piacerebbe tantissimo scrivere per lei e con lei.
Quali sono i tuoi svaghi per ricaricare le pile?
Mi piace molto prendermi cura del mio corpo e della mia mente; amo allenarmi in palestra e correre all’aria aperta. Ma principalmente i miei svaghi ruotano sempre intorno all’arte: mi nutro di cinema, di romanzi e di mostre, soprattutto di arte moderna e contemporanea.
L’ispirazione avviene sempre in maniera spontanea o riesci anche a gestirla “su commissione”?
Non sono un artigiano della musica, per cui difficilmente riesco a scrivere su commissione. Con questo non vuol dire che non prenda “appuntamento con la creatività”, magari chiudendomi in studio con un collega musicista, ma se lo faccio, devo aver già da parte una serie di appunti di testo e melodie cui attingere. Solitamente lascio che l’ispirazione mi sorprenda nei momenti più disparati: il mio unico compito è accogliere quel che arriva e appuntarmi anche ciò che apparentemente sembra inutile in quel momento. Le canzoni esistono già nella mia mente e sono il risultato di ciò che vivo e provo: devo solo prestare attenzione ai dettagli, ai segnali e tradurre tutto ciò in parole e musica.
Rivalità o spirito di gruppo con i tuoi colleghi autori?
La rivalità fa parte di questo mondo: l’importante è che sia sempre sana e rispettosa del lavoro e dell’identità musicale altrui. Ciascun autore, chi più chi meno, ha una propria personalità e un proprio terreno da coltivare. Con alcuni, poi, collaboro in modo costante (per esempio con Davide Simonetta, Dario Faini o Nicco Verrienti) e c’è alla base un rapporto di amicizia e stima reciproca.
Lavori da solo o hai un team che ti segue?
Credo nella collaborazione e nell’apporto che ciascuno può dare alla buona riuscita di un progetto. Mi confronto sempre con il mio editore, con i colleghi con i quali scrivo e con i musicisti che mi accompagnano nel mio percorso da cantautore.
Che percorso ha fatto Roberto per diventare l’autore di oggi?
Ho sempre scritto tanto e in modo autentico, senza curarmi troppo delle mode del momento. Mi misuro costantemente con i miei limiti e con le mie possibilità, cercando di preservare sempre uno spirito di autocritica verso quello che faccio. Tant’è che posso affermare con fermezza di non aver ancora scritto la mia migliore canzone. E forse è questo il segreto: non sentirsi mai arrivati e abbracciare sempre la possibilità di crescere, migliorare e continuare a sorprendersi.
Quali sono i tuoi prossimi progetti ?
Ci sono tantissime canzoni nel cassetto che non vedono l’ora di veder la luce, ho iniziato a lavorare all’idea di un prossimo disco che sarà una sorpresa e ci sono all’orizzonte un po’ di appuntamenti live che mi vedranno impegnato a promuovere il mio ultimo album “Errori di felicità”.
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