Impariamo a conoscere Luciano Pagetti, attore, regista, fondatore della compagnia il Pioppo
Luciano Pagetti ha vinto numerosi premi per la regia degli spettacoli allestiti, fra cui: benemerenza civica con medaglia d’oro del Comune di Lodi, benemerenza civica con medaglia d’oro del Comune di Tavazzano, Premio Rotary.
Tra i molti spettacoli che l’hanno visto in scena e/o come regista ricordo l’”Annuncio a Maria” di Claudel, “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, “Le smanie per la villeggiatura” di Goldoni, “Le nozze di figaro” di Beaumarchais.
È stato – fra l’altro – attore in “Ondine” di Giraudoux (andato in scena presso il Teatro Franco Parenti di Milano per la regia di Andrée Ruth Shammah). Ed è in quel contesto che l’ho conosciuto avendo anche io due parti in quel lavoro. Ma entriamo nel suo mondo teatrale e nel suo rapporto con la musica.
Come hai scoperto la tua passione per il teatro e come?
Credo sia una questione un po’ genetica, anche mio padre e mio nonno amavano calcare le scene in gioventù, a livello amatoriale. Nel dopoguerra esisteva nel piccolo paese in cui abitavo, un teatrino dove si organizzavano allestimenti teatrali.
Io sono stato letteralmente “messo” sul palcoscenico di quel teatro ai tempi dell’asilo. Il fatto di essere spigliato e di trovare divertente recitare “un gioco magico” ha fatto sì che avessi ruoli sempre importanti in quelle piccole recite. Mi ricordo che il teatrino era meraviglioso, ai miei occhi di bambino, con i suoi scenari di boschi dipinti.
Con la costruzione di un cinema-teatro, ogni attività rappresentativa si era spostata lì, e il teatrino era diventato un deposito di mobili.
Ricordo con affetto di aver partecipato a una commedia molto speciale: sul palco con me c’erano mio padre e mio nonno: tre generazioni di Pagetti. Io, il piccolo, ero in terza elementare.
La coscienza piena di possedere una vera passione per il teatro l’ho avuta a università iniziata. Non ricordo in che anno di preciso io sia stato contattato dall’Oratorio di Tavazzano, dove vivevo.
Memori delle mie capacità passate, mi hanno affidato sulla fiducia la parte principale. È in quell’occasione che mi sono reso conto che non avrei mai smesso di fare teatro.
Ho co-diretto la Compagnia Teatrale di Tavazzano per alcuni anni; poi nel 1981 ho fondato, con il supporto di mia moglie, la Compagnia Il Pioppo di cui sono regista e al tempo stesso attore.
Nel corso degli anni ho seguito vari corsi: per la regia, con Enrico d’Alessandro; per la recitazione molti altri, assieme a svariati seminari, che mi hanno permesso di affinare la tecnica attoriale e registica.
Le difficoltà nel gestire e tenere unita una Compagnia per più di quarant’anni sono state molte e immagino comprensibili per tutti: il nostro è un gruppo numeroso in cui si sono avvicendate, come in ogni gruppo, individualità diverse.
Tra le criticità più spinose abbiamo da sempre quello di trovare un luogo adatto dove provare, e un altro, altrettanto indispensabile, dove conservare scenografie e costumi. Più di cento persone hanno fatto parte della Compagnia.
Numerosi sono stati i premi vinti nei vari concorsi indetti da organizzazioni teatrali e molti i riconoscimenti.
La prima volta che sei stato su un palco a recitare?
Come dicevo prima all’asilo. Credo avessi quattro anni. Mi avevano affidato la parte di Brontolo in Biancaneve. Ma sono indeciso: potrei aver interpretato prima Hansel in “Hansel e Gretel”.
Ricordo ancora la gabbia in cui ero stato rinchiuso dalla strega e la paura che mi facevano gli effetti luminosi. Ancora non lo sapevo, ma la magia del teatro non mi avrebbe più lasciato
Hai partecipato a diversi spettacoli come voce recitante con musica. Me ne parli? A quali sei più affezionato?
