Tre personalità diverse raccontate da un genio della musica e da un maestro del cinema
Bianco, rosso e Verdone. Una delle pietre miliari del nostro cinema. Talmente ricco, carico di ironia sul costume italiano, da essere il paradigma della comicità, che fa tanto ridere ma altresì riflettere sui nostri vizi. Analizziamo brevemente questo film nel nostro penultimo capitolo di Musica ed Eroi.
Bianco, rosso e Verdone è la pellicola del 1981 che, ancora una volta, non avrebbe avuto lo stesso significato senza una colonna sonora fondamentale.
L’eroe, lo abbiamo detto proprio all’inizio di questa rubrica, è sempre in viaggio. Qui i tre eroi sono in autostrada a bordo delle loro Fiat 131, 1100 D e l’Alfasud. Tutti sono diretti verso i seggi elettorali, e già per questo potrebbero essere considerati eroici: ma è la loro personalità a farli diventare icone di stile e di carattere.
Verdone, regista appassionato di musica, sa quindi riconoscere la forza delle sette note nel racconto di una storia. E l’autore, guarda un po’, di queste musiche è il più grande compositore del Novecento: Ennio Morricone.
Lui, già avvezzo alle musiche eroiche bei film western, si mise quindi al servizio di Carlo Verdone per realizzare un’intera colonna sonora descrittiva di ben tre personaggi.
Il logorroico Furio, il taciturno Pasquale e l’imbranatissimo Mimmo
sono così raccontati da una colonna sonora che ne sottolinea la personalità, arrivando anche a rovesciare il loro carattere.
Accade infatti che Furio nel suo essere possessivo non si renda conto di perdere il suo amore Magda, senza riuscire a mantenere il suo self control. In una storia d’amore che sta concludendosi, emerge però la presa di coscienza di una donna che vuole la sua libertà.
Così Morricone propone una musica romantica che supera la malinconia del personaggio di Magda, lasciando immaginare al pubblico un futuro nettamente più dolce e sereno per la donna.
E così anche Furio comprende la pochezza delle sue parole nella solitudine,
costringendosi a una revisione di se stesso. Più che della macchina in panne in autostrada…
Pasquale, la cui personalità e obiettivi restano misteriosi fino alla fine, vive ogni tipo di sfortuna di fronte a cui sembra non ribellarsi mai. Fino a quando, nei seggi elettorali, non conclude con un monologo appassionato di cui è comprensibile solo il disappunto finale che si traduce in un insulto. Qui la colonna sonora è una musica pizzicata e ritmata che lascia presagire a una svolta improvvisa nel personaggio.
Come un silenzio che sta fermentando un’esplosione di emozioni.
Mimmo è divertente e pasticcione, ma il suo è il lato più semplice e romantico della storia. La sua completa incapacità di relazionarsi con una donna è sottolineata da una musica soft che riecheggia quell’erotismo di cui lui è inconsapevole.
Ma è nel finale di Bianco, rosso e Verdone che il personaggio di Mimmo trova il suo lato più tenero.
Il personaggio della nonna (Sora Lella) accompagna infatti il ragazzo per tutto il film, con un sottofondo musicale dolce e intenso. I sacrifici di Mimmo e la fatica fisica della nonna hanno quindi un significato profondo di amore che prende forza nell’addio quasi improvviso, ma anticipato proprio dalla colonna sonora, della anziana signora.
Tutti e tre i personaggi di Bianco, rosso e Verdone sono quindi tre eroi degli anni Ottanta.
Tre icone con storie che ribaltano il loro modo di essere. Sono le situazioni a renderci attenti e consapevoli circa la nostra esistenza. Sono le dinamiche che viviamo a cambiare il nostro modo di relazionarci con noi stessi. Anche così si diventa eroi: con il coraggio di cambiare, mettendo in discussione se stessi.
I tre eroi di Bianco, rosso e Verdone sono accompagnati inoltre da una musica orchestrale divertente il cui ritmo sembra andare di pari passo con quello della macchina che viaggia in autostrada. Nonché da una marcetta che fa intuire il lato comico della storia con tanto di trombone finale.
La musica anticipa, descrive, sottolinea tutto ciò che avviene nel film. La colonna sonora, trattando tre eroi moderni, diventa eroica essa stessa. In fondo, che si tratti di cow-boys o di Furio, tutti possiamo essere eroi: basta uscire allo scoperto mettendosi in gioco per proteggere valori in cui si crede.
Dal film fu tratto, vent’anni dopo, l’album contenente tutta la colonna sonora. Il titolo è tutto un programma: Bianco, rosso e Morricone!