Invito al viaggio: Jean Luc Umberto Bertoni

Jean Luc Umberto Bertoni un Editore in Viaggio. “Ho sempre concepito la mia vita senza confini, non mi creo confini o limiti. Dove è possibile fare, cerco di fare”

Invito al viaggio: Jean Luc Umberto Bertoni Jean Luc Umberto Bertoni Fare l’editore è un grande privilegio, perché hai la possibilità di leggere tante storie
Jean Luc Umberto Bertoni Fare l’editore è un grande privilegio, perché hai la possibilità di leggere tante storie

Ho incontrato Jean Luc Umberto Bertoni, in viaggio, appunto. L’occasione è stata la presentazione di un cortometraggio, tratto da un romanzo edito proprio dalla Bertoni Editore. Nonostante arrivasse da Perugia, passando per Roma e con qualche imprevisto ferroviario e una palese stanchezza, Jean Luc, mi colpì per la sua spontanea capacità di dialogo e il suo divertito racconto.

Prima che mi fosse presentato, (avessi fatto una scommessa, l’avrei persa) mai avrei immaginato che fosse l’editore in persona. Eppure, quando, chiamato in causa, ha cominciato a parlare del libro e di quanta bellezza si possa spargere con le parole, di quante cose buone si possano fare, non avrei più avuto alcun dubbio.

Era lui l’anima della Casa Editrice, quello che ci metteva non solo la faccia, ma anche l’anima e il cuore. Oggi ho voluto condividere la sua storia, perché penso che si abbia bisogno di credere possibile anche l’improbabile. Con la voglia di fare, con determinazione e pazienza, con l’aiuto degli altri (che è fondamentale), si possono costruire sogni, che per questo diventano progetti.

Come e perché diventi editore?

L’attività di pubblicare libri parte da lontano, in tempi non sospetti, quando ancora avevo un centro culturale, La Minerva Etrusca. Inoltre, nel mio passato ho avuto anche una grande tipografia in Umbria, dove mi sono occupato da sempre di grafica e comunicazione. La cultura, lo spettacolo, il sociale sono sempre stati il mio pallino; quindi, pubblico bene o male, da circa trent’anni. Il marchio Bertone Editore, invece, nasce molto più recentemente, cinque anni fa, anni fa nel 2016, quando facevo ancora il consulente nel terzo settore.

È stata la pubblicazione di un libro a segnare la svolta: Tu con me, è la storia vera di Roberta Salvati scritta da lei e dalla giornalista Veronica Fermani, che racconta l’altra faccia del cancro, quella della vita che esplode all’improvviso, dell’amore incondizionato, della bellezza di una giornata di pioggia, di uno starnuto, di una passeggiata all’aria aperta.

Questo libro ci ha stravolto l’ufficio, è stata un’onda incredibile che mi ha spinto a dedicarmi completamente, ad un’idea, al sogno che avevo da sempre, ma che pensavo di realizzare più avanti. Il bello della vita è proprio questa sua imprevedibilità, che spesso ci spinge ad osare come non avremmo immaginato. Da lì mi sono dedicato totalmente ai libri.

Jean Luc Umberto Bertoni, un nome che è già una storia: me la racconti?

I miei genitori andarono in Francia per ragioni diverse, mio padre perché i suoi vi si trasferirono, mai mamma per amore. Sono nato in Francia e di lì, Jean Luc, poi Umberto perché era il nome del nonno. Ad un certo punto i miei decisero di tornare in Italia e, per questo, mandarono avanti me.

Ho vissuto da dieci a diciannove anni con mia nonna in un paesino nell’entroterra di Perugia, dove ho frequentato l’oratorio, le associazioni giovanili. Il primo lavoro retribuito me lo commissionò a sedici anni l’AVIS, per la quale feci un calendario. Diciamo che il mio interesse è sempre stato per il terzo settore, il volontariato, la cultura in genere e il viaggio, una componente importante del mio modo di essere.

