Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri

Alessandro Bachiorri: Dalla serie C alla fotografia

Fotografare è arte che ci permette di vedere e guardare, con occhi diversi. Non si tratta solo di tecnica e di filtri, ma di un’immaginazione che passa attraverso l’anima. Ogni fotografo firma in modo inequivocabile, come un pittore, le sue opere. Queste ci parlano del suo autore, della sua sensibilità, la stessa che lo spinge a sottolineare e a mostrarci il suo punto di vista. Le fotografie possono essere una “voce” ulteriore e inaspettata. È un viaggio da intraprendersi con occhi e cuore. Un ritratto non è solo un ritratto, ma la possibilità di andare oltre, di avvicinarci e vedere al di là delle apparenze.

Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri
Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri – The Zen Circus

Alessandro Bachiorri è un giovane fotografo romano di talento. Sulla sua identità, se Amadeus (con il quale lui ha lavorato) dovesse darne qualche indizio a I Soliti Ignoti, utilizzerebbe alcune parole chiave: musica, pallavolo, fotografia. Alessandro è tutto questo e meravigliosamente ogni sua attitudine si intreccia con l’altra, tessendone una trama che fa di lui il grande professionista di oggi e la bella persona che ho avuto la fortuna di incontrare.

Alessandro: musica, pallavolo e fotografia…

Avevo solo tredici quattordici anni quando scoprii di essere affascinato e incuriosito dalla fotografia. Giocavo a pallavolo ero in serie C e avrei voluto iscrivermi all’università dello sport e fare l’allenatore. Per un soffio non riuscii ad entrare, quindi cercai un’occupazione, pensando poi di ritentare l’anno successivo. Trovai lavoro in uno studio fotografico scoprendo che quella passione vissuta sul campo e non sui libri come avevo fatto fino a quel momento, era meravigliosa e sorprendente. Da lì, si è spalancato per me un mondo e la certezza che fosse proprio quello che volevo per me.

Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri Avevo solo tredici quattordici anni quando scoprii di essere affascinato e incuriosito dalla fotografia
Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri – Avevo solo tredici quattordici anni quando scoprii di essere affascinato e incuriosito dalla fotografia

Hai qualche rimpianto?

Non tornerei indietro, io sono tutto questo: suono il pianoforte, sono un appassionato di musica, ho calcato palchi per concorsi e con diverse band con le quali ho suonato. Ho giocato a pallavolo con impegno, militando in serie C, con grande soddisfazione e oggi faccio il lavoro più bello che ci sia.

Questo mi ha permesso di trovarmi di fronte ad artisti che ho sempre ammirato. Ho cominciato a fare questo mestiere a diciannove anni e a ventidue ho avuto l’opportunità di lavorare per una etichetta musicale, per la quale seguivo i tour, facevo le fotografie per le cover, insomma tutti quelli scatti che servono a promuovere un artista e il suo prodotto discografico.

Ho scoperto in questo modo, come sia bello lavorare in un ambiente che ami, dove è fondamentale immedesimarsi sia con l’artista che con il pubblico. Il punto di vista è diverso, ma entrambi devono essere rispettati. Il pubblico vuole qualcosa di più che solo il palco, ama il dietro le quinte, mentre il cantante, come è ovvio, predilige il palco, il pubblico, le luci.

Io, grazie alla mia esperienza e alla mia professione, riesco a vederli entrambi, con il giusto equilibrio. Nessun rimpianto, ma la soddisfazione di aver coniugato ogni mia attitudine, in un mestiere che mi rende felice.

Invito al Viaggio: Carolina Rey
Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri – Carolina Rey

Quanto è stato importante la disciplina, l’allenamento la formazione della pallavolo?

L’equilibrio, la posizione imparata a pallavolo, nel mestiere che faccio, è importante. Stare sempre un passo indietro, rispettando la propria posizione, è fondamentale. Credo molto nelle coincidenze e probabilmente tutto quello che ho fatto aveva lo scopo di farmi crescere e acquisire competenze che oggi sono la mia fortuna.

La delusione cocente di non essere entrato all’università dello sport, per pochissimo, in realtà era la via per fare il mio mestiere. S’intrecciano fili invisibili, che solo a distanza di tempo e spazio si rivelano essere un disegno meraviglioso. Nel mio lavoro è sempre tutto collegato. L’allenamento, la costanza e applicazione, servono ad ottenere risultati che arrivano con i progetti importanti, anche dopo anni.

Una cosa che mi hanno sempre insegnato è di guardare all’arte tutta, ho visto tantissimi quadri tantissime opere che mi hanno insegnato tanto nella composizione della fotografia, dove il giudizio estetico è importantissimo. Ho imparato con lo sport a rispettare orari e modalità che, oggi, fanno parte di me. È necessario avere tanti interessi, perché il processo di creatività si alimenta con la curiosità. Questa è la conditio sine qua non, di ogni forma d’arte e anche nella vita.

Invito al Viaggio: Morgan
Morgan

Se dovessi dire di te…

Quando sto lavorando, metto da parte Alessandro. Cerco l’empatia con la persona che ho davanti per realizzare il meglio per lui. Metto indietro, il mio egocentrismo, perché “sono a servizio”.

Chi fa il fotografo solo per hobby, ha una libertà di azione e pensiero che è impagabile, ma se lo si fa per mestiere, il raggio d’azione è completamente differente. Credo che la mia formazione nella pallavolo, anche in questo caso, mi abbia formato.

Il senso della posizione, il rispetto degli spazi è fondamentale.

Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri 4
Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri – Ultimo

Parlami del tuo lavoro

Oggi lavoro soprattutto in televisione e nel cinema: questi negli ultimi anni, sono gli ambiti che più mi affascinano. Tra le tante trasmissioni ultimamente, ho fatto Via dei Matti su Rai 3. Un’esperienza meravigliosa che mi ha permesso di vedere da vicino e relazionarmi con artisti che ho sempre ammirato, come De Gregori, Baglioni e i tanti ospiti che sono stati in “casa” Bollani.

Un lavorone pazzesco in un programma scritto benissimo, con la professionalità e la ricerca della perfezione di Bollani che è sorprendente. Un mese di lavoro, intensissimo e giornate intere per registrare puntate di solo mezz’ora.

Sono set impegnativi dove ci si interfaccia con grandi artisti, che si rendono disponibili, a riprova che proprio i più grandi, sono anche i più capaci di relazionarsi con tutti, con semplicità e con empatia, rispettando il ruolo di ognuno. Per uno come me che suona il piano e ama la musica, è meraviglioso.

Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri
Elena Sofia Ricci

Volutamente ho scelto di definire viaggio, questo mio incontro perché mi permette di entrare in confidenza con la sensibilità, oltre che il punto di vista del fotografo. Le sue immagini parlano inequivocabilmente, della donna o dell’uomo che sta dietro l’obiettivo. Un modo per conoscere, osservare, mettendo in primo piano chi solitamente non si mostra. Con te Alessandro, che viaggio facciamo?

Un viaggio dentro i grigi, quei toni che mettono in risalto solo la persona che ritraggo che è al centro: i suoi colori, sono gli unici a dover risaltare. Il mio viaggio è di avvicinamento al loro essere, per scoprirne anche i lati più nascosti, metterne in risalto il carattere. La sfida vinta è quando, mi sento dire: “Grazie, mi hai fatto scoprire qualcosa di me che non conoscevo.” Questa è la mia più grande vittoria e la meta alla quale tendo sempre. È il compimento della mia missione, la vittoria del set, in pallavolo.

Qual è la tua strategia per riuscire nell’intento?

Tecnicamente agli attoriali, do molta libertà, simulando magari una scena, per trovare e carpire l’emozione giusta. Voglio poter mettere in risalto la loro tempistica, lasciandoli liberi di esprimersi, senza limitarne il movimento o l’espressione. Anche in questo caso, è importante mantenere i piedi ben piantati a terra e rispettare i tempi. L’equilibrio fa la differenza.

Invito al Viaggio: Garrison
Invito al Viaggio: Alessandro Bachiorri – Garrison

Quando non lavori, che rapporto hai con la fotografia?

Fa parte di me e mi accorgo che inconsciamente cerco l’inquadratura, ma spesso non porto la macchina fotografica. Fermo l’immagine dentro di me e mi basta.  Una volta postavo un sacco di foto anche sui social, oggi mi godo le cose in maniera più intima.

Preferisco godermi con gli occhi quello che ho davanti: sono curioso, mi piace viaggiare e vedere tante cose. La fase che avevo in principio a vent’anni solo per fotografare, è passata. Adesso come adesso, mi piace cogliere i momenti particolari nel mio lavoro. Solo quando vado ad un concerto, non resisto e scatto tantissimo.

Amo tanto la musica e in questo caso, senza macchina fotografica non andrei mai. È sbagliato che sia vietato poter fare le fotografie ai concerti, perché chiunque dovrebbe poter portare a casa il suo ricordo

Alessandro dice di Alessandro…

Il mio più grande difetto è la testardaggine e il mio più grande pregio, forse, il sorriso (che non perdo mai) e l’empatia. Mi piace stare a contatto continuo con la gente, questo mi ha insegnato a comprenderli, a leggere anche il non detto, facilitandomi il compito e lo svolgimento al meglio del mio lavoro.

Sono tranquillo, con i piedi per terra, uno che sa reagire ad ogni situazione imprevista, cosa che sui set è all’ordine del giorno. Questa era la mia caratteristica nella pallavolo dove spesso, al cambio di allenatore, mi veniva proposto un ruolo diverso, al quale sapevo adattarmi senza tradire la mia capacità di risolvere problemi.

So giocare di squadra ed ho capito come anche nel lavoro, sia importante e fondamentale. Quello che si può fare confrontandosi con altri professionisti, interagendo, è un valore aggiunto irrinunciabile. Oggi ho formato una piccola squadra, due fotografi e due operatori video, applicando anche nel lavoro quegli elementi imparati e sperimentati nello sport: un valore aggiunto di incredibile valenza, perché l’unione fa la forza.

Invito al Viaggio: Neva Leoni
Neva Leoni

Che lo sport sia formativo non solo per il fisico, ma soprattutto per la persona, l’ho sempre pensato. La bella chiacchierata con Alessandro, mi ha confermato questa convinzione.

Sentendolo parlare con passione del suo ruolo in squadra e di come oggi quelle sue caratteristiche siano anche i tratti salienti del suo mestiere di fotografo, mi ha permesso di capire come addirittura nella composizione di una fotografia, del suo equilibrio, si possano ritrovare quegli schemi del campo da pallavolo.

Nelle sue parole che esprimono determinazione, creatività ma anche precisione, professionalità ho avuto il privilegio di incontrare il ragazzino che amava la fotografia, lo sportivo, il musicista che fanno oggi di Alessandro un fotografo di talento, ma soprattutto un uomo in gamba.  

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Paola Ferro
Paola Ferro
Particolarmente Anomala O Liberamente Assemblata Ferro (& fuoco) Artigiana di parole. Innamorata delle persone, costantemente a caccia di anime e le loro storie. “… che di mare ne sa, quanto le onde” (grazie a chi lo ha detto di me)
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