Blutarsky con “Malattia” il nuovo singolo, per colmare un vuoto, brano che porta il rapper a toccare ancora una volta le corde dell’anima
Torna con un nuovo singolo Blutarsky, il rapper romano conosciuto per il suo stile unico e profondo e per la sua versatilità, già dimostrata nell’EP “Gravità”. Il nuovo brano, che prende il nome di “Malattia”, porta il rapper a toccare ancora una volta le corde dell’anima, affrontando con coraggio, delicatezza e commozione una delle ferite emotive più profonde: la perdita di un genitore.
Un brano emotivamente forte, che riporta la musica al centro, e alla quale da anche il compito di colmare un vuoto altrimenti incolmabile. Un tributo all’affetto e al legame indissolubile tra padre e figlio, un’attestazione commovente di come l’amore di un genitore continui a nutrire e infondere vita, anche dopo la scomparsa terrena. Il potere della musica e del Rap per raccontare ancora una volta le emozioni più vere e pure.
Ciao Massimo, in questo brano sei riuscito a toccare delle corde profonde dell’animo umano. Il racconto di una perdita incolmabile, ma anche il momento della trasformazione da figlio a uomo e il come affrontare e trasformare il dolore in un cammino di crescita personale.
Ciao, grazie per avermi concesso questa intervista! Il senso della canzone è esattamente questo, volevo rappresentare il presente e non il passato, soprattutto per descrivere questi due punti.
Il brano prende il titolo di “Malattia”, ma la malattia di cui parli, però non è solo una condizione fisica, ma anche una condizione dell’anima. Quindi, rappresenti anche una situazione di vuoto che si vive in questi momenti?
Assolutamente. Il ritornello spiega esattamente questo, in particolare nella prima parte: basterebbe che la persona venuta a mancare potesse sedersi vicino a noi per dimenticare il periodo in cui non c’è più, per scordarci del vuoto; penso sia permanente questa situazione di vuoto, soprattutto perché questo rappresenta l’assenza di una persona. Questo vuoto dobbiamo colmarlo noi, sappiamo solo che non possiamo farlo del tutto, ma anche soltanto identificare la speranza nella persona che è venuta a mancare, aiuta a colmare questo vuoto.
La musica per esorcizzare un dolore, ma anche una ricerca di conforto e di condivisione. Quanto è stata importante la musica per te?
La musica è la chiave per poter aprire l’anima di ogni persona sulla faccia della terra e questo potrebbe bastare per capire quanto possa essere importante la musica per una persona. Per quanto mi riguarda, io vivo di rapporti sociali e di musica. Oltre ad ascoltare costantemente musica, ogni giorno, scriverla e produrla, è sempre stata la mia più grande passione; oggi non è più solo una passione, ma un obiettivo personale ed anche un hobby, perché certe volte, prendo una base musicale e ci scrivo sopra per puro diletto. La musica è la mia forma di espressione preferita, penso che senza andrei a perdere la mia stessa identità; ecco quanto è stata ed è importante per me la musica.
Il rap per affrontare appunto questa forma di dolore, come mai hai trovato questo genere così adatto per il tuo racconto?
Ho scelto il Rap da sempre e sempre lo sceglierò, soprattutto per parlare di questi temi: ogni persona ha un genere musicale che lo descrive meglio di tutti, o, meglio ancora, che lo comprende meglio di tutti gli altri; il mio è il Rap, ci siamo scelti quando ero molto piccolo e non ci siamo più lasciati. Non ho trovato questo genere adatto per il racconto di “Malattia”, ma questo genere è adatto per rappresentarmi, per darmi una voce e, come spiegavo nella domanda precedente, un’identità; mio padre sapeva della mia scelta artistica e del Rap, quindi un altro motivo può anche essere quello di rendergli omaggio con il mio linguaggio preferito.
In tanti, se non tutti, si potranno ritrovare in questo tuo brano. Questo rappresenta anche una responsabilità per te?
Non la vedo come una responsabilità, semmai come un’occasione per poter essere in contatto con un parente che ci ha lasciati, come un canale radio facile da trovare sia qua giù che lassù; sfortunatamente non sono il primo a cui è venuto a mancare un genitore, né mai sarò l’ultimo, per cui allo stesso modo non sono l’unico ne l’ultimo a scrivere una canzone per il proprio padre o madre scomparso\a.
Secondo me, la responsabilità non riguarda la canzone, ma mantenere vivo il ricordo personale di mio padre, come per tutti quelli che hanno subìto una perdita del genere. Tuttavia, sono molto contento se in tanti si potranno ritrovare in questa canzone, perché andrebbe oltre gli ascolti, sarebbe ben più importante e più profondo, soprattutto per dare sollievo alle persone, oltre a divertirle.
Chi se ne va non ci lascia mai completamente, una parte rimane sempre con noi. Con questo brano hai voluto mantenere vivo questo ricordo, ma è anche un modo per avere sempre accanto i nostri cari?
Sì, ma non parlando del passato; ho preferito mantenere vivo il ricordo, descrivendo oggi, non rispolverando vecchi ricordi, spesso fini a sé stessi. Penso che la parte che rimane sempre con noi, sia la fiamma dell’anima della persona che se n’è andata, tuttavia, questa canzone non è un modo per avere sempre accanto mio padre; bensì, è più una celebrazione della sua persona, sia quando era in vita, sia e soprattutto ora, in quanto il sentimento di vuoto di prima, va solo ad amplificare la stessa celebrazione.
Questo brano farà parte di un progetto più ampio?
No, per ora tutti i brani che pubblicherò non faranno parte di un progetto più ampio; dopo L’EP Gravità, pubblicato l’anno passato e che consiglio a tutti di ascoltare, voglio dedicarmi solo ai singoli, in attesa di un futuro Album, per cui si parlerà a momento debito.
Stai già ragionando anche per portare live questo brano?
Sì, da una parte non vedo l’ora di portare live “Malattia”, dall’altra ho una paura tremenda che mi travolga emotivamente, dato che parla dell’argomento che mi ha cambiato la vita; in tal caso, sono già pronto a nascondere le lacrime, o a coprirle per continuare a cantare. Scherzi a parte, immaginavo il momento in cui dovrò cantare questa canzone da quando l’ho iniziata a scrivere, quindi ci sto ragionando da tanti mesi. Sarà sicuramente il momento più delicato della serata, che sia la prima canzone, quella a metà oppure l’ultima.
Intervista a cura di Francesco Nuccitelli