Erminio Sinni: raggiungere il successo senza dimenticare chi siamo
Il vincitore di The Voice Senior è in tour e a breve pubblicherà il nuovo album.
Essere onesti con sé stessi e col pubblico, ringraziandolo come si fa con un caro amico per ogni gesto d’amore, la richiesta di un autografo, una canzone cantata in coro da tutti, un applauso sincero.
Semplicissimi punti del vademecum che un artista dovrebbe sempre portare con sé dentro la tasca dei pantaloni, o nella borsetta da passeggio, se trattasi di una donna.
Ecco, Erminio Sinni originario di Bagno di Gavorrano (GR), ricorda bene chi è e chi è stato, così come tutto ciò che abbia contribuito a scrivere una storia partita da lontano e fatta di gavetta, piano bar e Festival di Sanremo.
Il vincitore di The Voice Senior è in tour e a breve pubblicherà il nuovo album
Ma fatta anche di esperienze uniche, come aver cantato insieme a Frank Sinatra, episodio di cui riesce a parlare con orgoglio ma senza alcun vanto.
Insomma, la vittoria a The Voice Senior nel 2020 è stata solo la ciliegina sulla torta di una carriera costellata di punti esclamativi.
E se tra questi ve ne era anche soltanto uno interrogativo, è stato definitivamente spazzato via, come accade alle nuvole quando, più luminoso che mai, esce fuori il sole.
Nell’ultimo singolo “La Terrazza” parla dell’amore dal suo punto di vista ma con tale naturalezza e semplicità che chiunque può riconoscersi riflesso nelle sue parole.
Che ricordo hai di Sanremo?
Bellissimo, era il ’93 arrivai quinto nella sezione Novità col brano “L’amore vero” aggiudicandomi due premi: miglior musica della kermesse e miglior testo.
Un grande momento di notorietà, poi ho continuato a fare piano bar, ho inciso un disco a Buenos Aires “11.167 km” titolo ispirato alla distanza tra la capitale italiana e quella argentina, cui sono seguiti altri album e collaborazioni con Paola Turci (antecedente a Sanremo) e Riccardo Cocciante, oltre ad aver partecipato nel ruolo di giudice ad un importante Festival in Romania.
E The Voice Senior come è arrivato?
Ho partecipato senza aspettarmi niente, mi sono presentato totalmente disarmato. Era il 2020 quindi il mio scopo era principalmente quello di tenermi la mente occupata visto che già avevamo sperimentato le distanze imposte dal Covid e immaginavamo che non sarebbe finita lì, la sottrazione dei rapporti umani e del lavoro, oltre a tutto il resto, sono difficili da metabolizzare.
Quanto ti è servita la tua esperienza nella musica?
Indubbiamente molto ma nonostante tutto quello che ho fatto, compreso il tour in America in cui ho conosciuto e duettato con Sinatra, mi sono presentato come un semplice pianista di pianobar.
Mi piace scrivere, sono un cantautore ma dentro di me resto un pianista di pianobar. Ciò che non mi aspettavo è che ora quando giro l’Italia in ogni piazza trovo una famiglia che mi vuole bene, sono felice di tutto ciò che sta succedendo.
Quanto conta per te l’umiltà?
Bisogna prendere esempio dai grandi personaggi che non l’hanno mai persa, anche se la gente ti saluta e ti riconosce non sei nessuno. Lo sai io quanto ancora devo faticare per arrivare a livello di mio babbo che faceva il minatore?
Da poco è uscito la ballad romantica “La Terrazza”, che panorama vedi da lì?
È la mia terrazza di casa a Roma. L’ispirazione mi è venuta dai gabbiani, guardandoli capisci che loro non hanno la Google Map ma altri punti di riferimento.
L’obiettivo quando l’ho scritta era dare un po’ di speranza in un momento così difficile, un invito ad assaporare le cose semplici della vita raccontando dalla prospettiva di quella terrazza la storia di due ragazzini.
Quanto è cambiata la terrazza nel tempo?
In realtà è la stessa storia mia, tua o di chiunque altro, solo che se una volta si stava sotto una quercia ora ci si trova dentro una macchina a parlare con uno smartphone in mano, cambia la comunicazione ma la storia è sempre la stessa.
Nel video c’è Roma, ma quella terrazza potrebbe affacciarsi in qualsiasi città o paese d’Italia, ogni luogo ha il suo lato romantico e la sua storia. Volevo raccontare qualcosa che parlasse di luce e speranza.
Qual contributo può dare la musica in questo senso?
Un contributo enorme. Chi scrive deve precorrere gli eventi, avere intuizione di cosa serve alla gente che poi è lo stesso bisogno che hai tu. Il pubblico vuole ascoltare la propria storia attraverso la musica. E ora c’è bisogno di speranza.
Ti trovi in tour attualmente?
Si sto girando l’Italia con la mia band: Marcello Sirignano (violino), Gianluca Capitani (batteria), Alberto Lombardi (chitarra), Paolo Grillo (contrabbasso). Alla gente piace partecipa tanto che è come se non ci fosse nessuna distanza tra noi e il pubblico.
Progetti?
A ottobre uscirà un altro singolo, è in ballo una collaborazione con Loredana Berté (mio coach a The Voice Senior) e prima di Natale pubblicherò il nuovo album.