Chiediamo di stupirci, quello che ci viene proposto deve avere la sua unicità, la sua riconoscibilità e, perché no, la sua pazzia
La label indipendente salernitana Stoned Saints Records si occupa di Grimy rap & fine art. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Durazzo, in arte D.Ratz, e co-founder della label.
Quando e perché nasce la tua label?
L’avventura è iniziata un paio di anni fa da un’idea sviluppata da me con Dj.Rogo, alias di Lino Guidi, Dj di una crew storica salernitana, la “Cafardo Energizer 1996”. Entrambi veniamo da una scena più classica del rap ma abbiamo ricevuto lo stimolo della nuova onda di trap che arriva dagli Stati Uniti, nello specifico dalla scena underground di New York e abbiamo deciso di occuparcene mantenendo, da un lato le caratteristiche base quali i campionamenti, ma proponendole secondo il nostro stile.
Da dove deriva il nome della label?
Letteralmente “santi sballati” (ride, nda). Siamo cilentani e, proprio per il backgroung culturale della nostra terra, abbiamo deciso di essere dichiaratamente provocatori e, oltre che nel nome, questo si esplicita anche attraverso la comunicazione e le cover dei singoli.
Qual è lo stile di Stoned Saints Records?
Se devo essere sincero… non lo so. Anzi no… potrei definire il nostro stile “astratto” (ride, nda)
Quali servizi offrite agli artisti del vostro roster?
Dopo aver ascoltato un artista e aver deciso che è adatto ai nostri intenti, gli proponiamo una collaborazione puntando alla produzione di un EP. Partiamo dalla realizzazione dei singoli pezzi. In questo momento abbiamo deciso di produrre EP di quattro pezzi, di cui curiamo direttamente la stampa, in tirature limitate che distribuiamo attraverso Bandcamp. Ogni singola uscita ha le caratteristiche di diventare un cult, un oggetto del desiderio anche i molti collezionisti che ci sono nel mondo e la loro diffusione limitata diventa cardine del loro valore.
Quali sono le punte di diamante del vostro roster?
In questo momento uno dei nostri artisti che ha maggiore visibilità è Enema, che di recente è anche entrato nelle playlist editoriali di Spotify.
Com’è andato il periodo di pandemia?
Siamo completamente fermi dal punto di vista dei live, purtroppo e questo ci ha fatto concentrare più sull’aspetto editoriale. Oltre a “Omicidio Gucci” e “Sangue sulla seta” di Enema siamo usciti con il mio EP “Edgar”, sei tracce dalla durata media di circa un minuto e da pochi giorni è uscito “GMLGY” di Novanta. Il nostro obiettivo, anche se può sembrare utopico, è quello di distribuire solo copie fisiche delle nostre produzioni e questa è la strada che abbiamo intrapreso.
Grande sogno per un piccolo discografico.
Mi piace tantissimo ed è tra quelli che apprezzo molto in questo periodo lavorare con Johnny Marsiglia, un rapper nato a Palermo da padre palermitano e madre capoverdiana.
Com’è possibile proporvi nuova musica?
Innanzitutto, chiediamo di stupirci, quello che ci viene proposto deve avere la sua unicità, la sua riconoscibilità e, perché no, la sua pazzia. Non cerchiamo il mainstream. È possibile entrare in contatto noi tramite la nostra mail, ma accettiamo contatti anche tramite le nostre pagine social.