A tu per tu con il giovane artista genovese classe ’98, in uscita con il nuovo singolo “Cristo”
A circa un anno di distanza dal lancio del suo disco d’esordio “Oro cromato”, torniamo a parlare di Matteo Cerisola, meglio noto con lo pseudonimo Cromo, talentuoso rapper genovese molto legato alla tradizione, seppur dotato di un grande spirito di innovazione come dimostra nel suo ultimo singolo.
Perché “Cristo”?
Il brano esprime metaforicamente un senso di rinascita, un nuovo punto di partenza, perché bisogna sempre rinnovarsi e puntare a crescere. Questo singolo rappresenta la mia svolta, un cambiamento sia personale che artistico.
Che significato attribuisci alla parola “resurrezione”?
Penso che la vita sia una serie altalenante di successi e fallimenti, un susseguirsi di delusioni e soddisfazioni, scontrandoti con te stesso riesci a tirar fuori il meglio. Ho vent’anni, sono giovane, sto crescendo, ogni giorno cerco di maturare, “resurrezione” è il termine più adatto per descrivere il mio attuale stato d’animo.
Tra credibilità e sperimentazione, dove ti collochi?
Mi colloco esattamente al centro. Il problema di molti artisti della mia generazione è quello di trovare una formula basilare e ripeterla fino allo sfinimento, il mio obiettivo è fare la musica che mi piace con le dovute innovazioni, senza restare ancorato ad un unico linguaggio. Sono convinto che se Fabrizio De Andrè rinascesse oggi sarebbe sicuramente un rapper, perchè il codice è cambiato ma i valori del vecchio cantautorato sono riconducibili a molti pezzi della nuova scena hip hop.
Se avessi la possibilità di tornare indietro, che consiglio daresti a quel ragazzino di Molassana con il sogno di sfondare nella musica?
Di non essere troppo buono, è un mio problema, mi fido sempre tanto delle persone che mi circondano, questo aspetto può rappresentare a volte un ostacolo, ma anche un punto di forza nelle situazioni più importanti. Insomma, come si suol dire, è una questione di punti di vista.