Vengo da una famiglia in cui si è sempre respirata la musica, era inevitabile per me seguire questa traccia
Ho conosciuto Claudio Gay qualche anno fa, ma ho avuto l’occasione di lavorare con lui solo recentemente, in occasione del concerto Laborintus II di Luciano Berio, su testo di Sanguineti, messo in scena in Sala Verdi del Conservatorio di Milano in occasione di Book City, con la direzione del coro di Mirko Guadagnini e la direzione d’orchestra di Michelangelo Rossi. Non ho perso l’occasione per fargli qualche domanda sulla sua vita e la sua attività.
Claudio nasce a Milano nel 1988. Si diploma in pianoforte e composizione al Conservatorio G. Verdi di Milano, specializzandosi poi in composizione di musiche per film presso l’Accademia Chigiana di Siena, sotto la guida di Luis Bacalov. Parallelamente studia recitazione a Campo Teatrale a Milano, e successivamente presso il Laboratorio di Formazione Permanente di A.T.I.R. Teatro Ringhiera. Nel 2010 è “composer in residence” presso l’International Center for Composers di Gotland (Svezia). Nel 2014 la sua opera “Tre Cose (a Caso) sull’Amore” viene prodotta dalla Biennale Musica di Venezia. Dal 2018 al 2020 ricopre il ruolo di direttore artistico della stagione di musica da camera dello Spazio DiLa’ (Milano), dove attualmente è impegnato come regista, attore e insegnante dei corsi di recitazione. Nel 2021 la sua opera “Don Perlimplino”, di cui ha curato anche la regia, debutta al Circolo Filologico Milanese.
Vieni da una famiglia di musicisti, vero? Me ne parli?
A dire la verità vengo da una famiglia in cui si è sempre respirata la musica. Mio padre è stato un grande violinista e, soprattutto, un grande didatta, mentre mia madre viene dal mondo della danza. A casa dei miei nonni, da quando mi ricordo, ascoltavo le audiocassette di esibizioni di Callas, Tebaldi, Simionato… era inevitabile per me seguire questa traccia.
Quindi hai la musica nel DNA. Come è nata invece la tua passione per il Teatro?
Come per la musica, non saprei dirlo. È una cosa che mi appartiene da sempre, soprattutto grazie a mia madre, che metteva me e mia sorella e la baby-sitter (avevamo 5 o 6 anni all’epoca) dietro le quinte di ogni suo spettacolo. Poi mi sono appassionato a questo mondo e ho cominciato a studiare. Ma sempre con l’entusiasmo del bambino di sei anni dietro le quinte. Sono stato fortunato.
La prima opera che hai scritto in assoluto e la prima che è andata in scena?
La prima opera che ho scritto è un ricordo bellissimo, ed è anche la prima che è andata in scena. Un lavoro, un po’ acerbo ovviamente (avevo 20 anni), sulle Troiane di Euripide; autoprodotto, per non dire gratis, mettendo insieme tutti i compagni di studi che avevo a quell’epoca, molti dei quali ora stanno facendo una splendida carriera. Da quel momento ho capito sulla mia pelle quanto il mondo del teatro e il mondo della musica possano convivere e fare del bene l’uno all’altro.
Un autore contemporaneo che ti ispira maggiormente
Senza ombra di dubbio Philip Glass, soprattutto la sua produzione operistica, purtroppo abbastanza sconosciuta in Italia.
A proposito di musica leggera cosa ti piace?
Ho una passione segreta per i Franz Ferdinand e per i Red Hot Chili Peppers.
Come è nato Perlimplino?
Da quando ho “incontrato” Garcia Lorca, negli anni di studi teatrali, ho pensato di aver trovato un autore che più che un autore è un amico, come mi è successo con Schubert, parlando di musica…
Ci sono certi autori che ti entrano nell’anima. E Perlimplino parla di qualcosa che veramente appartiene a tutti: l’amore non corrisposto, che lacera talmente tanto l’anima da farti inventare un alter ego, un doppleganger che, grazie alla magia del teatro e della musica, può diventare “reale”. La prima ha avuto come esecutori cantanti Lorenzo Bonomi, Silvia Gay, Eleonora Colaci, Delia Rimoldi. Al violino: Maria Teresa Amenduni, al clarinetto: Daniele Primucci e al pianoforte: Maddalena Miramonti.
Preferisci recitare, suonare o comporre?
Amo fare tutte e tre le cose al meglio, e, quando possibile, combinarle insieme.
Nel prossimo futuro?
Nel prossimo futuro i progetti sono tanti, sia come attore, sia come pianista, sia come compositore! Ho in ballo una performance con testo ed elettronica live sulle “Città Invisibili” di Italo Calvino a cui tengo molto, e tanti progetti in cui sarò attore e altrettanti in cui sarò pianista.
Per seguire la tua attività?
Non sono molto “social”, purtroppo, ma propongo di seguire, sia su facebook che su instagram la pagina della Spazio DiLa’, o i miei contatti personali: Claudio Gaj su facebook (e’ una lunga storia) o oidualc19688 su instagram.
Grazie Claudio, a presto!
Grazie a te e a voi!