Un direttore speciale, leggendario anche per la sua filosofia di vita che ci ha trasmesso: Ezio Bosso
Ezio Bosso è uno dei più grandi esempi di passione e impegno nel mondo della musica. Scomparso lo scorso anno, a pochi mesi dall’inizio della pandemia, Bosso si rivolse agli italiani parlando de lockdown come di un’occasione per stare a casa a immaginare un domani migliore. Insomma, con il suo animo sempre positivo, Ezio Bosso, per tanti anni affetto da gravi malattie neurodegenerative, è stato anche esempio di vita per moltissime persone.
A Ezio Bosso dedichiamo dedichiamo la nuova puntata di Musica Maestro, ripercorrendone la carriera.
Appassionandosi alla musica a soli 4 anni, seguendo le orme della prozia pianista, Bosso si dedicò da subito allo studio del pianoforte. A 16 anni, dopo il diploma al Conservatorio di Torino, debuttò come solista in Francia. Un giorno Ludwig Streicher lo convinse a studiare composizione e direzione d’orchestra a Vienna. Fu la svolta di Ezio Bosso.
Nel 1988 entrò a far parte degli Statuto.
In effetti non tutti sanno che Ezio Bosso, per un breve periodo, suonò il basso nel complesso che, qualche anno dopo, sarebbe diventato celebre con Abbiamo vinto il Festival di Sanremo.
Lasciando il gruppo per dedicarsi al jazz, Ezio Bosso proseguì la sua formazione diventando uno dei direttori d’orchestra più importanti nel mondo. Il pianista torinese, infatti, diresse nei Festival più prestigiosi in tutti i continenti. Tenne anche corsi in Giappone.
La malattia, emersa nel 2011, gli impedì definitivamente di suonare solo nel 2019.
Due anni prima fu nominato direttore stabile residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
Sempre molto delicato e altresì partecipe e coinvolto animosamente da quanto suonava l’orchestra, Ezio Bosso concentrava tutto sulla sua capacità di ascolto. Il direttore, per lui, deve anzitutto ascoltare, lasciando suonare l’orchestra a cui deve richiedere solo la massima attenzione. Il direttore è, con lui, il primo musicista dell’ensemble.
Fantasioso ed estremamente creativo, Ezio Bosso collaborò a lungo col violoncellista Mario Brunello.
Si creò così una delle accoppiate più storiche e più riuscite della musica classica.
Non solo le sue composizioni sono diventate celebri in tutto il mondo (basti pensare a The 12th Room o a Following a nord), ma anche le sue frasi di amore verso la vita. Il suo entusiasmo non è mai venuto meno, infatti, neppure con la grave malattia che lo portò alla morte a soli 48 anni.
Citeremo qui una sua massima che descrive alla perfezione la nostra rubrica.
La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi.
Ecco, Bosso è uno di quelli che ha saputo rendere magica la sua vita attraverso la musica. Ci piace ricordarlo con quella bacchetta in mano, capace di far sognare chiunque incontrasse il suo incredibile talento. E noi lo ricordiamo per tutto ciò che ci ha trasmesso con passione.