A tu per tu con la giovane band milanese vincitrice della 63esima edizione della kermesse rivolta alle voci nuove
Si è appena conclusa l’edizione 2020 del Festival di Castrocaro, ad aggiudicarsi il titolo sono stati i Watt, giovanissimo gruppo milanese composto da Greta Rampoldi, Matteo Rampoldi, Luca Corbani e Luca Vitariello. A convincere la giuria, oltre all’esecuzione delle cover di “Rolls Royce“ di Achille Lauro e “Vacanze romane“ dei Matia Bazar, è stata l’interessante performance che li ha visti proporre l’inedito “Fiori da Hiroshima“.
A chi dedicate questa vittoria?
Dedichiamo questa vittoria a tutti coloro che hanno sempre creduto in noi, ai nonni, genitori e amici che ci hanno sempre supportato e… anche a chi non ci ha mai creduto, ce l’abbiamo fatta!
Che ruolo gioca la musica nella vostra vita?
Sembra una banalità, ma la musica è la nostra vita. Dedichiamo 24 ore su 24 alle prove, alla composizione, ai concerti, non solo abbiamo deciso di voler fare i musicisti di mestiere, ce l’abbiamo nel sangue e non potremmo vivere un giorno solo senza suonare.
Quali pensate siano i vostri punti di contatto e i vostri punti di forza?
Prima di tutto il sound, ci piace spaziare e lasciare che la nostra musica venga influenzata da qualunque genere, senza pregiudizi. Poi la coesione tra di noi, che è fondamentale quando si ha un obiettivo così grosso in comune.
Il mercato discografico di oggi, secondo voi, è ancora in grado di individuare e valorizzare il talento?
A volte si, a volte no, come sempre del resto. A noi, però, piace pensare che siano i consumatori, alla fine, a dare il vero valore al talento di chi fa musica.
Prendendo spunto dal nome della vostra band e dall’energia che portate con voi sul palco, quali sensazioni e quali stati d’animo provate suonando insieme?
Prima di tutto appagamento. Quando ci troviamo nella nostra sala prove a suonare viviamo le prove come un momento catartico, è la nostra droga. Ma non solo, per noi la musica è anche una terapia, quando siamo assieme cancelliamo tutto il male che ci circonda e siamo davvero felici.
La vittoria di Castrocaro vi consente l’accesso di diritto a Sanremo Giovani, quali sono le vostre aspettative a riguardo?
Non abbiamo aspettative, solo obiettivi, e il nostro obiettivo è di andare là e spaccare tutto, a prescindere da quale sarà l’esito.
Quale messaggio vi piacerebbe riuscire a trasmettere attraverso la vostra musica?
Ci piacerebbe trasmettere unità, la stessa che c’è tra di noi mentre suoniamo può esserci tra amici, in famiglia, in una comunità di individui.