A tu per tu con la band IrreAle, in uscita con il loro album d’esordio intitolato “Sono lì”
Si intitola “Sono Lì” l’album che segna l’esordio della band IrreAle, fondata dalla cantautrice Irene Burratti e dal chitarrista Alessandro Usai. Approfondiamo la loro conoscenza.
Che sapore ha per voi questo progetto?
Per noi questo progetto ha tantissimi significati. È ciò che siamo riusciti a creare partendo da un’idea, da un concetto di fiducia e da una collaborazione molto importante. Sicuramente è il sapore di un’idea concretizzata. Un progetto anche ambizioso e diverso che speriamo possa essere ascoltato e apprezzato.
Quali sensazioni e quali stati d’animo vi piacerebbe trasmettere a chi ascolterà questo lavoro?
Il disco è nato da una forte esigenza narrativa, provare a mettere nelle canzoni parte del nostro vissuto. Le riflessioni che ci hanno ispirato sono quelle della vita e delle esperienze attraversate. Ogni traccia è una riflessione su qualcosa di realmente visto e interiorizzato; il nostro messaggio primario è la sincerità di espressione, lontano da ogni obiettivo non strettamente artistico.
A livello sonoro, a cosa si deve la scelta di sonorità acustiche e di questo spirito analogico?
Abbiamo deciso di mantenere un sound acustico perché ci è sembrato coerente con i contenuti narrativi ed effettivamente più vicino al concetto di intimità che abbiamo cercato. Le chitarre acustiche dialogano molto fra loro e il pianoforte lega tutta la musica. Inoltre, la scelta di includere il vibrafono e le percussioni rende tutto un po’ sognante e sottolinea le diverse atmosfere.
Quali skills, quali abilità, pensate di aver sviluppato lavorando a questo progetto?
IrreAle è stato un grande esempio di fiducia e collaborazione musicale. Abbiamo scelto il primo pezzo da creare insieme, e da lì abbiamo poi composto tutti gli altri brani. Andando avanti è stata sempre di più una sorpresa. Credo che i nostri processi di creazione si siano compensati, a volte sono stati consequenziali ma spesso uno influenzava l’altro e viceversa. Dopo la prima stesura del brano “Sono lì” sono arrivati tutti gli altri pezzi, in maniera naturale e sempre con lo stesso processo di fiducia. Ognuno rispettava e stimava il lavoro dell’altro. Questa è una grande skills e una grande abilità per noi.
Che ruolo gioca la musica nel vostro quotidiano?
La musica per noi è qualcosa di naturale e sempre presente. Ci sentiamo, da quando siamo nati, avvolti da una colonna sonora che, partendo da quella dei nostri genitori, si è evoluta e sviluppata in tanti ascolti di diverso genere. La musica accompagna gli anni che passano e sottolinea le diverse età, le diverse ere dell’esistenza. Lei sa educare la nostra sensibilità e sa insegnarci come relazionarci con gli altri. Se è sincera trasmette realmente ogni giorno delle regole di vita, dei consigli e la speranza per andare avanti.
Tra di voi, coltivate altre passioni comuni oltre alla musica?
Credo che una passione in comune tra me e Alessandro sia viaggiare, come anche stare a contatto con gli animali e la natura. Tutte queste cose sono, inoltre, una grande fonte comune di ispirazione.
Dove vi vedete tra dieci anni?
Il nostro obiettivo è di poter portare in giro nei prossimi anni il nostro disco attraverso i live e continuare a raccontare questo nostro progetto dal vivo. Ci farebbe molto piacere poter aggregare in un futuro una nicchia di persone che abbiano davvero voglia di ascoltare e cogliere ogni nostra attenzione sonora e verbale.