Il 28 febbraio di otto anni fa se ne andava Armando Trovajoli, inventore di un nuovo modo di fare musica
Armando Trovajoli è uno di quei nomi che, quando lo si legge tra gli autori di una produzione artistica, dà sempre la sicurezza di riaffacciarsi a qualcosa di qualità. Si ha la sensazione di tornare ad antichi sapori, di un’epoca irripetibile eppure viva nella memoria proprio grazie a musiche come le sue. Armando Trovajoli è legato infatti a numerose colonne sonore di spettacoli tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70. Oggi, 28 febbraio, nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa avvenuta nel 2013, vogliamo ricordarlo nella nostra rubrica Musica Maestro.
Già, perché Armando Trovajoli era prima di tutto uno dei più grandi Direttori d’orchestra.
Nato ancora durante il primo conflitto mondiale (1917), bambino prodigio, molto presto iniziò a suonare il violino.
A soli 20 anni, diplomatosi in pianoforte, entrò prima nell’Orchestra di Rocco Grasso e poi, due anni dopo, in quella di Sesto Carlini. Per Trovajoli quello fu lo sbocco verso il jazz, in una delle formazioni più importanti dell’epoca.
A 27 anni fondò il Club del ritmo, un gruppo di sei elementi, compresa la voce di Anna Maria Dionisi, che iniziò a esibirsi in vari teatri romani.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, poté finalmente completare gli studi al Conservatorio. Nel 1949, suonando insieme a Gorni Kramer e Gil Cuppini, rappresentò l’Italia al Paris Jazz Festival.
Da quel momento arrivarono una serie di incisioni discografiche, passate alla memoria per il titolo Musica per i vostri sogni. La raccolta porterà particolare fortuna a Trovajoli che, così, si affacciò presto anche al mondo della radio. Fu infatti uno dei primi a proporre in alcune trasmissioni dei contenuti jazzistici che unissero pianoforte e violino.
Questo lo portò a collaborare alla composizione delle musiche di Riso amaro, nel 1949.
La svolta di Armando Trovajoli arrivò così proprio a inizio anni ‘50.
Riconosciuto come un istrione capace di creare novità in un Paese che necessitava di ripartire con convinzione, fu chiamato dalla Rai per dirigere un’orchestra di musica leggera. Il Maestro impostò così un organico di trenta elementi, uno dei quali (al pianoforte) era lui stesso. Il Direttore d’orchestra, per Armando Trovajoli, doveva essere infatti mettersi in discussione quanto gli altri, vivendo in prima persona l’orchestra. Solo così avrebbe potuto tenere in pugno l’intero gruppo.
Fu infatti Maestro senza mai smettere di essere diretto da altri Direttori: nel 1951 suonò musiche di Gershwin al San Carlo di Napoli sotto la direzione di Rodzinsky e a Roma sotto la guida di Willie Ferreri.
Competenza e umiltà al tempo stesso.
Qualità notate immediatamente anche da Dino De Laurentiis, che nel 1951 lo ingaggiò per comporre la colonna sonora di Anna. Nel film di Lattuada, Silvana Mangano (con la voce di Flo Sandon’s) interpretava e ballava la celebre El Negro Zumbón, che si caratterizzava per i suoi ritmi tropicali.
Fu così che iniziò la carriera nel mondo del cinema per Trovajoli.
Nel frattempo, alternandosi con il Maestro Piero Piccioni, per due anni fu protagonista del programma musicale Eclipse. Lì si capì una volta di più la sua voglia di cambiare i canoni orchestrali della radio, andando sempre a ricercare un tipo di musica più sofisticata.
Nel 1953 diresse Flo Sandon’s esordendo al Festival di Sanremo con Viale d’autunno e fu subito vittoria.
Nel 1958 fu proprio Armando Trovajoli a fondare la prima Orchestra Stabile di Musica Leggera della Rai. A lui dobbiamo quindi l’organizzazione di uno degli ensemble più importanti d’Italia, per come lo conosciamo oggi.
Tanti i successi canori composti dal Maestro, ma niente fece letteralmente la storia quanto Roma nun fa la stupida stasera. Il brano, con le parole di Garinei e Giovannini, diventò un must della nostra musica grazie al suo fascino avvolgente e romantico.
Era il 1961, si trattava della colonna sonora di Rugantino, a teatro. In realtà la commedia doveva essere da subito un film (che sarebbe arrivato poi nel ’73 con Celentano protagonista), ma il cinema non mancò affatto nella sua carriera.
Prendete un film importante di quegli anni, uno qualunque: la colonna sonora nel 50% dei casi sarà di Armando Trovajoli.
La ciociara, I Mostri, Ieri, oggi e domani, Operazione San Gennaro, tante pellicole di Totò e Peppino: le musiche del cinema italiano anni ‘60 videro molto spesso la firma del Maestro. Tanti registi si affezionarono a lui, da De Sica a Risi, Scola, Magni e Vicario.
Parliamo di un compositore che sapeva unire il jazz al lato più romantico e altresì malinconico. Come fece poi, nel 1975, con la colonna sonora di Amici miei.
Sempre in quel periodo, nel ‘74, iniziò un’altra avventura di successo, sebbene complicata per Trovajoli: quella di Aggiungi un posto a tavola.
La commedia di Garinei e Giovannini non era il suo debutto teatrale, come abbiamo visto.
Nel 1974, dunque, fu chiamato ancora da Garinei e Giovannini per la commedia con Johnny Dorelli. Armando Trovajoli, ateo, trovò particolari difficoltà nel comporre canzoni adatte a quella storia. Eppure lo fece benissimo, con brani che ancora oggi sono nella storia per la loro straordinaria e allegra coralità.
Già, la coralità. Parola misteriosa per molti, ma non per Trovajoli: uno che sapeva dirigere solo se tra i musicisti c’era lui stesso, insieme agli altri. Perché la musica unisce e viene vissuta insieme.