Invito al viaggio: Federico Cervellieri

“La fotografia per me non è una passione, ma Amore”

Invito al viaggio: Federico Cervellieri foto di gruppo dei Barber
Federico Cervellieri © scatto di gruppo per i Barber dopo un esibizione

Federico Cervellieri ha probabilmente scritto nel DNA, quella che lui non chiama passione, ma profonda dedizione per la fotografia. Il nonno, il papà e la zia hanno “seminato” in lui qualcosa che però, ha avuto bisogno di tempo per fare radici in uno spirito libero e introverso come quello di Federico. Una tradizione di famiglia che comincia nel 1890, con il primo studio di stampa a Trastevere per consolidarsi e trovare nuova linfa attraverso gli occhi e l’obiettivo di Federico. Luci e ombre, sono protagoniste nei suoi scatti, che raccontano persone attraverso sorrisi, “lampi” di un’emozione che spesso non si mostra all’occhio distratto di chi guarda. Paziente, ma soprattutto attento a cogliere proprio quei barlumi, Federico, non ama firmare le sue fotografie, ma fare in modo che siano riconoscibili.

Federico, fotografo per tradizione o per scelta?

Credo che sia per entrambe le cose. È innegabile che la fotografia scorra in qualche modo nelle mie vene, mio nonno ha aperto proprio nel cuore di Roma, il primo studio di stampa. In seguito, la mia famiglia si trasferì in Abruzzo, dove si sono occupati di eventi e reportage. Io ho fatto il giro lungo, vissuto un’altra vita in cui ho fatto il barman. Giocherellavo con le macchine fotografiche, ma evidentemente, ho dovuto fare un po’ di strada.

Invito al viaggio: Federico Cervellieri la malinconica allegria del blues durante rock per uno scatto
Federico Cervellieri © La malinconica allegria del blues durante “rock per uno scatto”

Quando e come la fotografia ha preso il sopravvento?

Un po’ alla volta, mi ha conquistato e come succede per l’amore vero, non ho avuto scampo. Qualcosa che covava sotto le ceneri, dentro di me, si è alimentato attraverso le esperienze maturate, tutte, hanno avuto il loro perché. Ero in Australia facevo reportage, ma le persone erano quelle che mi attiravano di più. Anche il mestiere di barman non è casuale e l’incontro con le persone e la loro psiche, mi hanno fatto innamorare. Mi piace riuscire a svelare e sorprendere, chi non riesce a mostrarsi del tutto: questa è la mia sfida. Sono partito dal nulla con una passione che avevo nel sangue ma da reinventare; questo oggi, da più di sette anni è il mio mestiere e sono felice di aver “riportato” un pezzetto di quella radice che aveva piantato mio nonno in Trastevere, di nuovo qui a Roma.

C’è un ambito, una confort zone dove ti senti più a tuo agio con la tua fotografia?

La mia attenzione si rivolge alla musica soprattutto, perché è lì che mi sento più a mio agio. Ho sempre amato la musica e con pazienza e determinazione, frequentando i luoghi dove si fa musica, ho cercato contatti ai quali mi sono proposto. È stata la fotografia stessa a ripagare i miei sforzi e con il passa parola, mi sono fatto il mio spazio. La moda è un altro ambito che mi piace molto, perché i modelli, per mestiere, tendono a nascondere la loro personalità stuzzicando la mia voglia di svelarla.

Invito al viaggio: un concerto e la bellezza di un errore di messa a fuoco
Federico Cervellieri © un concerto e la bellezza di un errore di messa a fuoco

Musica e fotografia: Rock’n Art + Rock per uno Scatto

Rock’n Art + Rock per uno Scatto per uno scatto nasce dall’incontro artistico tra Riccardo Nifosì, ideatore diRock’n Art una rassegna di arte e musica e la mia “creazione, Rock per uno Scatto. Chiacchierando del suo evento abbiamo pensato di includere Rock per uno Scatto. Questa mia idea nasce dalla voglia di dare la possibilità di liberarsi di ogni inibizione, fosse anche solo per uno scatto. Un modo per rivedersi, potendo andare oltre le proprie paure, “specchiandosi” in un io che spesso, per i pregiudizi dettati dalla società, non riusciamo ad esprimere. La nostra simbiosi si è trasformata in stimata amicizia e una collaborazione, dove continuiamo a convogliare idee, portando avanti le nostre amate professioni, come videomaker Riccardo ed io come fotografo, con la complicità della musica.

