Andrea Rombolà: “Per fare il tour manager ci vogliono puntualità e credibilità”
Tempi. Ritmi serrati. Organizzazione. A volte è difficile immaginare il lavoro che c’è dietro un live show, piccolo o grande che sia. Responsabilità e precisione sono la chiave per chi intraprende la strada del tour management.
Noi abbiamo avuto modo di intervistare uno che di show ne ha organizzati tanti con artisti oggi più che mai sulla cresta dell’onda come Irama e Rocco Hunt per citarne alcuni.
Andrea Rombolà, Rombolaus sui social, di strada nel mondo della musica ne ha fatta tanta, vivendo in prima persona l’evoluzione del mezzo digitale che è entrato appieno nelle strategie comunicative degli artisti. Ecco cosa ci ha raccontato.
Professione tour manager. Quanto contano oggi le PR in un mondo come quello della musica e perché?
Dietro una grande azienda, agenzia o personaggio, deve esserci sempre un bravo PR. Le relazioni sono sempre state fondamentali, ancor di più ai giorni nostri con la digitalizzazione dove il comunicare e tenere rapporti solidi mediante uno strumento come i social media è fondamentale.
Il lavoro delle PR si è evoluto con la digitalizzazione. Il rapporto umano rimane fondamentale ed è quello che preferisco ma di altrettanta importanza rimane il network delle relazioni online.
Oggi la musica è ripartita. Ma quanto conta muoversi in anticipo per assicurarsi una continuità di date e location per gli artisti che segui?
Dietro l’organizzazione di un tour c’è un lavoro di logistica incredibile. Ci sono sia tutti gli iter standard da seguire che comprendono le esigenze dell’artista e del team, ma soprattutto il problem solving, legato a tutti gli imprevisti che puntualmente capitano ad ogni tappa.
Irama, Rocco Hunt e non solo. Gli artisti sono diversi ma quali caratteristiche non possono mai mancare al tour manager?
Puntualità: non solo per quanto riguarda me ma il coordinamento di tutto il team che deve seguire una scaletta e degli orari definiti.
Credibilità: mi piace dare visibilità a quello che faccio ma la cosa più importante ritengo che sia l’essere credibile e soprattutto una persona di fiducia su cui talent e artisti di così alto livello sanno di poter contare.
Quanto i social hanno stravolto il mondo della musica e quanto per un’artista che oggi vuole farsi conoscere è necessario saperli gestire?
Una volta l’unico modo che un artista aveva per farsi conoscere era raccontarsi esclusivamente attraverso giornali e televisione, quindi attraverso la figura di un intermediario.
Ora, grazie ai social, un artista può raccontarsi senza filtri e senza qualcuno che racconti (e interpreti) i suoi messaggi. Questi sono uno strumento potente da saper padroneggiare con maestria.
Hai avuto tante esperienze, in primis quella che ti lega a Francesco Facchinetti alla Newco Management. Che ricordo ne hai e cosa ti ha insegnato?
Facco è il mio mentore. Lui mi ha dato la chance tanti anni fa di crescere, imparare, sbagliare, rimediare e misurarmi in questo bellissimo mondo che è la musica.
Molti mettono superficialmente il suo cognome davanti, facendo collegamenti con il padre, ma Francesco è un imprenditore e un visionario. A lui devo davvero tutto e ogni giorno imparo qualcosa solo standogli vicino.