Verdiano Vera: “Vi svelo in anteprima i nomi dei coach nazionali”
Talent: una parola talmente frequente negli ultimi anni, specie in televisione, da perdere troppe volte il suo significato originale. Per fortuna esistono ancora realtà autentiche, in grado di sprigionare tutta l’energia della musica. Con il solo obiettivo di promuovere nuovi artisti. Come deve essere un talent.
Nato nel 2010 come Liguria Selection, da quest’anno il progetto organizzato da Maia Events con l’Associazione di Promozione Sociale L’Alveare diventa Selection Music Show. Ovvero un contest nazionale aperto a tutti i cantanti interpreti dai 14 anni in su. Le iscrizioni sono ancora aperte fino al 31 dicembre: successivamente, dal 17 gennaio, inizieranno le semifinali dove i partecipanti proveranno a superare la selezione che li porterà a essere guidati da tre coach d’eccezione.
E’ proprio il manager di Maia, Verdiano Vera, a raccontarci chi saranno e come si svolgerà il talent.
Selection Music Show prevede (Covid permettendo) una finale dal vivo a Genova il prossimo 11 settembre. Insomma, un lungo percorso che impegnerà per quasi tutto il 2021.
Verdiano, il progetto è cresciuto enormemente. Come cambierà rispetto al passato?
Ci siamo sempre ispirati ai talent televisivi, con una giuria che valuta i concorrenti tramite un percorso da cui emergono tanti ragazzi. Da quest’anno sarà un premio nazionale, ma lo spirito sarà lo stesso. In palio ci saranno tre borse di studio e un contratto discografico, non vincolante, con Maia Recording Studio.
Non mancheranno il premio della critica e un premio social: insomma un vero e proprio grande contest con tre squadre di quindici giovani, ciascuna condotta da un coach. Ci sveli in anteprima chi saranno i coach?
Sono tre grandi nomi della musica italiana: Giulia Luzi, i Jalisse e Davide De Marinis.
Avranno un compito delicato e formativo. Incontreranno infatti le squadre che si costruiranno a gennaio, dando loro consigli su come migliorare la performance e risultare più incisivi in base alle caratteristiche di ogni artista.
Avranno anche un ruolo di giudici?
No, loro saranno esclusivamente coach. Una giuria, di livello nazionale, giudicherà i ragazzi. Vincerà una squadra, e in particolare un concorrente di questa.
Il rischio dei talent è sempre quello di concentrare l’attenzione sugli artisti di un’edizione, dimenticandosi di quelli dell’anno precedente, spesso lasciati al loro destino. Come vi siete organizzati per evitare che questo accada?
La nostra azienda, Maia, opera nel campo della cultura e della musica da tanti anni.
Organizziamo tanti eventi, lavoriamo con le pubbliche amministrazioni, abbiamo tre etichette discografiche, studi di registrazione e facciamo servizi video di streaming.
Chi vincerà quindi potrà usufruire di tutti questi servizi: la borsa di studio sarà utile proprio per essere spesa in questi servizi che promuoveranno l’attività dei ragazzi.
In che modo Selection Music Show si distingue da altre realtà?
Sicuramente non siamo legati al marketing come accade per i talent televisivi: il nostro obiettivo è portare l’artista a una certa visibilità, senza false promesse. Consapevoli dei nostri stessi mezzi. Non abbiamo l’interesse a macinare talenti unicamente per mandare avanti lo stesso progetto: è un talent più genuino insomma.
Ogni talent ha la sua cifra stilistica: c’è quello che cerca il personaggio, quello che vuole il cosiddetto x-factor a prescindere dal sapere cantare bene….Quale sarà il vostro focus?
Mettiamo al centro anzitutto il talento musicale.
Valutiamo prima di tutto la voce, il modo in cui sente la canzone, e in cui la interpreta. La personalità, il modo di muoversi e di vestirsi sono solo fattori di comunicazione marginali : portiamo avanti la musica nel suo senso più autentico.
Come è cambiato il mondo della discografia, già in difficoltà da tempo, in questo 2020?
La discografia è in crisi da diversi anni e in questo periodo deve fare i conti con realtà sempre più indipendenti: oggi gli artisti sono quasi tutti su internet, con la possibilità di farsi conoscere in maniera autonoma. La casa discografica ormai è un servizio aggiuntivo di accompagnamento: l’artista emerge e l’etichetta gli va dietro, una volta accadeva esattamente il contrario.
Ecco, con questo talent vogliamo tornare all’antico modo di interpretare la discografia.