Marco Guazzone: “La musica è il filtro con cui racconto ciò che vivo”

Quattro chiacchiere con Marco Guazzone, per approfondire la sua ispirata visione di vita e di musica

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Marco Guazzone si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Silvia Tofani

L’arte di saper cogliere i propri errori attraverso la scritta, un processo terapeutico che rappresenta per Marco Guazzone un vero e proprio flusso di coscienza. “Al Posto Mio” è il titolo del suo ultimo singolo, pubblicato lo scorso gennaio e che riscopriamo in questa versione speciale realizzata insieme alla prestigiosa Orchestra Di Roma, due volte premio Oscar per “Il Postino” e “La Vita è Bella”.

Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “Al Posto Mio”?

Sicuramente la scrittura, che rappresenta per me un nuovo percorso. Una sincerità e una schiettezza che prima, forse, non avevo il coraggio di avere. Il testo della canzone nasce come un lunghissimo messaggio di WhatsApp che per fortuna non ho mai inviato, anche se poi è uscito e in qualche modo è arrivato a destinazione (sorride, ndr). L’altro elemento che mi rende orgoglioso, è aver avuto la possibilità di raccontare questa verità con l’Orchestra di Roma. Per un musicista è un sogno che si avvera.

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso del brano?

Sì assolutamente, senza ombra di dubbio il finale: “Adesso sai vorrei chiederti… ma tu, mi hai mai amato?”. Perché quando finisce una storia importante e ci si vede sostituito, è innegabile che faccia male. Quando ripercorri tutte le tappe attraverso le foto e i ricordi che ti sono rimasti, la domanda che riassume tutto il dolore e la rabbia è proprio questa.

Un romano trapiantato a Milano, hai riscontrato delle particolari differenze tra le due città?

Milano è una città a misura d’uomo, ho scoperto che è grossa quanto un quartiere di Roma. Mi piace tantissimo perché giro in bici tranquillamente in pianura, a differenza della Capitale che ha sette colli. Faccio delle passeggiate bellissime, arrivo in centro in una decina di minuti. E’ una città che funziona, la più europea che abbiamo in Italia. Di Roma mi mancano i tramonti, quella luce che illumina i monumenti, le strade, il Tevere e una serie infinita di paesaggi bellissimi.

Infatti, so che ti piace girare per la città in bicicletta. Non ti piace prendere i mezzi?

L’abbonamento ce l’ho, ma è scaduto (ride, ndr). Mi è sempre piaciuto girare in bici, poi ovviamente la metro la prendo se devo andare dall’altra parte della città. Mi piace tantissimo il tram, in particolare la linea numero 10, che mi porta a casa della mia cara amica Alessandra Flora, autrice con cui ho scritto proprio “Al Posto Mio”. Adoro questi tram un po’ vintage, dove al di sopra non si riesce a far nulla, né parlare al telefono né ascoltare la musica, perchè sferragliano tantissimo, ma sono bellissimi perchè danno la sensazione di restare sospesi nel tempo.

“Dimmi dell’India” recitava una famosa canzone di Samuele Bersani… di recente sei stato protagonista del concerto a Mumbai di Matteo Bocelli, che esperienza ha rappresentato per te?

E’ stato bellissimo, per me è stata la prima volta in India. Poter girare il mondo per la musica mi era già capitato in piccolo con i tour realizzati dopo Sanremo per presentare in Europa i miei progetti. Arrivare così lontano con la musica mi ha reso la persona più felice del mondo, accompagnare al pianoforte Matteo in alcuni concerti piano e voce, dove c’eravamo solo io, lui e il pubblico che impazzisce per la melodia italiana. Ho avuto la possibilità nei momenti di pausa di girare un po’ ed è stato un viaggio che mi ha cambiato la prospettiva su diverse cose, ho visto una povertà mai incontrata, ma vissuta con una positività e un sorriso che mi hanno veramente segnato. Credo di essere tornato arricchito da tantissimi colori e profumi, dall’altra parte anche alleggerito da una serie di problemi inesistenti che spesso pensiamo di avere. Mi ha riportato un po’ al nucleo di tutto.

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?

Direi che pesa per circa il 90% della mia vita, cerco di tenermi dei momenti comunque per me. La musica è il filtro con cui racconto ciò che vivo, ciò che mi succede esce fuori attraverso parole e note. Le canzoni sono i miei occhiali per vedere meglio le cose, non solo per raccontarle meglio, ma proprio per vederle meglio io in prima persona.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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