Alex Britti e gli altri: quando i cantautori convincono con il loro stile inconfondibile
Se c’è qualcosa che accomuna Alex Britti, Enrico Ruggeri e Piero Pelù, non è solo l’uscita del loro ultimo singolo nel penultimo venerdì di questo aprile 2023. I tre cantautori, infatti, li conosciamo molto bene, quasi a memoria si potrebbe dire. Senza offesa alcuna, anzi. Essere riconoscibili per la propria cifra musicale che perdura con successo da anni, al punto da rappresentare una certezza nelle aspettative del pubblico, è quanto di meglio si possa desiderare in una carriera artistica.
Qualcuno distrattamente (e maliziosamente) potrà anche commentare che, in certi casi, si cambiano solo le parole alla medesima canzone che viene sempre proposta. Può darsi non vi sia una grande originalità melodica ma, tuttavia, lo stile di taluni cantautori (e lo ribadiamo, perché non vengano confusi con semplici “interpreti”) rimane inimitabile da chiunque altro. Perciò inconfondibile. Insomma, ascolti Britti, Ruggeri e Pelù nello stessa settimana e ti catapulti direttamente negli anni ’90 come se nulla fosse cambiato. A cominciare dalla loro capacità di produrre poesie musicali in grado di coccolarci e riconoscerci nello stile melodico che già conosciamo e amiamo.
Il nuovo singolo di Alex Britti si intitola Tutti come te
Una canzone che, chiaramente, già dal titolo è decisamente diversa dalla famosa Tranne te di Fabri Fibra. Un brano, in questo caso, che vuole esprimere un atteggiamento inclusivo anziché esclusivo. Esattamente il contrario di quello che vorrebbero i protagonisti raccontati da Britti.
Si canta infatti la voglia di essere a ogni costo maestri di vita, altrimenti vittime di determinate situazioni o sicuri di poter direzionare come desiderano il mondo. A tutti costoro, descritti con ironia e puntualità, Britti si rivolge direttamente annunciando: “Siamo tutti come te”. Insomma, siamo tutti molecole indispensabili tanto quanto gli altri, perché abbiamo bisogno di ognuno per poter vivere in questa società. Anche con tutte le nostre difficoltà e lacune.
Britti torna dunque con un pop convincente e orecchiabile
Giri di chitarra come sempre ballabili e dai ritornelli appiccicosi, quelli che lo avevano lanciato a fine anni ’90 quando il suo talento esplose come un fenomeno assoluto della nostra musica. Che Britti sia uno degli artisti più preziosi della nostra canzone già lo sappiamo. Non smette però di stupire per la capacità di unire ironia e moralità con quella passione musicale che condivide da ormai più di vent’anni con il suo pubblico. Tutti come te è una di quelle canzoni che andrebbero insegnate anche a scuola.
Anche per l’originalità: in un periodo in cui si parla sempre di inclusività per chi solitamente viene emarginato, ecco un brano che affronta l’argomento prendendola da un altro lato. Ossia, un’inclusività per chi vuole sentirsi diverso e un gradino sopra rispetto agli altri. Siamo tutti uguali, in fondo, anche nelle nostre fragilità. Ecco perché sarebbe stata perfetta anche allo Zecchino d’Oro.
Uno che all’Antoniano qualche mese fa ci è stato veramente con un brano meraviglioso sul papà è Enrico Ruggeri.
Questa settimana il cantautore milanese lancia un brano che se da una parte è una spettacolare poesia, dall’altra si rivela un vero pugno nello stomaco per tematica, intensità ed espressività. Non usa mai mezzi termini o metafore difficili da comprendere. Ruggeri è come sempre diretto, impegnato a farsi capire con storie vere più che a cercare il consenso attraverso metafisiche politiche travestite da canzoni. Il suo nuovo singolo si intitola Dimentico ed è dedicato ai malati di Alzheimer.
E’ la storia di un uomo ormai lontano ricordo (altrui) di quel signore che per tanti anni ha giocato, lavorato, educato, cresciuto e donato amore a chi lo ha conosciuto. Si accorge dei sorrisi intorno a lui, che gli raccontano la bontà di chi lo ama e della sua stessa vita. Una struggente canzone che vede esprimersi in maniera sempre emozionante l’anima più acustica di Ruggeri. Nel videoclip, il cantautore sembra essere la coscienza del protagonista, testimone dei suoi trascorsi di una vita. Il rischio di confondere il ritornello di questa canzone con altri brani ruggeriani c’è tutto, dal punto di vista melodico, ma è talmente toccante, avvolgente e ben coniugato col testo, che gli si perdona questa mancata originalità.
Non delude le aspettative anche Piero Pelù.
Lui, al contrario, cambia qualcosa rispetto al solito. Non ci si può comunque sbilanciare narrando una presunta originalità, dal momento che la sua Musica libera sfrutta il reggaeton inflazionatissimo negli ultimi anni. Questa volta, però, il ritmo è quello azzeccato. Si tratta infatti di un duetto con Alborosie, che sottolinea come lo spirito libero della musica sappia unire ogni cultura. Siamo tutti uguali, uniti dalla passione della danza. Come sempre, Pelù colora le parole con quelle vocali arrotondate che lo caratterizzano inequivocabilmente. Il risultato è una perfetta sinergia di stili e di tradizioni, che mantiene quella identità precisa di Piero.
Classifiche Fimi: per la prima volta dopo lungo tempo, Lazza scivola al quinto posto nella classifica degli album più venduti e al terzo nei singoli. La prima posizione se la prende in entrambe le graduatorie Blanco, forte del suo meraviglioso duetto con Mina. Il ragazzino viziato aveva bisogno di un riscatto dopo Sanremo: l’ha decisamente trovato, con un colpo da leader della nuova musica.