Alla scoperta di aneddoti, curiosità e chicche inedite della band marchigiana
Ballo vs Canto
Prima di concentrarsi anima e corpo sulla musica, Daniele racconta di essere stato un ballerino di danza standard. «A sedici anni ha vinto un campionato italiano. Poi la mia partner ha deciso di smettere perché si è innamorata e il suo ragazzo era troppo geloso», racconta.
Se non fosse stato per lui, probabilmente, oggi i La Rua non esisterebbero: «Amavo moltissimo il ballo e sarebbe stata comunque una bella vita», ci tiene a precisare il frontman del gruppo.
Affinità elettive
A parte la musica non ci sono particolari interessi comuni, ciascuno dei componenti ha le proprie passioni. A livello sportivo la maggioranza della band tifa Inter, solo il cantante è milanista. A parte la sera del derby, tra di loro c’è grande sintonia; parlano in dialetto marchigiano e si concedono grandi mangiate di pesce crudo nei ristoranti del litorale adriatico.
Piccole divergenze
Le principali discussioni sono dettate dal fatto che Daniele è molto esigente, irruento e perennemente concentrato sul lavoro. «Per gli altri componenti non è facile starmi dietro», ammette.
L’incontro con Cristina D’Avena
Quando la regina delle sigle dei cartoni animati li ha chiamati per invitarli a cantare in “Duets“, i ragazzi hanno pensato si trattasse di uno scherzo, dopo cinque minuti di totale incredulità Cristina è riuscita a convincerli della propria identità.
La scelta di realizzare “È quasi magia Johnny“ è stata dell’artista, loro hanno accettato con entusiasmo perché il pezzo si prestava al proprio sound. L’arrangiamento è stato realizzato dai La Rua in una sola giornata per via dei tempi ristretti: «Per fortuna non c’è stato bisogno di rimetterci le mani, a lei è piaciuto subito».
Amicizie musicali
Secondo Daniele, i legami in ambito lavorativo possono esistere: «Ci sono persone vere ed altre più riservate, meno propense alla condivisione, a cui il successo ha intaccato il lato umano. Nek, Fabrizio Moro, Elisa ed Emma sono persone alla mano che hanno saputo mantenere intatta la propria semplicità».