La mia musica è improvvisazione. Tutto ciò che esce dalla mia gola o dalle mie dita è “roba mia”, è come se avessi scoperto io ogni singola nota o accordo.
«Tutto è nato in modo molto naturale. Ho iniziato a scrivere i miei primi pezzi già a 15 anni col pianoforte. Custodivo le mie creazioni con il sogno che un giorno potesse iniziare una carriera da musicista. Quando ho imparato a suonare la chitarra la mia produzione non si è più fermata e la piccola Luce è diventata un fiume in piena. La composizione è diversa rispetto a quella del pianoforte. È più intima e liberatoria. Con la chitarra mi sento più libera.»
Lucia Montrone, classe ’88, in arte Luce è nata a Bari il 13 giugno. È una cantautrice polistrumentista dai suoni pop/rock con una costante ricerca introspettiva. I suoi testi sono specchio di sentimenti umani quali amore, rabbia, gioia, delusione, nostalgia, tutti vestiti di suoni diversi, profondi, secchi, graffianti. La linea melodica della sua voce entra in un connubio perfetto fra parole e suono. Le canzoni di Luce sono il racconto di “un mondo troppo grande chiuso in una stanza troppo piccola”.
A 16 anni scrive la sua prima canzone Senza inizio e senza fine. Nel dicembre 2011 decide di dar vita a un progetto che la porterà a registrare il primo singolo autoprodotto ControLuce.
In occasione della Notte dei Claustri di Altamura, vince il contest riservato agli artisti emergenti locali, Notte dei Claustri Music Contest 2012, esibendosi così in apertura al concerto di Giuliano Palma.
Nel luglio 2013 torna in studio e registra il suo nuovo Ep autoprodotto Ora. Nel 2014 si aggiudica il secondo posto nel premio nazionale “Mimmo Bucci”, svoltosi presso lo Showville di Bari, con una versione in acustico de Gli occhi di febbraio che incanta il pubblico. Lo stesso anno vince inoltre l’EsserePerfetto Music Contest.
Il 13 maggio 2016 esce il suo primo album Segni, prodotto da C&M – Cultura e Musica di Tommy Cavalieri con il sostegno di Puglia Sounds Record 2016.
«Ho scelto questo nome a seguito di un incidente stradale. Il giorno delle dimissioni dall’ospedale ho appreso della vittoria del bando “Puglia Sounds”, grazie al quale è stato prodotto il disco – spiega Luce – È stata una notizia bellissima che mi ha portato ad una ripresa da record.»
Luce porta oggi solo una cicatrice sul volto. Un piccolo segno dal quale ne sono nati tanti altri. Quelli delle sue canzoni.
La traccia Segni è stata la prima canzone scritta dopo l’incidente.
«È stato un momento bruttissimo. Quel giorno mi ha cambiato la vita. Oggi sono una persona completamente diversa. Segni è un testo che racconta due momenti. Parla della vita. La traccia dalla quale prende il nome l’album è un pezzo cupo che vuole però trasmettere serenità e voglia di vivere. Segni è una traccia che parla della rinascita.»
Interamente prodotto da Tommy Cavalieri per la Sorriso Edizioni Musicali (Bari), è un viaggio di 40 minuti circa e 10 tracce. Tutti i brani sono legati da un filo comune, i segni. Luce racconta i momenti che possono segnare il corso delle cose: il senso di vuoto per un amore che sta per finire, il sogno di una casa da condividere, il dolore fisico e interiore che un incidente può lasciare, la grinta nell’affrontare le difficoltà mano nella mano.
«Ci sono infiniti segni nella vita di ognuno di noi – racconta l’artista – Segni lasciati dal tempo. Segni sulla pelle. Segni nel cuore. Questo disco ne è pieno.»
Questa la tracklist di Segni: Soffio, L’amore chiede l’amore dà, Aspetto l’inverno, Dove prima c’era il sole, Adesso e qui, Ecco che, Segni, La promessa, Le due metà di noi, Se passerà.
«In L’amore chiede e l’amore dà parlo dell’amore – spiega Luce – In ogni rapporto dove c’è amore ci deve essere uno scambio continuo. L’amore, così come tutte le esperienze della vita, ti porta ad avere uno scambio con le persone e con te stesso. Per poter ricevere amore ne devi dare tanto.»
La sua musica è un connubio perfetto tra il calore della Puglia con le sue tonalità tipiche dei cantautori pugliesi e quello dei musicisti nordeuropei. Una contrapposizione forte che però manifesta la capacità di Luce di legare i due mondi. Luce attinge dalla tradizione nordeuropea per le sonorità acustiche dal gusto pop/rock (dai Sigur Ros a Yaël Naïm, dai Mogwai ai Tango with Lions, da Skin a Linda Perhacs), e da quella italiana, invece, per lo stile metrico/compositivo utilizzato (tra i suoi ascolti Lucio Dalla, Lucio Battisti, Elisa, Giuliano Sangiorgi).
Ma basta ascoltarla per riconoscere la sua personalità.
Articolo di Vincenzo Comi.