Invito al viaggio: Jean Luc Umberto Bertoni
La lettura è la forma di evasione più sana. La lettura ti fa viaggiare, placa le ansie, ti permette di “prenderti” una pausa dalla routine quotidiana, dagli impegni. Leggere è prendersi cura di sé

Editore in Viaggio: perché ti definisci così?

Fare l’editore è un grande privilegio, perché hai la possibilità di leggere tante storie (e fa tanto bene!), poi farlo come faccio io, ancora di più. Prima del Covid per seguire le tante fiere, i festival, le rassegne, le presentazioni ed essere a fianco dei tanti autori sparsi in tutta Italia, facevo più di 50000 Km, praticamente ero sempre con la valigia in mano.

Questo è il viaggio fisico, anche se il più importante, credo sia quello mentale. Siamo sempre in fermento con nuovi progetti, quindi fermi, mai. La lettura stessa è “il viaggio”. Quelli che si avvicinano al mondo del libro, come della musica, dell’arte, sono persone già dotate di una certa sensibilità e questa è una grande fortuna. In ogni viaggio che faccio, ho la possibilità di crescere, di raccogliere altre storie dalle tante persone che incontro, quelle dei luoghi, della tradizione, in una scoperta continua ed inesauribile.

Con la sincerità che ti contraddistingue, dimmi, che editore sei?

Anomalo, non sono mai dietro la scrivania, non mando avanti gli altri. Non sarò mai quello che decide ma manda avanti curatori, selezionatori. A me piace pubblicare quello che mi piace leggere. Questo è un mestiere che se non hai passione, è meglio non fare: spesso si combatte con montagne di scartoffie e problemi; senza il “fuoco sacro”, è meglio lasciar perdere.

Ci sono tante cose da gestire, ma sono orgoglioso dei miei collaboratori: questo è un progetto di squadra, dove ognuno è parte importante e fondamentale. Oggi sono felice che mio figlio, che ho lasciato libero di scegliere, dopo altre esperienze, abbia deciso di entrare nel gruppo. Il suo è un occhio critico che ha portato nuova linfa e arricchisce di molto il mio lavoro.

Pochi giorni fa, facevo una riflessione, molto personale e mi sono detto che, nella vita, con le mie scelte, ho voluto tenere distanti da me certe brutture. Sono un cultore del bello, che mi prefisso di portare ovunque, o almeno ci provo. Credo che sia una responsabilità che non si possa delegare, un impegno e un dovere.

 Quando vedo un bambino sfogliare un nostro libro, provo la soddisfazione più grande
Jean Luc Umberto Bertoni Quando vedo un bambino sfogliare un nostro libro, provo la soddisfazione più grande

Il tuo lettore preferito?

Quando vedo un bambino sfogliare un nostro libro, provo la soddisfazione più grande. Probabilmente, ci saranno periodi in cui si allontanerà dalla lettura, ma quel seme, magari lo farà tornare ad interessarsi dei libri. Un segnale importante, perché sono proprio loro il nostro futuro e la nostra speranza.

La Bertoni Editore di cosa si occupa?

La Casa Editrice è un po’ il mio alter ego, perciò, seguiamo tante tematiche sociali sia con la narrativa che con le biografie di artisti come Paolo Vallesi, Alessandro Canino, di Valeria Rossi (Sole Cuore, Amore), o ancora, quella di Cristiana Ciacci, Mio padre Little Tony, dove si possono toccare tematiche importanti.

Un esempio è l’anoressia, una delle problematiche più diffuse e le pubblicazioni possono essere un valido aiuto, non solo per chi ne soffre, ma anche per le famiglie e questa, è la soddisfazione più grande. Per i bambini ci siamo specializzati con una collana indirizzata a bambini dislessici o con problemi di autismo, che grazie a lettere e simboli, imparano a leggere autonomamente.

Mi considero molto fortunato, a volte penso una tematica che mi piacerebbe affrontare come editore e poi poco dopo mi viene fatta una proposta… che sia il caso o il destino, sta di fatto che non so nemmeno io come arrivano, ma arrivano.

