Emanuele Bianco: “Io, la musica, Tiziano Ferro e la boxe”

Intervista al giovane artista romano, nuova promessa del cantautorato made in Italy

Emanuele Bianco
Emanuele Bianco si racconta ai lettori di Musica361 in occasione dell’uscita del singolo “Sotto la Torre Eiffel”

Si intitola Sotto la Torre Eiffel” il nuovo inedito di Emanuele Maracchioni, in arte Emanuele Bianco, reduce dalla duplice apertura del concerto di Fabrizio Moro, sia a Roma che a Milano. Segnatevi il suo nome, perché ne sentirete parlare. Conosciamolo meglio.

Come nasce e come si sviluppa questo pezzo?
L’ho scritto di getto lo scorso agosto, il grosso lavoro è stato fatto sulla produzione. Sono molto soddisfatto del risultato, siamo riusciti a dosare bene la melodia con l’elettronica.

Come riesci a far convivere l’animo cantautorale con quello da producer?
Negli Stati Uniti sempre più artisti della nuova generazione si occupano anche di produzione. A seconda del tipo di canzone è bello sia lavorare in team, tipo catena di montaggio, che assecondare il proprio lato da musicista. Quando compongo ho già il beat in testa, nessuno meglio di me può riprodurlo fedelmente.

Un brano che parla di mancanza, in un’epoca così social la lontananza esiste ancora?
Sicuramente il web ha abbattuto tantissime barriere, ma quando ti manca davvero una persona non ti basta sentirla su WhatsApp, come canto nel brano. Oggi tendiamo a volere tutto e subito, si è persa un po’ di magia, mentre nelle mie canzoni c’è uno spirito che va oltre l’epoca attuale, un’attitudine un po’ più retrò se vogliamo.

Emanuele Bianco
Emanuele Bianco

Sei un estimatore di Tiziano Ferro, hai avuto già modo di ascoltare “Accetto miracoli”?
Certo! E’ un disco che va sentito più volte, lo apprezzi sicuramente col tempo. Sia i testi che le linee melodiche non ti entrano subito in testa e questo è un bene, perché vuol dire che è un lavoro più ricercato e maturo. Mi ha molto colpito il pezzo con Jovanotti, ma anche “Come farebbe un uomo” e “Amici per errore”.

Coltivi altre passioni oltre la musica?
Sono molto appassionato di tecnologia, impazzisco per la domotica. Come sport adoro la boxe, l’ho praticata per circa quattro anni, poi ho scelto la musica, perché entrambe le discipline richiedono grande sacrificio. Per riuscire al meglio, ad un certo punto ho dovuto prendere una decisione, così mi sono dedicato completamente alle mie canzoni.

Cosa hai imparato dal pugilato? Quali insegnamenti hai riportato nella tua musica?
Calcola che il mio maestro era Guillermo Mosquera, detto Pantera, campione del mondo di pesi leggeri, che purtroppo non c’è più. La prima cosa che ho imparato è vedere le cose in maniera facile, così anche le imprese più complicate possono sembrarti una passeggiata. Sia la boxe che la musica mi hanno insegnato l’importanza della disciplina, soprattutto in quest’epoca in cui anche noi cantanti avremmo bisogno, oltre che del classico vocal coach, anche di un vero e proprio mental coach.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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