Gianluca Grignani graffiante, grintoso e impetuoso, una carica di energia a tratti incontenibile
“Gli han detto che deve fare il bravo, che deve stare attento e non fare casino e che non si vive se fa confusione. Se continua così chissà il suo destino.
Ma allora cosa esiste a fare? A lui che piace amare, godere e pensare. E allora la ribellione, sale dentro di lui, che non riesce a fermare perché come adrenalina è (per lui)”.
È l’urlo della voce del Joker, che come un falco si posa sul castello sforzesco di Vigevano. Libero dalle catene, non ha paura di essere catturato: stavolta non fugge dagli sguardi e non teme l’indifferenza.
Grignani libera le sue emozioni e grida al mondo “Non voglio essere un fenomeno” perché lui nella vita ha qualcosa da dire, lui non si sente un bluff ed essere famosi per lui è già fuori moda.
È anima più introspettiva di Gianluca in cerca di pace, in un mondo sempre più virtuale.
A un certo punto, sul palco Grigna indossa la maschera e compare “Joker”, il folle dalla mente distorta che si nasconde negli abissi della follia, che rivela al dottore la presenza di un lampo nella mente e poi piange come un cane, e dopo ride.
Ma tutto questo è normale, ho l’anima sdoppiata? Il Joker è in preda alla follia! In lontananza si vede luce e il criminale scappa via. Cade la maschera, il Grigna sconfigge la sua fobia.
Dopo aver sconfitto le paure, Gianluca si lascia andare al sentimento più nobile e canta l’amore per la sua amata con “Una donna così”, mentre la luna oramai innamorata si nasconde dietro il castello un po’ gelosa.
Grigna sale in cattedra con l’inno alla pace “Uguali e diversi”, canzone del 2002 mai scontata e purtroppo sempre attuale.
L’artista continua a sussurrare le sue idee con le note dei brani “Solo cielo” e “la Fabbrica di plastica”, pezzi cult del suo repertorio che lo hanno consacrato come artista innovativo solo dopo 25 anni dopo il flop commerciale iniziale.
Grignani, rompe gli schemi preconfezionati dalla realtà, troppo distante dalla visione artista del Joker.
Gianluca, si lascia andare a una danza scomposta, sulle note di “Baby Revolution”: quel ragazzo che saliva la scala nel video, sempre più affannato e stanco è arrivato esausto sul palco della vita!
Arriva il momento della sorpresa durante il live: la canzone scelta dal pubblico per esser cantata dal Grigna. Il brano è “la Canzone” che apre il cuore dell’artista e il pubblico scende nei meandri della sua anima.
Non mancano i momenti di follia pura che si trasformano nel gioco in mezzo a “L’aiuola”: brano dissacrante e provocatorio che scatena il ballo, irriverente e scacciapensieri.
Le emozioni della notte vanno avanti sotto le costellazioni con “Cammina nel sole”, dove i fan sollevano dei cartelli con la scritta “Grazie”.
Toccante è la dedica alle donne con la proiezione sul video di alcune frasi che ricordano il “no” alla violenza sulle donne.
La ballata “La mia storia tra le dita” scatena il pubblico che canta all’unisono con l’artista in un tripudio di chitarre e assoli. La canzone viene premiata dalla rivista Rolling Stone.
Le note della canzone “Quanto ti manca il fiato” chiude il concerto al Castello con Grignani e la sua band che festeggiano il tour stappando bottiglie di spumante.
Un concerto che ha visto un Grignani graffiante, grintoso e impetuoso. Una carica di energia a tratti incontenibile oltre le note.
La sua voglia di attaccarsi alla vita non arretra mai. Il Joker non si arrende e non vuole mollare. Vuole continuare a volare, nonostante le distanze e le nuove realtà.
Viaggiando sempre più là, la sua vita andrà!
Articolo a cura di Raffaele Specchia