Cabrio e il sapore retrò di “Scivola”

Il cantautore pop torna a pochi mesi dalla pubblicazione del nuovo album con un singolo inedito e, per lui, particolare

Cabrio e il sapore retrò di “Scivola”
“Scivola” è il nuovo brano di Cabrio, cantautore pop

“Scivola” è il nuovo brano di Cabrio, cantautore pop che ha recentemente pubblicato l’album “Duepuntozero”. Sì, scritto in lettere perché, come spiega lui “I numeri non mi piacciono”. Però, in compenso, a Cabrio piace scrivere “Canzoni tristi che sembrano felici”.

Con “Scivola” in realtà il gioco è a carte scoperte, la canzone è triste senza via di fuga: struggente è l’aggettivo che si addice di più a questo brano che non fa parte di un album ma che è un progetto a sé.
“Scivola” è la descrizione di un amore che finisce, nonostante la sua forza. Dal punto di vista musicale, Cabrio prosegue la strada preannunciata nella bonus track contenuta in “Duepuntozero”, con protagoniste sonorità più acustiche: in “Scivola” il pianoforte è malinconico, le sonorità ci fanno fare un salto nel passato.

Cos’altro ci puoi dire di questa canzone?
Il testo parla di una storia d’amore che deve finire. Lui è costretto ad abbandonare lei, nonostante il sentimento che li lega. Per lui è giunto il momento di cambiare rotta, ma il nome di lei gli rimarrà inciso sulla pelle per sempre.

Come mai una canzone a sè stante, non inclusa nell’ep “Duepuntozero”?
Avevo questa canzone nel cassetto, presentata allo scorso Festival di Sanremo: avevo voglia di farla ascoltare. Credo che non sia giusto tenere lì, bloccato, quel ‘qualcosa’ che hai da dire. Secondo me questo periodo è adatto perché la canzone è abbastanza invernale.

Cabrio il cantante pop
Cabrio ha recentemente pubblicato l’album “Duepuntozero”

Confermiamo che tu componi principalmente canzoni tristi; sfatiamo invece il fatto che tu proponi canzoni con sonorità retrò, addirittura orchestrali, come in “Scivola”. La tua produzione è diversa. Ci racconti qualcosa di questa eccezione?
“Scivola” è stata concepita così come la sentite. Non volevo caricarla di tante cose, e di elettronica. Il testo non è moderno, oggi si usano altre similitudini, si parla di altre situazioni. Le parole mi hanno ispirato ad arrangiarla in questa maniera.

Cabrio e il sapore retrò di “Scivola”

Da lì è spuntata l’idea di presentarla a Sanremo e a quel punto l’ho concepita con l’orchestra. “Scivola” è volutamente retrò per questo motivo: nel 2019 so che poteva suonare ‘old school’, ma negli ultimi Festival abbiamo sentito canzoni ‘old school’ fatte molto ma molto bene.

Penso a Tosca, che l’anno scorso ha cantato quella che è la mia canzone preferita a livello strumentale e orchestrale di quell’edizione. Comunque, ripeto che di solito amo i synth: ascoltate quello che faccio, non vi soffermate solo su “Scivola”.

Parliamo del lavoro che sta dietro a una canzone come “Scivola”?
Per uno che è appassionato di musica elettronica è stata una bella sfida: ci sono solo strumenti acustici. Partire da un’idea elettronica e finire a un prodotto orchestrale ha significato mettere dentro al processo creativo tutto il mio bagaglio di ascolti.

Spazio tra tutta la musica ma ascolto in particolare quella italiana: mi sono soffermato su chi inserisce spesso e con successo parti orchestrali, che mi hanno indirizzato nel lavoro.

Hai prodotto “Scivola” da solo?
No, l’ho prodotta con Stefano Radice, che è produttore artistico e arrangiatore del brano. Aggiungo che “Scivola” è stata scritta insieme a Gionathan Todaro, il basso è suonato da Giuliano Cento e la chitarra da Domenico Giordano.

Fino a qui passato e presente: su quali strade correrà Cabrio, vento nei capelli, in futuro?
Per quello che rimane dei capelli… però il vento Cabrio continuerà a soffiare verso altri progetti. Ci saranno belle collaborazioni durante quest’anno: aggiornerò tutto man mano sui miei social.

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Juditta D’Arienzo
Juditta D’Arienzo
Nata in Venezuela, conserva con orgoglio lo spirito sudamericano del “piacere del vivere”, si è perfezionata al fianco del Maestro Mike Bongiorno. Oggi, forte della sua sensibilità si dedica alla scrittura e nello specifico si avvicina “con tatto” agli artisti per far emergere il loro aspetto più umano, fuori dalle scene, a riflettori spenti.
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