Delpt, il nuovo EP: “Un, due, tre….stalla!”

Delpt,  il loro nuovo EP: “Un, due, tre…Stalla!”  Il nostro sogno, calcare il palco più famoso d’Italia: quello di Sanremo

Delpt - Un, due, tre....stalla! - cover
Delpt – Un, due, tre….stalla! – cover

Delpt (acronimo di Delio E Le Pecore Tose) è un progetto musicale nato nel 2003, quasi per gioco, dall’estro creativo di Andrea Tataranno, in arte “Delio Catetere”, Daniele Russo, in arte “Johnny Clistere” e Sergio Tataranno, in arte “Ser Coloplastico”.

Si sviluppa concretamente a partire dal 2017, quando il trio capisce che assemblare suoni synth e parole catchy apparentemente a caso ha perfettamente senso.

L’incontro artistico con il chitarrista e compositore Renato Caruso, avvenuto nel 2020, dona loro nuova linfa vitale e maggiore convinzione, portando alla creazione di un’identità musicale più definita.

Il 9 dicembre 2021 i Delpt pubblicano il primo singolo “Matrimoni”, canzone figlia del Covid-19 e delle sue implicazioni socioculturali e, a distanza di un anno il singolo, “L’Elfo di Babbo Natale”, che permette alla band di ampliare la cerchia di ascoltatori, venendo in particolar modo apprezzata dai più piccoli.

Il 24 giugno 2022 viene pubblicato il loro primo video “Supereroi”, brano in collaborazione con Greta Cominelli.

È da poco disponibile sulle piattaforme digitali il loro nuovo EP: “UN, DUE, TRE…STALLA!”

Oggi abbiamo incontrato uno dei componenti della band: Andrea Tataranno.

Come mai tu e la tua band avete scelto di chiamarvi Delio E Le Pecore Tose?

È chiaramente un tributo al gruppo Elio E Le Storie Tese, dato che, quando ci siamo formati come band, erano il nostro principale punto di riferimento. Era il 2003 e in quel periodo eravamo molto simili a loro dal punto vista musicale e solo con il passare del tempo ci siamo allontanati dal loro stile, evolvendoci e abbracciando il pop puro.

 

Delpt
Delpt

Come nasce il vostro recente EP?

È sicuramente un punto di arrivo ma anche di ripartenza. Al suo interno ci sono tutte le nostre idee degli ultimi venticinque anni e ci ha già dato grandi soddisfazioni. Non è stato facile realizzarlo perché gli altri componenti della band, mio fratello e mio cugino, abitano in altre città d’Italia. La fortuna è che la nostra musicale è principalmente realizzata con strumenti digitali e di conseguenza questo ci permette di lavorare a distanza ai progetti musicali, senza doverci incontrare tutte le volte.

Quale traccia di questo lavoro vi racconta meglio?

Penso che non possa esserci una risposta univoca a questa domanda. Io sono molto legato al brano “Tempo” perché è quello maggiormente ricercato, che ha richiesto più lavoro e che fino all’ultimo non ci convinceva totalmente. La traccia preferita di mio cugino è “L’elfo di Babbo Natale”, la canzone più gioiosa dell’intero EP e che gli somiglia di più. Il brano preferito di mio fratello penso sia “Supereroi”, il cui video è stato realizzato interamente a casa sua. Siamo comunque affezionati a tutte le tracce dell’album che è molto variegato: ce n’è davvero per tutti i gusti.

Delpt “Un, due, tre ... stalla!” 3
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Quali sono i vostri riferimenti musicali oltre a Elio E Le Storie Tese?

Tutta la musica pop e synth pop degli anni 80’, tra cui i mitici Righeira, e le sigle dei cartoni animati come quella dei “I cavalieri del re”. La nostra musica vuole giocare con i ricordi di chi ha più o meno la nostra età. Siamo quarantenni che apprezzano anche molto la musica delle nuove generazioni come quella di The Weeknd e Calcutta e che fanno della gioia il loro principale comandamento.

Avete dei concerti in programma?

Ci siamo sempre ritenuti dei compositori più che dei musicisti. Il nostro obiettivo è sempre stato solo quello di fare viaggiare nell’etere la musica. Anche se in molti ci chiedono di esibirci live e presto li accontenteremo.

Avete qualche sogno del cassetto?

A noi sono sempre piaciuti i sogni reali e per ora li abbiamo realizzati tutti. Ci piacerebbe collaborare con artisti già affermati, come può essere Calcutta, e soprattutto calcare il palco più famoso d’Italia: quello di Sanremo. Sarebbe un’esperienza incredibile e, secondo me, molto molto divertente.

Articolo a cura di Stefano Grandi 

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