Mormile, il cantautore self made racconta i suoi “Anni Felici”
La storia di Paolo Mormile, giovane cantautore campano, è quella di chi ha incontrato la musica e non è più riuscito a lasciarla andare.
A parte qualche lezione di canto presa da ragazzo il suo percorso è da autodidatta, il suo talento si è quindi costruito passo dopo passo con impegno e soprattutto amore.
L’ultimo lavoro di Mormile è “Anni Felici” presentato lo scorso gennaio in cui l’autore “parla di chi si è sentito solo in mezzo alla folla. Fermo in un tempo che va troppo veloce.”
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Paolo per conoscerlo meglio.
Com’è nato il tuo ultimo singolo “Anni Felici”?
Anni Felici nasce dalla domanda che c’è alla fine del testo della canzone. Nasce quindi proprio da: “se ti chiedo sono anni felici, tu mi guardi e adesso cosa dici?”. Anche ora in realtà non saprei rispondere.
Da quanto tempo fai musica?
È una domanda particolare perché mi è sempre piaciuto cantare ma a 18 anni è diventata un’esigenza importante. A 17 scrivevo già testi che cantavo. Con un mio amico andavamo in una saletta e improvvisavamo, iniziando a muovere i primi scoordinati passi nella musica.
Cosa vuol dire per te fare musica?
È un mezzo espressivo: trovando il proprio linguaggio e la propria chiave si ha la possibilità di buttar fuori qualcosa che non conoscevi di te. La musica forse è il mezzo più potente per farlo perché comprende diverse sfere dell’animo. È un’esigenza d’espressione e anche un mezzo per sognare in grande.
Perché avete deciso di sciogliere la band Leitmotiv?
In realtà non ci siamo mai sciolti ma anzi mi stanno aiutando nell’arrangiamento di alcuni brani. Quindi è più corretto dire che si è interrotto il progetto comune. Il motivo principale era stato l’esigenza di uno dei ragazzi della band di voler scrivere i propri brani e questo vale anche per me.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?
Di sicuro fare una serie di live che a causa della pandemia sono stati fermi. Quando è ripartita la macchina sociale per farli stavo registrando. Ma ho voglia nell’immediato di cantare dal vivo. Inoltre, sto lavorando a qualcosa di interessate da mandare in giro.
Da bambino sognavi già di fare il cantante?
Sì, ricordo che da piccolissimo avevo già il sentore di voler fare qualcosa nell’arte. Già ascoltavo tanta musica e mi piaceva cantare.
Come ti vedi tra dieci anni?
In questo momento voglio ragionare nel periodo breve e più immediato anche perché sto lavorando anche nel mondo dell’architettura. Non nego che vorrei naturalmente trovare qualcosa di importante anche nella musica. È molto difficile proiettarsi da qui a dieci anni. Spero di vedermi bene e con ancora tanta voglia di fare.