Intervista al cantautore e produttore foggiano, direttore artistico del Premio Lunezia, di NYCanta e dello Special Festival
Si intitola “Al primo piano“ l’ispirata nuova proposta musicale di Beppe Stanco, canzone che coniuga una buona ossatura acustica ad una tematica assai comune, sempre più attuale al giorno d’oggi, vale a dire la paura di esporsi, andare avanti e cercare di esaudire i propri desideri.
Com’è nata l’idea di questo pezzo?
In linea generale a me piace fare metafore, mi aiuta a spiegare nel dettaglio un pensiero. Il paragone tra la vita e i vari piani di un palazzo mi tamburellava nella testa da tempo, perché la nostra esistenza è composta da fasi diverse. Step che ci permettono di andare avanti, restare fermi o, a volte, tornare anche indietro.
Hai altre passioni oltre la musica?
Sì, ma tendenzialmente tutto ruota intorno a questa forma d’arte. E’ riduttivo parlare di musica, mi piace suonare la chitarra, il basso, il pianoforte, produrre e scrivere canzoni, già tutto questo mi amplia tantissimo. Seguo lo sport, ho giocato per tanti anni a basket, ma la maggior parte del tempo è dedicata al lavoro, una passione che mi assorbe totalmente.
Direttore artistico del Premio Lunezia, di NY Canta e dello Special Festival, a quale sei legato maggiormente e perché?
Sono tre cose completamente diverse, che mi arricchiscono professionalmente e umanamente. Sicuramente considero lo Special Festival il più bello di tutti, perché mi consente di lavorare con ragazzi disabili. Nelle precedenti due edizioni abbiamo ospitato artisti del calibro di Mario Biondi, Fausto Leali, Massimo Di Cataldo, i Tazenda, i Neri Per Caso, Marco Carta e molti altri. Il nostro intento è quello di fare inclusione e sensibilizzazione, con una gara a tutti gli effetti, dove i ragazzi duettano con cantanti professionisti. Un’esperienza davvero incredibile.
Per concludere, tornando alla metafora iniziale, quanti piani può avere ogni nostra singola esistenza?
Può averne tantissimi, in più la vita può anche portarti a scendere e a ricominciare da capo. In un mondo così frenetico, tutto ciò che ci circonda tende a distrarci e a farci perdere la concentrazione, allontanandoci da quelli che sono i nostri reali obiettivi, impedendoci di arrivare all’attico o al piano che più che piace.