“…è la musica che usa me”
Poliedrico, ecclettico, un vulcano di idee e un mix esplosivo di cultura. Regista, rapper, doppiatore, attore e autore, Piero Alì Passatore che in tenera età è volato negli States dove ha sposato imprescindibilmente la cultura afro – americana. Regista di cortometraggi, alcuni dei quali lo hanno visto anche in veste di coprotagonista, videoclip, famose web series e promo, Passatore esprime la sua eccentrica e briosa personalità soprattutto nella scrittura creativa e nella musica rap. Una formazione iniziata nel 2000 con la frequentazione di un corso di laurea quadriennale in Cinema e Teatro alla The CUNY Baccalaureate Degree, proseguito con diverse specializzazioni di settore. La sua passione per i testi e il suo rapporto con la musica Piero Alì Passatore li racconta nella seguente intervista.
Piero ci racconti il tuo personale rapporto con la musica?
Non sono io ad usare la musica, ma è la musica che usa me. Quando devo iniziare un nuovo progetto solitamente mi arriva la canzone. La prima cosa devo decidere è se il lavoro che mi viene richiesto mi offende o non mi offende moralmente. Spesso ho rifiutato progetti perché li ritenevo moralmente offensivi, oppure perché il brano non mi appassiona.
Cosa rappresenta per te la creazione di un videoclip?
Il videoclip per me è una sfida. Nel momento in cui lo realizzo mi chiedo principalmente come posso creare un mondo che montato diventi un’opera unica, rispettando sempre naturalmente il ritmo della musica. Il mio obbiettivo è che non sia replicabile.
Riesci a definire il tuo personaggio e il tuo background?
Io sono molto difficile da categorizzare perché ho molte influenze artistiche, circa il 95% straniere. La mia famiglia si è trasferita prima a Londra e poi a New York quando avevo 5 anni. Già intorno ai 9 anni era evidente che la cultura afro- americana, in assenza di una cultura mia, mi avesse adottato. Sono cresciuto giocando a basket con il cappellino in testa alla rovescia, i pantaloni larghi e ho una passione innata per il rap oltre che per la scrittura creativa e per la recitazione.
Cosa ti piace del rap?
Amo il genere rap perché è un tipo di musica che dà maggiore importanza al testo e all’uso delle parole. Numerosissimi rapper riescono a fare una transizione verso la professione di attore proprio perché hanno l’attitudine ad interpretare i testi. La mia grande passione per la musica è nata nel 1988 intorno agli 8 anni. Ascoltavo già a quell’epoca molta musica rap e grunge, ognuno di noi ha uno o più doni speciali, io sono molto proteso verso il testo di un brano prima ancora che verso l’interpretazione.
Come nascono i videoclip di Piero Alì Passatore regista?
Ogni video è un’esperienza unica, cerco sempre di non ripetermi. L’idea nasce in seguito a una chiacchierata iniziale con l’artista, si ascolta la canzone insieme, e subito dopo si fa un brainstorming collettivo. A differenza di atri registi, avendo alle spalle un’esperienza prolungata come attore, riesco non solo a creare videoclip e cortometraggi molto creativi, ma anche a fare recitare chiunque. In realtà nel caso dei cortometraggi sono anche quello che li monta, quindi io scrivo quello che voglio filmare e filmo quello che voglio montare.
Doppiatore, attore, regista, rapper. In quale di questi ruoli esprimi al meglio la tua personalità?
Se mi avessi chiesto quale mi esalta di più non avrei avuto dubbi sul fatto che la recitazione è quella che preferisco, perché interpreto un personaggio e mi ci immedesimo. Le due cose che mi permettono invece di esprimermi al meglio sono i cortometraggi autoprodotti e sicuramente il rap, che per me è il massimo dello sfogo. Sono un rapper per passione, mentre regia, doppiaggio, recitazione sono una professione.
Articolo a cura di Veronica Ruggiero