Quanto è importante leggere?

La lettura non è solo un arricchimento personale, ma un esercizio all’empatia. Inoltre, secondo me, l’uomo ha bisogno di evadere dalla realtà e la lettura è la forma di evasione più sana. La lettura ti fa viaggiare, placa le ansie, ti permette di “prenderti” una pausa dalla routine quotidiana, dagli impegni. Leggere è prendersi cura di sé.

Sei più imprenditore o sognatore?

Pensa che in un periodo della mia vita, sono stato anche un inventore, ho fatto una scatola a soffietto in un unico pezzo che includeva anche il coperchio, una cappa particolare, insomma due, tre idee, che mi hanno fatto vivere bene qualche anno. Non sono un bravo imprenditore, sono un “imprendi-sognatore”.

Ma soprattutto mi considero un uomo libero, da tutti i punti di vista. Ho sempre espresso il mio pensiero, ho sempre fatto le mie considerazioni, in qualunque situazione o ambiente. Faccio fatica a seguire dei diktat, anche per il servizio militare, potendo scegliere, scelsi l’obiezione di coscienza.

Il rammarico più grande?

Quello che a me dispiace di più è che oggi troviamo persone, che non solo non leggono, ma se ne vantano. Questo è terribile. Il dubbio è la base del nostro crescere e la curiosità ci mantiene giovani, alimenta e stimola la nostra anima. Chi crede di avere la verità in tasca, ha già finito di “vivere”. Ci sono novantenni che sono più giovani dei giovani.

C’è qualcuno o qualcosa che ti ha ispirato a fare l’editore?

Se oggi faccio l’editore lo devo anche alla bibliotecaria del mio paese, Eleonora, una donna simpatica e accogliente e a Luigi Pirandello, il primo grande autore che ho letto. A lui e al suo pensiero critico, sono molto legato come a Uno, nessuno e centomila, su tutti.

Invito al viaggio: Jean Luc Umberto Bertoni La lettura non è solo un arricchimento personale, ma un esercizio all’empatia
Jean Luc Umberto Bertoni La lettura non è solo un arricchimento personale, ma un esercizio all’empatia

Ritornano le fiere del libro in presenza, è un segnale importante per la ripartenza?

Sono stato a Torino, dove abbiamo respirato una bella atmosfera positiva. Tante pubblicazioni e soprattutto la voglia d fare. Ora siamo alla vigilia della fiera di Roma, per la quale c’è un po’ di tensione, da parte di tutti ma siamo speranzosi. La speranza non manca mai e anche nei periodi bui, ci sono lampi di speranza; nella pandemia, per esempio, molti genitori hanno trovato il tempo, di leggere i libri con i loro bambini. Una cosa che dovrebbe essere normale, ma purtroppo non lo è.

Se potessi esprimere un desiderio?

Tante cose…L’invito che faccio spesso, è di leggere ad alta voce in casa ed anche alle persone anziane, per le quali la lettura è come una carezza. Dedicare un po’ di tempo a persone sole, che non sono in grado di leggere, è davvero importante. Sono convinto che faccia del bene anche a chi legge, perché si impara tanto, si conserva la memoria, si conosce la storia da chi l’ha fatta, da chi l’ha vissuta. Non è mai a senso unico, si dà, ma si riceve forse di più. Poi vorrei che le Biblioteche e librerie, fossero considerate polmoni delle città e come tali, tutelati e preservati come se fossero dei “luoghi di culto”.

Un viaggio “buono” al nostro amico editore e una buona lettura a tutti

Condividi su:
Paola Ferro
Paola Ferro
Particolarmente Anomala O Liberamente Assemblata Ferro (& fuoco) Artigiana di parole. Innamorata delle persone, costantemente a caccia di anime e le loro storie. “… che di mare ne sa, quanto le onde” (grazie a chi lo ha detto di me)
Top