Ho partecipato e diretto molti spettacoli con musica in cui ero anche voce recitante.
Amo ricordare “Addio mia bella addio” con i musicisti della “Piccola Banda Rebelde” e la mia Compagnia Il Pioppo: era uno spettacolo sulle atrocità della prima guerra mondiale. Letture alternate a musiche inerenti all’epoca e la situazione.
Con emozione rammento ancora una replica al Teatro alle Vigne di Lodi a cui parteciparono più di 800 ragazzi di varie scuole e di varie età. Hanno seguito lo spettacolo senza fiatare, colpiti e certamente toccati profondamente; un seme era stato lanciato.
Un’altra riuscita cooperazione tra Pioppo e La piccola Banda Rebelde è stato lo spettacolo “Biglietto senza ritorno”, per la Giornata della Memoria.
Sono stato voce recitante, indipendentemente dalla mia Compagnia, in molti spettacoli con e di musicisti.
Ne cito alcuni: ho interpretato il Musico-Poeta lettore delle “Odi per le Nozze del Duca di Parma e Piacenza Ranuccio II Farnese, con Maria d’Este”. Titolo dello spettacolo “Le antiche danze” – dodici suites cameristiche per Danza strumentali dell’Opera Prima di Frà Elzeario Pizzoni (1669); violino, viola e basso continuo, clavicembalo e violoncello.
Ricostruzione delle linee strumentali superiori, e prima esecuzione in tempi moderni di Mario Giuseppe Genesi.
Lettore nello spettacolo” C’è ancora la strada”, testimonianze su esperienze personali in specifiche situazioni nel periodo del Covid. Commistione di parola, danza e musica. Al pianoforte Alberto Braida.
Interprete di Paolo Gorini, famoso scienziato lodigiano, nello spettacolo “L’è lu, l’è lu…l’è Gorini” regia di Piera Rossi. Allestito nel suggestivo chiostro dell’Ospedale Vecchio di Lodi, l’azione scenica era sostenuta dalla musica di Sara Galvanelli, bravissima fisarmonicista, che ha suonato anche vari altri strumenti.
Quello a cui sono particolarmente affezionato, però, è lo spettacolo ” Mozart un animo fanciullo con la scintilla del genio”. Spettacolo rielaborato a due mani, da Enrica Manenti e da me, tratto principalmente dall‘ “Epistolario di Mozart” a cura di Enrico Castiglione, e dalla “Vita di Mozart” di Stendhal.
Il soprano Elena Bertuzzi è stata l’interprete dei brani tratti dalle opere di Mozart, i musicisti di Musicarte hanno sia accompagnato la cantante e sia suonato a loro volta passaggi sinfonici.
In ultimo aggiungo “Un Uomo chiamato Brecht” lavoro di rielaborazione della sua imponente opera (Manenti-Pagetti). Al piano: Deborah Ledesma che ha suonato i brani originali di Kurt Weill per “L’opera da tre soldi”. Le voci: Chiara Barbareschi, Marina Angiuli.
Hai collaborato con Musicarte e Musicaltra, di cosa si tratta?
Musicarte è un’associazione culturale musicale che diffonde cultura nell’esclusivo territorio lodigiano, organizzando eventi dove musica e per lo più parola poetica interagiscono.
Fondatrice è stata Laura Pietrantoni; appassionata di musica da sempre, si è diplomata al Conservatorio di Roma.
Con Musicarte ho partecipato a molti spettacoli; cito solo quelli che ho amato in modo particolare.
“A tavola con Leonardo”. Un nuovo ritratto piuttosto sconosciuto di Leonardo cuoco. In quell’occasione la cantante lirica era Arianna Lanci, accompagnata dal liuto di Maurizio Piantelli e dai flauti di Giorgio Merati.
“La figurazione invisibile”. Omaggio a Franchino Gaffurio. Mi è stata assegnata l’interpretazione di Gaffurio, ricordato soprattutto come teorico musicale, compositore e cantore.
