MIR, More than Indie Records: “Abbiamo la volontà di ascoltare tutti quelli che si vengono a proporre”
MIR: More than Indie Records realizza progetti musicali di ogni genere, senza barriere né limiti. La musica parla un linguaggio universale e MIR riunisce e mette in contatto artisti e professionisti a livello internazionale, creando fra loro sinergie e fornendo nuove possibilità e strumenti di collaborazione. Ne abbiamo parlato con Marco Brovelli, founder della label.
Quando nasce l’idea di aprire MIR?
Di base l’idea nasce dal fatto che lavoro nel campo musicale da decenni. Dopo diversi anni nei quali mi sono occupato di produzioni musicali per conto terzi, avendo uno studio di registrazione, che oggi vanta un fonico residente con il quale abbiamo deciso di rinnovare la struttura, soprattutto dal punto di vista tecnologico, circa tre anni fa ho deciso di cominciare direttamente a realizzare qualche produzione.
MIR nasce dall’interesse del nuovo modo in cui è possibile oggi avvicinarsi al mondo della produzione musicale, della promozione e delle nuove tecnologie che permettono di ottenere ottimi risultati. Potrei dire che la curiosità è stato uno dei cardini di questa scelta che si è concretizzata nel 2019, nello specifico ottobre 2019. Attorno a questa idea è nato un progetto parallelo che si chiama “Save the music”.
Di che cosa si tratta?
Ho pensato a tutte quelle produzioni dimenticate negli scaffali o stampate ma oramai fuori catalogo di musica indipendente. Ho capito che una grande ricchezza, che rappresenta sia la storia sia l’evoluzione della musica italiana, era destinata a finire nel dimenticatoio. Il progetto è rivolto a tutti gli artisti che hanno realizzato produzioni indipendenti ma che, anche per il periodo in cui sono state realizzate, non hanno mai potuto essere distribuite online.
Da dove deriva il nome della tua label?
Fondamentalmente nasce dal voler ribadire la nostra indipendenza, di non essere mai stati nel giro delle grandi label, le major. Ritengo che oggi non sia sufficiente realizzare una bella produzione ma c’è tutto un mondo attorno che è competenza, capacità e voglia di imparare. Inoltre non siamo legati ad un solo genere ma affrontiamo la musica nel suo insieme, senza schemi precostituiti.
A questo proposito, qual è lo stile della MIR?
Aperto ed eclettico. Queste sono le parole più adatte a definirci. Abbiamo la volontà di ascoltare tutti quelli che si vengono a proporre. Da noi sono passati ragazzi che fanno la trap ma anche cinquantenni che hanno appena iniziato a suonare e suonano folk-rock oppure rock anche più duro e l’obiettivo, che è quello di produrre al meglio il contenuto musicale. L’altro aspetto importante, che è diventato il nostro taglio stilistico, è la collaborazione stretta tra chi vuole spingere un prodotto e chi lo ha realizzato, elemento fondamentale per dare corpo reale alla musica ed evitare che rimanga chiuso tutto in uno sterile CD infilato in uno scaffale.
Quali sono i servizi che offrite ai vostri artisti?
Fondamentalmente ci occupiamo di due filoni ben distinti. Da un lato, con il progetto “Save the music” proponiamo un servizio a basso costo, spesso gratuito, per poter rimettere in campo e pubblicare vecchie produzioni cui offriamo servizi di distribuzione e masterizzazione secondo gli standard attuali e di visibilità al fine di poter rimettersi in gioco. Dall’altro lato, invece, per gli artisti “in erba” possiamo dare un servizio più completo ossia fonici, musicisti, arrangiatori al fine di ottenere un prodotto con standard qualitativi alti.
Quali sono le punte di diamante del vostro roster?
Parlerei, più che di roster, dei lavori più significativi dei due filoni di cui ci occupiamo. Per quanto riguarda i giovani cito Zoltan, un ragazzo che oggi vive a Londra molto bravo. Si occupa di tutto, dalla registrazione, all’arrangiamento e alla finalizzazione essendo sia un autore sia un compositore. Poi c’è V Pascal, un artista del mondo EDM che oggi ha anche un contratto con una sub-label internazionale. Nel filone, invece, degli artisti più maturi, vorrei citare Nicola Buzzetti. È partito una decina di anni fa suonando la chitarra in spiaggia e oggi si ritrova a produrre il suo secondo disco in due anni. Possiede una straordinaria apertura mentale e una grande musicalità. Il suo mondo musicale è simile a quello di Springsteen e di Dylan ma con una bella dose di freschezza.
Note dolenti, com’è andata durante la pandemia?
Alla fine, se escludiamo i primi mesi di lockdown nei quali abbiamo realizzato pochissime produzioni, con l’arrivo di Pasquale Vitali, il nostro fonico residente abbiamo iniziato a finalizzare molta musica e a mettere in cantiere molte produzioni. Da marzo 2021 a oggi abbiamo pubblicato 170 brani e 22 produzioni di diverso genere, tra singoli, EP e LP. Riteniamo che sia un buon risultato perché questo ci permette di dire a voce alta.: “Esistiamo”. Sicuramente è stato più difficile dal punto di vista economico ma la nostra curva di crescita sta puntando verso l’alto e questo è sicuramente importante. Abbiamo, come ti ho detto prima, fatto nuove scelte per lo studio e oggi siamo in grado di realizzare nuove produzioni con 48 tracce in entrata, numero di tracce che ci permette di aprirci ai gruppi e, soprattutto, alla musica suonata.
C’è un artista con cui piacerebbe collaborare?
Dopo la tua telefonata di qualche giorno fa, mi sono tornati in mente gli anni ’90. Ricordo che il quel periodo, nella zona di Catania, c’era un grande fermento musicale e c’erano artisti interessantissimi. Tra questi gli Uzeda rappresentano una delle band che mi piacerebbe inserire nel progetto “Save the music”. È chiaro che ci sono artisti più giovani e sicuramente molto interessanti ma, in fin dei conti, siamo dei romantici e continuiamo ad apprezzare la musica suonata, anche se mi rendo conto che quella era un’altra stagione. Certo che se si proponesse Ed Sheran non direi di no (ride, ndr) e nemmeno se mi chiamassero i Maneskin, musica suonata bene con parti musicali ben incastrate. Sono giovani ma ritengo che abbino un potenziale notevole.
Cosa deve fare un artista per sottoporvi la sua musica?
Siamo presenti nei principali social e su Instagram abbiamo un profilo “Studio”. Abbiamo inoltre, nel nostro sito, una mail dedicata che è press@morethanindierecords.it affidata a Marco Tresca, prezioso collaboratore della label e a Pasquale Vitali che risponde alla mail AStudio.angera@hotmail.com
Articolo a cura di Roberto Greco