Musica a Teatro: Sergio Scorzillo “L’intervista”

Una breve intervista di mezza estate: “si definisce attore, drammaturgo, regista e insegnante”

Musica a Teatro: Sergio Scorzillo "L'intervista"
Musica a Teatro: Sergio Scorzillo “L’intervista” – Anche nel mio monologo “Diario di viaggio di un bisessuale contento”, canto, parodiando canzoni famose

Oggi incontro Sergio Scorzillo.  In realtà lo incontro da una vita e con lui sono stato spesso in buoni rapporti anche se non sempre. Lo trovo a Bisceglie, dove sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza. Si definisce attore, drammaturgo, regista e insegnante. Gli rivolgo alcune domande subito per rompere il ghiaccio (quello di un negroni che tiene davanti).

Qual è il tuo rapporto con la musica?

Inizia da subito. Mio padre suonava il pianoforte e così fin da piccolo musica in casa ne sentivo a iosa, soprattutto standard americani. Imparavo le canzoni e papà mi accompagnava. Poi mi ha mandato a studiare il piano a sei anni e ho continuato per quattro. A sette anni ho vinto cantando una selezione per lo Zecchino d’oro ma mio padre non ha voluto che partecipassi alla finale a Bologna. Mi incoraggiava ma fino a un certo punto…

Che musica ti piaceva e quale preferisci ora?

Quando ho compiuto 18 anni ho fatto l’esame in Siae come paroliere (allora era necessario sostenere un esame). All’epoca adoravo Claudio Baglioni, i miei testi andavano in quella direzione. Mi feci una cartelletta coi miei testi e andai a bussare alle maggiori case discografiche.

Ricordo che un manager alla Southern mi disse: “I tuoi testi non sono male, mi ricordano un po’ quel cantante che va tanto adesso… Baglioni. Ma questo vedrai che tra poco sparisce…” Quando si parla di lungimiranza…Fortunatamente alla Ri-Fi, invece, trovai una accoglienza diversa.

Piero Soffici aveva scritto due brani per un gruppo vocale, I Paip …lesse i miei testi e mi diede una cassetta con una sua musica dicendo: “Vai a casa e vedi se ti viene in mente qualcosa”. Scrissi Fuoco Blu. Fu incisa ed ebbe un certo successo. Ancora i Paip la ripropongono ora nelle loro serate. Quando in Conservatorio assistetti a un concerto coi Carmina Burana mi innamorai della musica classica.  Da lì in poi oltre qualche cantautore, Battisti, Dalla, Battiato, è la classica che mi appassiona di più e mi stimola.

Musica a Teatro: "L'intervista"
Musica a Teatro: Sergio Scorzillo “L’intervista”- Scrooge, il canto di Natale di Dickens, era nato come audiolibro, ma poi l’ho proposto diverse volte dal vivo, anche con l’orchestra Ricmanje di Trieste

Hai lavorato, oltre che in teatro, per la Ricordi, vero?

Vero. Per molti anni. Facevo cabaret, con testi miei, nel mio gruppo I Lunatici. Avevamo molte serate, siamo stati anche al Derby con Abatantuono, Teocoli…si recitava e cantava. Ma non guadagnano abbastanza per mantenermi. Entrai così alla Ricordi e mi sono occupato di spartiti per anni.

Quindi musica e teatro sono stati sempre indissolubili

Certamente. Mi piace ricordare anche una serie di audiolibri uscita nei primi anni 90. Diretta da me e pubblicata da Rugginenti. Allora non si usavano gli audio book come adesso, ma io ci ho sempre creduto. Poesie, soprattutto. E ogni poesia aveva il tappeto sonoro suonato appositamente al pianoforte da Franco Lupo. Nella serie uscì anche uno Scrooge, il canto di Natale di Dickens, per voce recitante (io facevo tutte le voci) cantanti lirici (i fantasmi) piano e archi. Si trova ancora in cd, e l’ho proposto anche spesso dal vivo, l’ultima volta a Trieste con l’orchestra diretta da Aljosa Tavcar.

Hai altri spettacoli con musica che ti piace ricordare?

Ho organizzato spettacoli con voce recitante e piano, sax, cantanti lirici diverse volte. Ricordo in particolare la mia partecipazione come voce in Der Kaiser con Atlantis di Viktor Ullmann e un paio di serate in occasione della mostra su Paul Klee alla Fondazione Mazzotta, una della quali con il quartetto Klee.

Musica a Teatro:
Musica a Teatro: Sergio Scorzillo “L’intervista” – Nella versione Pink di Chicago recitavo, cantavo e ballicchiavo pure… I testi delle canzoni in italiano erano miei

Usi musica negli spettacoli che scrivi e metti in scena come regista?

Sempre. E spazio dalla “leggera” alla classica. Adoro i contrasti. Ricordo di avere organizzato una scena nelle Troiane di Euripide in cui all’arrivo dei soldatacci che si avventavano contro le donne partiva in sottofondo La mer cantata da Trenet, e gli attori iniziavano a muoversi in rallenti…un effetto da brividi. In Fuori dal fango, mentre nel casolare dove i partigiani hanno rinchiuso un prigioniero supposto fascista succedono cose tese, l’unica cosa che arriva da fuori sono, attraverso una radio, delle canzoni d’amore dell’epoca…

Quindi hai sempre anche cantato oltre che recitato?

Si, anche se da qualche anno mi succede poche volte. Sono riuscito anche a far parte di un musical, una versione “Pink” di Chicago…i testi delle canzoni in italiano erano miei. Facevo la parte dell’avvocato. Esperienza favolosa, anche se molto complicata.

Che farai prossimamente?

Riprenderò il mio spettacolo Prodigus, il figlio prodigo secondo me, con la mia compagnia Reading Gaol (che è il nome del carcere dove è stato rinchiuso Oscar Wilde) e ho un paio di altri lavori da mettere in scena. Sicuramente con musiche scelte ad hoc…

Ringrazio me stesso per questa breve intervista di mezza estate….

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Sergio Scorzillo
Sergio Scorzillo
Autore, attore, regista, formatore. Teatro e Musica sono state da sempre le sue grandi passioni e non solo. Il palcoscenico è il luogo in cui riesco a vincere le mie fragilità, a comunicare e a sentirmi utile e vivo
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