Quando non lavori, lasci la macchina fotografica a casa, o sei uno di quelli che non se ne separa mai?

Cerco sempre di averla con me, se qualcosa attira la mia attenzione, devo poter catturare quell’immagine, magari di uno sconosciuto, in uno scatto al volo: talvolta è proprio quello l’attimo fuggente da cogliere, quello che mi regala stupore e meraviglia.

Invito al viaggio: il chitarrista di Fasma Red durante la preparazione prima del video clip
Federico Cervellieri © il chitarrista di Fasma Red durante la preparazione prima del video clip

Quando fotografi cosa cerchi?

Il mio primo obiettivo è entrare in contatto con la personalità dell’artista, senza obbligarlo a fare cose che non gli appartengono. Comprenderlo, senza spingerlo. Il tempo è tiranno, è poco, ma bisogna ottenere il massimo. Con tanti di loro, fortunatamente, si instaura un bel feeling, grazie al quale, la sua libertà di espressione, rimane al centro. Aspetto il momento in cui il corpo si rilassa e si lascia andare e il mio clic, deve coglierlo.

Che rapporto hai con la post- produzione?

Sono nato con la pellicola dove non si poteva fare più di tanto. Lo scatto è l’attimo da cogliere, che poi va, fugge. Dopo è finzione, la post- produzione se portata agli eccessi, non fa per me.  Mi piace lavorare con le luci e prediligo i chiaroscuri, che possono sottolineare e dare risalto, sfumature invisibili agli occhi. Mi piace conferire alla composizione una certa teatralità. Non mi piace la firma sotto la foto, ma mi piace fare in modo che chi guarda, con un’occhiata, la riconosca come mia.

Invito al viaggio: Federico Cervellieri un lottatore di MMA per uno shooting su richiesta la seconda e ultima in bianco e nero
Federico Cervellieri un lottatore di MMA per uno shooting su richiesta la seconda e ultima in bianco e nero

Ami farti fotografare?

Mi ritraggo da solo, per capire meglio certe dinamiche, per studio, ma diversamente se mi metti in posa, mi metti in soggezione. Preferisco il dietro le quinte.

Con te che viaggio facciamo?

Il mio viaggio fotografico è quello dei colori, la mia vita è in bianco e nero. Il mondo è fatto di colori, mentre dentro di me, non ci sono mezze misure. Sono molto introspettivo e riservato, ma quando scatto, lo faccio a colori. Ho provato il bianco e nero, in un solo scatto, che piace, ma quando la riguardo non la vedo, non mi appartiene.

Invito al viaggio: Federico Cervellieri una ballerina di samba
Federico Cervellieri una ballerina di samba

Che cosa chiedi alla fotografia?

Chiedo a me stesso attraverso la fotografia di cogliere quello che mi circonda, soprattutto di far sorridere le persone, scardinando anche le introversioni, le diffidenze, che forse sono anche le mie.

Cambieresti qualcosa del tuo percorso?

Sono felice del mio oggi e non rimpiango niente. Sono convinto che tutto quello che ho fatto, avesse come scopo di portarmi qui.

Invito al viaggio: Federico Cervellieri The Core durante uno shooting per il loro album2
Federico Cervellieri The Core durante uno shooting

Cos’è la fotografia in una parola per te?

Amore, amore vero. Non è passione, non è un innamoramento che come si accende, si spegne, si esaurisce. Credo di più nella dedizione, giorno dopo giorno, quella che costruisce un rapporto, che ti fa crescere. Una relazione per la vita, appunto. Il fotografo è come un pittore, ma a differenza del pittore che dipinge quello che ha in mente, il fotografo ha in mente il dipinto e lo cerca per fotografarlo.

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Paola Ferro
Paola Ferro
Particolarmente Anomala O Liberamente Assemblata Ferro (& fuoco) Artigiana di parole. Innamorata delle persone, costantemente a caccia di anime e le loro storie. “… che di mare ne sa, quanto le onde” (grazie a chi lo ha detto di me)
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