Gian Francesco Amoroso: “Ho tenuto numerosi laboratori musicali e guide all’ascolto rivolti ai bambini, ai giovani e agli adulti spaziando dal melodramma, alla danza, alla musica sinfonica, strumentale e cameristica
Gian Francesco Amoroso è un musicista e musicologo milanese. Ha studiato pianoforte presso il Conservatorio Nicolino di Piacenza, clavicembalo e tastiere storiche al Conservatorio Verdi di Milano, e Musicologia e beni culturali.
Si è diplomato in direzione d’orchestra e da sempre è appassionato di musica vocale da camera, perfezionandosi nel repertorio liederistico presso il Mozarteum Academy di Salisburgo.
Ha inciso brani da camera del primo Novecento italiano e ha in corso la pubblicazione dell’incisione dell’integrale delle liriche di Vittore Veneziani col soprano Beatrice Palumbo. Ha pubblicato anche un metodo per pianoforte per la Ricordi.
Iniziamo da una domanda ” storica”: Verdi o Wagner?
L’eterno dilemma. Verdi l’ho amato sin da bambino mentre Wagner ho imparato ad amarlo. L’emozione più grande è stata ascoltare Wagner a Bayreuth, il teatro che più mi ha coinvolto emotivamente.
Sono due mondi in apparenza diametralmente opposti ma al contempo molto simili per certi aspetti.
Verdi più immediato nell’esprimere un concetto, Wagner decisamente più lento ma entrambi innovatori di un sistema musicale e teatrale di cui ancora oggi percepiamo l’eredità, basti pensare quanto Wagner ha influito sulla cinematografia.
Quali sono gli autori di musica “contemporanea” che ti piacciono particolarmente?
Di italiani apprezzo particolarmente Fabio Vacchi e Luca Francesconi di cui ho ammirato dei lavori al Teatro alla Scala. Della contemporanea straniera ci sono autori, inspiegabilmente ignoti in Italia, che hanno scritto capolavori per le compagini corali come, ad esempio, Morten Lauridsen che ascolto sempre con piacere e interesse.
In Italia associamo il coro al mondo operistico, in realtà esiste un universo inesplorato di compositori che hanno pubblicato pagine sublimi e che meriterebbero di essere divulgati e fatte apprezzare. Purtroppo, il nostro paese è ancora poco avvezzo a questo repertorio.
Recentemente ho scoperto anche una compagine di compositori americani come Scott Wheeler, Jake Heggie e John Musto, di cui ho avuto il piacere di suonare alcune pagine, rivelandomi una scrittura dinamica -oserei dire liquida- inserita tuttavia in un equilibrio formale lontano da eccessive elucubrazioni sperimentali… un mondo davvero da scoprire.
Non da ultimo vorrei ricordare il maestro Vincenzo Simmarano, autore che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui ho suonato parecchie pagine a due e quattro mani di notevole spessore culturale e artistico.
Cosa ascolti nel privato? Musicisti, cantautori italiani o stranieri che ami ascoltare?
Aiuto! In realtà la mia cultura pop è molto scarsa e “vintage”. Ascolto spesso Edith Piaf, George Brassens, Giorgio Gaber, Mina… sempre recentemente ho scoperto Prince -ho i miei tempi- lo trovo geniale: mai rumoroso, c’è molta musica nelle sue canzoni!
Sia come musicista che, come musicologo, ti occupi soprattutto di lavori da camera per voce e accompagnamento. Da cosa nasce questa passione?
Nasce da una passione trasmessami dalla mia maestra di pianoforte Daniela Ghigino che mi “iniziò” alla liederistica. A lezione spesso suonavamo e cantavamo lieder di Mozart, Schubert, Schumann e Brahms. Da lì ho proseguito ascoltando numerosi dischi anche di autori francesi, russi, spagnoli, norvegesi, americani, italiani ecc.
Ho una predilezione per il repertorio italiano che negli ultimi anni ho approfondito con ricerche specifiche finalizzate alla realizzazione di programmi da concerto con pagine inedite.
Da ultimo, col soprano Beatrice Palumbo, ho registrato per la casa discografica Tactus l’integrale delle liriche da camera di Vittore Veneziani.
Una figura ricordata solo per il suo ruolo di maestro di coro scaligero, ingiustamente allontanato dal suo incarico, in quanto di religione ebraica, a causa delle leggi razziali.
In pochi sanno che Veneziani fu anche un eccellente compositore. Questa raccolta di liriche, pubblicata nel 1910, testimonia una transizione stilistica ben precisa e risente di quella spensieratezza tipica della Belle Epoque che a breve sarà spazzata via.
Hai lavorato molto sul melologo, puoi spiegare in poche parole a chi non è ferrato in cosa consiste, e la tua esperienza in merito?
Il melologo è una forma teatrale che si basa su un testo poetico recitato con accompagnamento musicale, una specie di radiodramma ante litteram. Vittore Veneziani ne compose quattro su testi di Domenico Tumiati accolti da un felice successo grazie anche alla recitazione del leggendario Gualtiero Tumiati.
Ne ho messo in scena solo uno, «Parisina» ma sogno di poterli realizzare tutti prima o poi.
Spesso so che partecipi a performance musicali suonando non il piano ma la fisarmonica. Non mi sembra molto comune. Cosa ti lega a questo altro strumento? Concerti che ricordi in maniera particolare?
Ah, si, la fisarmonica! Sono sempre stato attirato dagli strumenti a tastiera, tant’è che oltre al pianoforte mi sono diplomato in clavicembalo e tastiere storiche con particolare predilezione per l’organo.
La fisarmonica in particolare mi riporta all’ambito montano cui sono molto legato, in particolare la Valle d’Aosta, regione in cui si suona e canta molto.
È uno strumento molto duttile, facilmente trasportabile ed estremamente espressivo. Lo utilizzo spesso in ambito teatrale -amo molto suonare per il teatro- in quanto è uno strumento che può ricreare diverse ambientazioni.
Proprio recentemente ho suonato a uno spettacolo teatrale per la stagione piacentina di Palazzo Farnese. Andava in scena il «Romanzo di molta gente» tratto da un lavoro giovanile della scrittrice Giana Anguissola nella riduzione di Carolina Migli per la regia di Roberto Dassoni il quale mi ha chiesto espressamente di esordire lo spettacolo proprio col suono della fisarmonica per evocare un’epoca. Questa idea è stata molto apprezzata.
Progetti presenti e futuri?
Nel presente ho in vista la presentazione del CD sulle liriche di Veneziani in diverse sedi. Per il futuro sto concludendo un altro impegnativo progetto discografico, ho in cantiere nuovi programmi cameristici, una monografia su Veneziani e un importante debutto in primavera che taccio per scaramanzia… naturalmente sperando che il COVID-19 non si ripresenti alla ribalta.
Potete seguire la sua attività al sito www.gfamoroso.eu