LegalPop, non firmare una canzone di cui si è autori

Nuova puntata della rubrica con l’Avvocato Moraschi

LegalPop, come muoversi tra musica e diritto 1
Non firmare una canzone depositata in SIAE: cosa comporta?

Firmare una canzone di cui si è autori è fondamentale? Se si vuole avere un diritto economico la risposta è un deciso sì. E, siccome nemmeno a Topolinia e Paperopoli nessuno ha mai pensato di produrre qualcosa per non guadagnarci assolutamente nulla, forse su questa domanda vale la pena di fare un approfondimento.

È capitato a tanti artisti, poi diventati importanti, di non firmare una canzone di cui erano autori. Qualcuno non si è fermato alle promesse di una carriera più duratura e, così, si è preso altre rivincite con ulteriori successo. Gli esempi che potremmo ricordare sono davvero tantissimi e la storia della musica è piena di autori blasonati che si sono presi i meriti di opere altrui. Qualcuno, invece, ha perso la grande occasione della sua vita.

Firmare una canzone, quindi, è necessario. Ma vediamo perché.

Attraverso la mail inviataci dal nostro lettore Sandro, cerchiamo di capire perché sia importante essere da subito consapevoli dei rischi a cui andiamo incontro non ponendo la nostra firma su un’opera di cui siamo autori.

Come sempre a rispondere sarà l’Avvocato Renato Moraschi. In fondo alla pagina, la nostra traduzione dal linguaggio legal a quello pop.

Hai anche tu una storia da raccontarci e hai qualche dubbio in cerca di risposte? Scrivici a redazione@musica361.it. L’Avvocato ti risponderà nella nostra rubrica!

Buongiorno.
Da un paio di anni ho deciso di trasformare la mia passione musicale in qualcosa di più concreto. Ho iniziato per gioco facendo delle cover a un matrimonio e, da quel momento, mi sono tuffato nel mondo con alcune serate canore.
Da qualche tempo ho cominciato a comporre io stesso le canzoni che interpreto e, devo ammettere, riscontro una buona risposta dal pubblico. Questo mi ha spinto a farmi avanti con alcune etichette e interpreti per proporre le mie canzoni, finché finalmente la grande occasione sembra essere arrivata! Mi hanno risposto chiedendo un incontro per un brano che avevo inviato per un importante cantante: ovviamente ero già al settimo cielo. Sembrava tutto perfetto, ma ecco la doccia fredda.

Non essendo iscritto alla SIAE mi hanno suggerito di non firmare il brano in questione. E allora mi domando: mi conviene?

Non firmare una canzone comporta che perda tutti i diritti in futuro o avendo le prove di averla scritta io per primo posso vantare di esserne l’autore?

Sandro (Messina)

LegalPop: cosa posso dire nelle canzoni? In che modo?
Alla domanda di Sandro risponde l’Avvocato Moraschi

Risponde l’Avvocato Renato Moraschi.

Sul punto devo precisarti che il brano depositato in SIAE attribuisce la paternità con la conseguente attribuzione di tutti i diritti di pubblica esecuzione ed i diritti di riproduzione meccanica. Diversamente, sarà difficile dimostrare che la paternità dell’opera ti appartenga. Questo seppur la LDA (legge 22 aprile 1941 n 633) suddivida la paternità dell’opera (come incedibile) ed il diritto di sfruttamento economico dello stesso.

DAL LEGAL AL POP

In pratica la legge distingue tra chi ha scritto effettivamente il brano e chi ne ricava in termini economici. Il problema, però, è che una volta che depositi il pezzo in SIAE, questa automaticamente definisce che il firmatario del brano ne sia anche l’autore.

Sarà quindi difficile dimostrare, come dice l’Avvocato, che la canzone sia stata scritta da te dopo che hai sottoscritto un tacito accordo.  Di sicuro, non firmando il pezzo depositato in SIAE, non potrai esercitare alcun diritto economico. Ne rimarrai l’autore esclusivamente dal punto di vista morale, pur riconosciuto dalla legge. A quel punto, però, sarà probabilmente anche poco utile tentare di dichiarare la tua paternità del brano.

Insomma, firmare una canzone di cui si è autori è l’unica strada per poter dimostrare la paternità.

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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