L’incontro con la cantautrice pugliese, romana d’adozione, in uscita con il suo quarto lavoro in studio intitolato “Mia”
Molti la ricorderanno sul palco dell’Ariston in concorso a Sanremo 2008, oggi Valeria Vaglio è una donna probabilmente diversa, appagata e serena, che non ripone tutte le sue aspettative nella musica, bensì la utilizza come valvola di sfogo e canale artistico di comunicazione. “Mia“ è l’album che ce la restituisce in piena forma creativa.
Torni dopo cinque anni di silenzio, come mai ci sono solo sei tracce in scaletta?
Per un motivo molto semplice: sono canzoni in cui credo fortissimamente, non avevo bisogno di riempire l’album con altri pezzi che avevo nel cassetto, ho voluto inserire quelli che reputo per me più importanti in questo momento della mia vita.
Cosa significa esattamente per te la musica?
Da una parte una fortuna dall’altra una condanna, qualcosa di cui non posso né liberarmi né farne a meno.
Ti ha aiutato?
Tantissimo, è stata il modo per canalizzare al di fuori tutta una serie di situazioni che, se fossero rimaste dentro di me, avrebbero provocato un’implosione.
Hai altre passioni oltre al canto?
Da qualche anno sono diventata una video producer professionista, questo mi ha permesso di vivere la musica molto più serenamente, senza più ansie da prestazione o con il pensiero di dover pagare la bolletta a fine mese, questo è un aspetto fondamentale perché ti mette nella condizione tale di avere la massima libertà, di non riempire il foglio bianco a tutti i costi anche quando manca l’ispirazione.
Cosa ha aggiunto il video design al tuo percorso?
Vestire delle scene visive con la musica mi ha fatto capire come queste due arti possano andare di pari passo, viaggiando sulla stessa lunghezza d’onda, quasi all’unisono.
Qual è il tuo personale bilancio di questi anni di carriera?
Positivo, tutto il percorso che ho fatto lo rifarei, esattamente nello stesso modo, gli step sono stati fondamentali, mi sono evoluta e mi sento assolutamente serena delle mie scelte.