Lodigiano di nascita, lavorò per lo più a Milano. Il soprano Renata Fusco è stata l’interprete canora; al liuto Massimo Lonardi; al liuto basso Maurizio Piantelli. Regia di Piera Rossi.
Musicaltra è un’associazione lodigiana che ha organizzato concerti nell’antica Basilica di San Bassiano a Lodivecchio.
Hanno partecipato all’iniziativa noti maestri d’organo e altri musicisti che hanno interagito con la lettura scenica di poesie d’autore o di brani sacri.
Gli eventi, di grande suggestione in un contesto assolutamente unico come atmosfera e per esaltare l’armonia dei suoni, sono stati fortemente voluti da Cecilia Bertacche, poetessa locale.
Ad uno di questi eventi, in cui ero voce recitante, ha partecipato anche Antonella Ruggiero.
Come utilizzi da regista la musica per la scena? Pensi abbia importanza fondamentale o relativa?
Utilizzo spesso musica di scena, per sottolineare momenti particolari sia drammatici che di movimento comico. La musica non deve mai sovrastare la parola.
Importante quindi una prova tecnica di regolazione volumi soprattutto se la musica è sul parlato. Non è fondamentale in tutte le rappresentazioni. In alcune la ritengo addirittura inopportuna.
Il suo utilizzo dipende dal testo rappresentato. In un giallo, per esempio è fondamentale per sottolineare la suspense dell’azione in fieri.
In alcune scene di particolare tensione drammatica serve per sottolineare e riempire gli spazi e i tempi volutamente lasciati vuoti.
Hai studiato musica, canto?
Mio nonno e mio padre suonavano, chitarra violino, fisarmonica e pianoforte. Io ho studiato pianoforte per un po’, ma poi ho smesso.
Ho studiato invece canto, facevo parte di una corale. Avevo una bella voce e, soddisfazione, in quinta elementare dopo varie selezioni ho vinto il microfono d’oro a Piacenza, per la categoria junior.
La stessa sera per i giovani adulti ha vinto Gianni Pettenati (per intenderci quello che poi all’epoca ha spopolato con Bandiera gialla) Poi, con mio dispiacere, per gli impegni di studio ho smesso.
Cosa ti piace ascoltare?
Musica di cantautori della mia epoca De André, De Gregori, Battisti…. Amo anche la musica classica, in particolare, Chopin, Mozart, Vivaldi e Bach; ed Erik Satie.
Cosa stai facendo ultimamente e cosa farai nell’immediato futuro?
Attualmente sto mettendo in scena con la Compagnia Il Pioppo due atti unici: “Le donne si spogliano e i cadaveri si spediscono” di Dario Fo e “Un caso di vita apparente” di Samy Fayad.
Per la Festa della Donna l’11 marzo con un gruppo di cantanti donne e due musicisti intervallerò musica e canto con brani e poesie sul tema “donna”, lette oltre che da me, anche da alcuni attori/attrici della Compagnia il Pioppo
Sono stato chiamato per interpretare le poesie di Roberto Rebora, in occasione dell’uscita di una sua raccolta poetica: un autore che la critica, in questo ultimo periodo stato rivalutando.
Sto inoltre interpretando le poesie di Guido Oldani, fondatore della corrente letteraria “Il Realismo Terminale”. Nonostante sia sconosciuto ai più, quest’anno è stato l’unico autore italiano proposto per il Nobel.
Lo spettacolo, costruito sulle poesie di Oldani che io interpreto, ha come titolo: “GUIDonJazz”. La lettura è intervallata dalle musiche di un favoloso gruppo Jazz, composto dai bravissimi musicisti Fabrizio Trullu al pianoforte, Alberto Venturini alle percussioni e Gianni Satta alla tromba e al filicorno.
Come possiamo seguire la tua attività?
Potete seguire me e la mia Compagnia
sul nostro sito: https://www.compagniailpioppo.it
oppure su Facebook: Luciano Pagetti https://www.facebook.com/luciano.pagetti
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