Dopo 7 anni Pacifico pubblica un nuovo disco, “Bastasse il cielo”, disponibile dall’8 marzo.
“Bastasse il cielo” segna il ritorno discografico di Pacifico – Gino De Crescenzo. L’album, “di attenzioni e gentilezza”, contiene anche i brani già pubblicati nel recente ep “ElectroPo”.
Cosa troviamo in “Bastasse il cielo”?
L’amore, il ricordo, un po’ di sarcasmo verso di me e il mio desiderio sempre rimandato di lasciarmi andare. È un disco pieno di parole ma ci tenevo che fosse anche pieno di musica.
Come sono nate le nuove canzoni?
Questo album è quasi fatto in due, da me e da Alberto Fabris (il produttore, nda): ha ricevuto i pezzi da me e li ha mandati a musicisti sparsi tra Goa, Stati Uniti e altri posti. La musica è rimbalzata nel cloud.
Perché sono passati 7 anni dal tuo album precedente?
Due volte ho avviato il processo per fare un nuovo disco ma per me è difficile portare a termine tutto il lavoro, quello oltre la scrittura. Alberto l’ha capito, e questo disco è diventato ‘a due’.
Negli anni è cambiato il tuo approccio alla scrittura?
Io sento molte differenze: è come se adesso possa non ricorrere più alla nostalgia e alla malinconia. Ho cercato di essere più concreto e di diminuire la temperatura dei testi, anche se restano importanti, e di metterci più musica attorno.
Scindi il tuo lavoro come autore per altri artisti da autore per te?
Sì, sono cose diverse. Quando scrivo per altri faccio il loro ritratto, mi metto al loro servizio, anche se credo che l’intervento di un autore debba essere riconoscibile. Quando scrivimi per te, fai il tuo autoritratto.
Il tour di Pacifico partirà l’8 marzo da Piove di Sacco (Pd).
[Pacifico ha presentato il disco con una conferenza stampa, la prima per lui che in passato ha fatto interviste in altri contesti. Fatto particolare, considerando quanta musica abbia scritto. Anche per Adriano Celentano: “Gli ho parlato una sola volta, al telefono. Erano le 8 di sera e stavo imboccando mio figlio. È stato molto gentile, ma lui lo è sempre, anche per interposta persona]”.