Interessante intervista con il cantautore romano che unisce la passione per la musica con quella per la natura
Stefano Cinti è un cantautore romano che ha scritto canzoni su diversi temi: dal razzismo alle migrazioni passando per il cambiamento climatico, le diseguaglianze sociali, la violenza di genere, gli stereotipi, le ipocrisie, le follie ma anche la bellezza della vita e del mondo in cui viviamo, con brani come ‘Io non sono razzista, ma…’ , ‘La fine del mondo’ e ‘Preghiera in 4/4’. I suoi concerti sono dei piccoli spettacoli di musica e storytelling all’insegna della canzone d’autore, con sfumature pop, jazz, samba e world music, durante i quali coinvolge il pubblico con l’obiettivo di divertire e far riflettere. Il tutto con una buona dose di ironia…
Ciao Stefano, vuoi presentarti agli amici di Musica 361?
Sono un cantautore che cerca di unire la passione per la musica a quella per l’ambiente e per le tematiche sociali.
Parli di razzismo, di cambiamento climatico: i tuoi sono testi molto impegnati…
Ho sempre cercato di dire quello che pensavo, di lanciare dei messaggi per contribuire a promuovere temi che ritengo siano rilevanti per tutti.
In ‘Io non sono razzista, ma…’, parli del razzismo…
Volevo parlare del pregiudizio senza definirlo ma descrivendolo indirettamente attraverso alcune frasi che ho raccolto negli anni. Il pregiudizio è parte di un meccanismo di allerta che appartiene alla nostra specie e che ci ha permesso di sopravvivere quando eravamo ‘cacciatori-raccoglitori’. Ritengo che sia un meccanismo controproducente per la società moderna nella quale è invece fondamentale l’interazione tra gli individui, la reciproca fiducia e la solidarietà, per perseguire obiettivi comuni. Questo tema l’ho sviluppato nel mio ultimo pezzo che è “Preghiera in 4/4 “ . Non giova a nessuno avere pregiudizi, soprattutto in una società che diventerà sempre più multiculturale e multietnica.
Hai trattato anche il tema del cambiamento climatico, a chi lo nega cosa rispondi?
Credo che chi nega il cambiamento climatico lo faccia per interessi personali o di gruppo oppure per mancanza di conoscenza. Viviamo in un mondo complesso e in cambiamento continuo e credo che sia necessario sviluppare e diffondere la cultura scientifica con l’educazione e la formazione. E’ importante inoltre che la classe politica sia preparata ed in grado di far fronte alla sfide che ci attendono; i politici dovrebbe secondo me avere competenze e sensibilità diverse. Mi piacerebbe che a scegliere il nostro futuro fossero non solo gli economisti o gli avvocati ma anche persone che si intendono di piante, di animali, di sistemi complessi (sociali, climatici e ambientali), i filosofi, gli psicologi, artisti etc.
I tuoi sono testi molto impegnati come quelli dei cantautori classici, sono la tua ispirazione?
Ho cominciato a scrivere dopo avere sentito alla radio ‘La canzone del sole’ di Lucio Battisti; il suo modo di cantare, la ritmica, la modernità dei cori, queste cose mi hanno influenzato tantissimo. Prima ancora di Battisti ascoltavo il rock progressivo, ero fan degli Yes, dei Weather Report, poi sono approdato anche al jazz. Oggi mi interessano cantautori come Niccolò Fabi, Tricarico, Caparezza e ascolto sempre con piacere anche classici come Venditti e Dalla.
A proposito dei giovani, che fine ha fatto l’impegno sociale? E come vedi la trap?
E’ un genere che non mi piace, però credo sia riduttivo giudicare negativamente i giovani che la fanno o che la ascoltano. La violenza ha ben altre origini. La trap, l’uso dell’auto-Tune, sono conseguenze del tempo in cui viviamo così come lo era il Bebop negli anni quaranta.
Canti anche la bellezza della vita, in cosa si può riscontrare?
Sicuramente nella natura, nelle sue forme più nascoste. Ho iniziato l’attività professionale osservando il mondo al microscopio: le cose più piccole, difficili da vedere ad occhio nudo, nascondono spesso meraviglie.
Usi spesso l’ironia…
Non bisogna prendersi troppo sul serio. Ogni giorno vengono pubblicati circa 200 mila brani inediti su Spotify… Prima di me su questo pianeta sono esistite circa 100 miliardi di persone…Voglio dire, facciamo le cose in cui crediamo e mettiamoci un po’ di ironia.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare con la mia attivita’ artistica e di impegno ambientale e sociale. “Preghiera in 4/4” e’ in promozione ed ho in progetto un nuovo album. Dopo circa venti anni passati all’estero mi sono trasferito da qualche settimana in Salento e sto cercando nuove collaborazioni.
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