Abbiamo intervistato la cantautrice e polistrumentista Chiara Turco di cui è recentemente uscito “Non è mai la fine del mondo” il nuovo singolo dal sound pop elettronico raffinato, prodotto da Alberto Dati. Nel testo troviamo riferimenti ai cambiamenti climatici e ai conflitti, “qui la Terra brucia, non smette di tremare”, alla paura del presente e del futuro, diverso dai giorni della spensieratezza che sembrano essere solo ricordi, ma anche un invito a scoprire e riscoprire quello che invece resta, dove un “tienimi forte” è la voglia di restare uniti mentre tutto intorno sembra dividere.
Ciao Chiara il tuo ultimo brano è “Non è mai la fine del mondo” vuoi parlarcene?
È un brano che ho scritto in un momento molto particolare della mia vita, quando mi sentivo persa, poi mi sono guardata dentro e ho capito che questa è una situazione molto condivisa. “Non è mai la fine del mondo” sta a indicare quella speranza, quell’energia che c’è sempre dentro di noi e cerchiamo di far uscire in qualche modo.
Nell’epoca in cui tutto sembra distrutto, lacerato, vuoto il tuo è un invito a scoprire e riscoprire quello che invece resta; ma cosa resta, cosa vedi di positivo nella realtà che ti circonda?
Ripongo tanta speranza negli affetti, nelle relazioni, nell’amore, nelle cose vere che hanno fatto parte di noi dall’inizio, da quando siamo bambini e abbiamo quell’incoscienza che non ci fa notare tutto quello che c’è intorno, quindi è anche un invito ad abbandonarsi all’emozioni primordiali.
Non neghi i problemi “Dicono che stiamo crescendo, ma forse stiamo andando troppo di corsa”, quindi è anche un elogio della lentezza?
Certo, è un invito a rallentare perché a volte quando si spinge l’acceleratore così forte è come quando guidi una macchina, più veloce vai più ti perdi il paesaggio, quando rallenti invece puoi permetterti di girare lo sguardo, di guardare con altri occhi e di apprezzare quello che c’è intorno
Come definiresti il tuo genere e quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Ho iniziato nel 2016 con un progetto di musica Elettropop in inglese e le mie influenze sono state Björk, Massive Attack, Radiohead, insomma musica elettronica principalmente, gruppi del Nord Europa; poi successivamente ho cercato di unire a questo genere il cantautorato, da qui nasce questa mescolanza. Mi piace molto sperimentare: sono una grande amante dei sintetizzatori e dei software elettronici, ma allo stesso tempo il mio strumento principale è la chitarra acustica.
Sei nata in provincia di Taranto, la provincia l’hai vista come un limite o come uno sprone a fare di più?
La provincia mi ha aiutata a scoprire il mio talento, io sono nata a Torricella, non avendo tanti stimoli nella mia cameretta ho iniziato a suonare, non avevo amici con la mia passione anche per questo mi sono appassionata alle loopstation, al fine di creare una band da sola, perché ti permettono di suonare e sovraincidere più strumenti
Hai partecipato alla trasmissione “Tonica”, ti tentano altre strade artistiche?
Sì, io non escludo niente, ho sempre cercato di mettermi alla prova; anche quando amici musicisti mi hanno chiesto di suonare un altro strumento, io l’ho sempre visto come uno stimolo e mai come un limite. Grazie a “Tonica” ho conosciuto il mondo televisivo anche a livello tecnico: i tempi televisivi, la scrittura televisiva; è stato molto bello, sono esperienze che ti arricchiscono, bisogna sempre saperle gestire.
E dei talent cosa ne pensi?
Devi prima essere pronto per arrivare ai talent, perché è una cosa che può essere sì un trampolino di lancio, ma dal trampolino puoi anche cadere. Bisogna proporsi nel momento in cui si è sicuri di riuscire ad affrontare la televisione perché il pressing televisivo è diverso da un concerto, molti ragazzi fanno questa scelta in maniera molto superficiale
Hai seguito Sanremo?
Ho avuto delle emozioni contrastanti, perché appena ho ascoltato le canzoni non ce n’era nessuna che riuscivo a cantare il giorno dopo, a parte quella dei “The Kolors”, poi al secondo ascolto sono brani che ti entrano in mente. Se c’è qualcuno che preferisco? Sicuramente Mahmood, che ha una tecnica spaziale, è bravissimo e Angelina Mango: è una ragazza giovanissima e nel giro di dieci anni si può costruire tantissimo su di lei e se lo merita perché ha una ottima vocalità.
Progetti futuri?
Partirò con un mini tour di quattro date in Puglia, Calabria e nel Centro Italia fino all’uscita del mio prossimo singolo che dovrebbe essere a marzo, inoltre sono al lavoro su un nuovo EP che molto probabilmente mescolerà ancora di più l’Elettropop con il cantautorato, tornando un po’ alla lingua inglese.
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