Gabbani, Giusy Ferreri, Jovanotti: tante sorprese, ma il tormentone sarà solo uno
E’ sempre più estate, da Jovanotti a Francesco Gabbani si balla tantissimo. Talvolta, però non si fa solo quello.
Chi l’ha detto che in estate bisogna solo ballare con testi privi di significato? Un luogo comune assolutamente da sfatare, che non è mai stato vero nemmeno in passato. Lo avevamo già visto tempo fa nella nostra rubrica sui tormentoni.
I singoli musicali usciti il 24 giugno confermano che in estate si balla, ma talvolta lo si fa con testi importanti. Gabbani e Jovanotti su tutti.
Ma andiamo nel dettaglio delle principali novità settimanali.
Settimana scorsa avevamo preannunciato l’arrivo del nuovo brano di Giusy Ferreri. Non si è fatto attendere: eccolo Causa effetto. Un brano diverso da tutti i precedenti tormentoni estivi di Giusy, che più che a farci ballare sulle spiagge punta su un pop con sfumature rock, lasciandoci riflettere su un paio di temi. Siamo causa ed effetto di tutto ciò che ci accade, dice il ritornello. Non siamo noi a cambiare noi stessi e gli altri, ma è il mondo a rivoluzionare il nostro modo di essere con la sua legge di causa-effetto. Scelta coraggiosa quella della Ferreri, che sceglie un genere inaspettato rispetto a ciò a cui ci ha abituati nei mesi più caldi. Scelta da premiare, perché il pezzo è di qualità e ha un testo importante.
C’è tanta spensierata romanità in Hula Hoop,
il duetto che vede nuovamente protagonisti, a un anno di distanza da Makumba, Carl Brave e Noemi. I loro bassi timbri vocali si fondono creando una sinergia spettacolare, che regala colore a una melodia tutta in crescendo, quasi senza un vero ritornello.
Martedì è uscita Sensibile all’estate, la nuova canzone di Jovanotti. Lui sarebbe disposto a qualunque cosa pur di far vivere sempre l’estate a lei, amante della stagione calda che fa riassaporare la voglia di amore con tutti i suoi colori. Il sole, ancora una volta, in un brano di Jovanotti è simbolo di vitalità e serenità. Una bella ballata che si potrà cantare per tanti mesi, quest’anno a quanto pare più che mai viste le previsioni del meteo (Guarda che sole che c’è là fuori, sale la temperatura).
Dice tutto il titolo del brano di Ditonellapiaga: Disco (I love it).
Un brano indie che poggia soprattutto sull’inciso e quella ripetizione del titolo all’infinito, destinata a rimbombare nella nostra testa per tutta l’estate. La cantautrice romana mostra così non solo di aver capito le regole per creare un buon tormentone, ma anche di saper confezionare un genere tutto suo che segue il successo sanremese di Chimica. Ogni tanto servono anche artisti originali e lei lo è sicuramente.
La contemporaneità che torna a unire rap e pop (questa è ormai la nuova tendenza che sembra scalzare lentamente la trap) viene esaltata da Chiello. L’idolo di X Factor si lancia in una dedica d’amore sui generis, Dove vai?, che rappresenta il modo di esprimere sentimenti di oggi dei più giovani. Un po’ scanzonato, fintamente disinteressato, sostanzialmente tenero. Mentre si ascolta questa storia a tratti eroica (Io posso portarti in un posto sicuro dove mai nessuno potrà farti del male) con qualche eccesso (Vomito per stare alle tue regole), si lascia andare facilmente il piede a tenere il ritmo.
Ballare senza fermarsi sulle parole è una regola che non vale mai per le canzoni di Francesco Gabbani.
Il cantautore toscano non è mai banale, sin dai tempi di Amen e Occidentali’s karma. Anzi, verrebbe da dire che più il ritmo è danzante, più si può sospettare che Gabbani abbia voluto esorcizzare tasti dolenti della società, nascondendo messaggi forti nel suo brano. E’ proprio quanto si ripete con Peace & Love. Con una citazione di Bob Marley chiarisce subito la filosofia del pezzo: vogliamoci tutti bene, senza inutili strafottenze che inaspriscono la vita. Non abbiamo mai risposte definitive alle grandi domande esistenziali, né comprendiamo fino in fondo il valore pieno del nostro essere al mondo. Ci basterebbe ricordare, tuttavia, che siamo fatti di amore, a prescindere dal nostro credo religioso e dalla nostra cultura. C’è spazio anche per un ammonimento all’eccessiva libertà che non deve trasformarsi nel rischio della droga e della corruzione. E poi il colpo di genio di Gabbani: unendo versi di Ungaretti e Manzoni, crea una di quelle strofe che ci iniettano curiosità e cultura anche senza volerlo. Come nel suo consueto stile. E allora, La nebbia agli irti colli, dato il mortal sospiro, si sta come d’autunno, nei prati dell’emiro. E’ estate, ma il cervello non si spegne mai con Gabbani.
Tutta da ascoltare la romantica ballata Come le viole a fine aprile, che come sempre sa esprimere l’originalità di uno dei più preziosi talenti italiani: Bungaro. La riedizione di Katia, il brano di dieci anni fa di Eugenio Finardi che anticipa l’album Euphonia Suite, ci conferma che la bella musica non conosce tempo. Quando il suono è poetico, le orecchie si mettono in ascolto e l’anima trova una pace interiore. Urlare non serve a nulla: i grandi lo sanno.
Dunque tante novità anche questa settimana. I big sono quasi già presenti tutti all’appello della musica estiva. Rimane però una regola: in estate si cantano tormentoni, e alla fine il tormentone vero è sempre soltanto uno. Quale vincerà lo scettro quest’estate?