“La donna ideale non deve esistere, sarebbe noioso”
Victor Hugo sosteneva “È dall’ironia che comincia la libertà”. Molto probabilmente il celebre poeta e scrittore vissuto nel XIX secolo, nel saper cogliere il potenziale di questo fulgido strumento, riuscì a centrare perfettamente la questione.
E Francesco Baccini, artista eclettico, mai banale e pungente, ha fatto dell’ironia uno dei suoi punti di forza. Appartenente alla scuola cantautoriale genovese, ha iniziato ad avvicinarsi al mondo della musica sin da bambino grazie ad una pianola giocattolo ricevuta in dono dallo zio.
Da lì una carriera ricca di esperienze vissuta nel segno della libertà, controcorrente e senza compromessi, e sotto il segno della bilancia ascendente gemelli, secondo lui coincidenza astrologica responsabile di condizionare non poco il suo modo di essere.
Un cantante che in 30 anni ci ha regalato successi come “Ho voglia d’innamorarmi”, “Giulio Andreotti”, “Sotto questo sole” in coppia con Paolo Belli e il bellissimo “Le donne di Modena”.
Quando hai iniziato a studiare pianoforte?
Dopo essermi appassionato alla musica e a questo strumento partendo dalla mia pianolina, mio padre mi mandò a lezione e poi con enormi sacrifici comprò il mio primo pianoforte.
Nel ’68 possederne uno era una vera rarità così ricordo bene che tutti i ragazzini del quartiere volevano salire in casa da me solo per provare l’ebbrezza di schiacciare un tasto.
Che tipo musica ti ha ispirato?
Quando ero bambino ascoltavo solo ed esclusivamente musica classica, per me musica era la sinfonia di Beethoven, tutto il resto non mi interessava.
Poi crescendo sono diventato onnivoro e ricordo bene di essere rimasto folgorato da un’immagine di John Lennon davanti ad un pianoforte a coda bianco in una stanza con grandi vetrate. Immediatamente pensi che un giorno l’avrei avuto anch’io. Ed è andata proprio così.
Perché proprio le “Donne di Modena”?
Fondamentalmente per una questione fonetica. Modena, Genova, Padova, Napoli erano le città con l’accento che cadeva giusto per la mia canzone. E comunque quando l’ho scritta mi trovavo proprio a Modena.
Ma quale caratteristica avevano le donne di cui parli?
Probabilmente a causa del porto che da sempre causa un continuo via vai di persone, le donne di Genova all’epoca erano molto schive e diffidenti. Le poche che si vedevano in giro erano sposate o fidanzate, così quando per un po’ di tempo mi sono spostato in Emilia-Romagna pensavo di trovare una situazione diversa.
Dentro la Canzone: Francesco Baccini “Le donne di Modena”
Dopo due mesi, che ero a Modena la sola donna che avevo conosciuto era la mamma del fonico che passava il tempo a cucinare i ravioli, la canzone è nata così.
Poi c’è da dire che mia nonna materna era napoletana e in quel periodo stavo con una ragazza padovana; quindi, le quattro città che ho toccato nel brano hanno anche una forte legame autobiografico con me.
Alla fine, hai capito qual è la tua donna ideale?
Non esiste, non deve esistere la donna ideale. È un po’ come la famosa storia del sabato del villaggio, finché tutti aspettano attendono la festa è bellissimo, poi arriva la domenica ed è una noia spaziale, oppure come il Capodanno, vuoi mettere l’attesa rispetto a quella che sarà una possibile delusione?
Cosa è l’arte?
Un modo per sublimare cose che non possiedi, compreso l’amore. Ed il vero artista è inimitabile altrimenti lo saremmo tutti, la musica oggi è diventata un prodotto ma l’arte è un’altra cosa.
Sei sempre stato uno spirito ribelle. Lo sei tuttora?
Si, sono uno spirito di contraddizione nato. Se vuoi farmi fare una cosa devi chiedermi il contrario, secondo me è tutta colpo del mio zodiaco, sono bilancia ascendente gemelli, perciò mi sento il contenitore di 190 persone che abitano in me, il mio modo di essere dipende da chi prende il comando.
Se non altro non mi annoio e nessuno si annoia con me! Questo mi porta a guardare mai indietro ma sempre avanti. Non sono un nostalgico, non ho neppure il tempo di esserlo, perché nella vita c’è sempre qualcosa di nuovo da fare.