Next To Normal, una colonna sonora impeccabile, mixata da Donato Pepe, in cui si è trovato il giusto punto di contatto tra le necessità teatrali e il sound reale.
Hamilton, il musical scritto da Lin-Manuel Miranda che sta attualmente furoreggiando a Broadway, ha fatto scuola: le barriere che sembrano dividere diversi settori della musica non sono poi così impermeabili o invalicabili come generalmente si pensa.
Ai Grammy Awards 2016, infatti, l’applauditissima esibizione del cast ha definitivamente sancito lo sdoganamento delle colonne sonore dei musical anche per il pubblico dei giovani – il principale target del mercato discografico- che magari a teatro non vanno molto spesso. E da noi, in Italia? Ah, da noi occorre tenere presente il fenomeno d’oltreoceano e analizzare la situazione sulla base dei fattori che attualmente fanno parte dell’equazione.
Da un lato il teatro musicale nostrano è in molti casi ancora rivolto a un pubblico “televisivo” che i produttori cercano di convincere (a volte invano) ad andare a teatro. Vanno per la maggiore spettacoli che cercano di approfittare del traino di film famosi del bel tempo che fu, da Tutti Insieme Appassionatamente e Grease al filone-nostalgia dei revival anni ’80: Dirty Dancing, Fame, Footloose…, dall’altro va rimarcato come purtroppo da noi gli spettacoli Off, da sempre palestra e laboratorio ideale per la sperimentazione di linguaggi più vicini all’ “oggi”, fanno decisamente fatica a decollare per mancanza di finanziamenti, spazi, opportunità. Il risultato, inevitabilmente, vede le platee formate da una piccola nicchia ferocemente appassionata del settore oppure da spettatori non particolarmente competenti, e il pubblico teatrale della prosa, in linea di massima anagraficamente lontano dal target di riferimento del mercato discografico, sembra poco interessato a conoscere e “frequentare” il genere.
Esistono però segnali che, in qualche modo, fanno ben sperare per il futuro in un possibile rinnovamento generazionale delle nostre platee, come ad esempio nel caso di Next To Normal, portato in scena nella stagione 2015/2016 con l’ispirata regia di Marco Iacomelli da un coraggioso tandem di produttori, Davide Ienco e Andrea Manara. Lo spettacolo ha vinto il Premio Pulitzer per il teatro nel 2010 che si aggiunge nel palmarès ai tre Tony dell’anno precedente -tra cui quello di miglior colonna sonora – e vanta uno score di prim’ordine, con la musica di Tom Kitt e liriche di Brian Yorkey (che è anche autore del libretto) adattate da Andrea Ascari.
Tralascio le considerazioni sull’allestimento teatrale, oggetto di entusiastiche recensioni della stampa di settore in contesti più adatti, e dedico una riflessione alla sola colonna sonora che vede le 37 tracce (si tratta della partitura completa, non di una selezione di highlights) interpretate da Francesca Taverni, Antonello Angiolillo, Luca Giacomelli Ferrarini, Laura Adriani, Renato Crudo e Brian Boccuni. Marco Iacomelli, che ha curato anche la supervisione artistica del progetto, ha intelligentemente capito che esiste una nicchia potenziale di spettatori capaci di apprezzare musical con sonorità moderne, tipicamente pop/rock (non a caso il prossimo progetto annunciato dallo stesso team creativo sarà American Idiot, il musical che raccoglie i più grandi successi dei Green Day).
Quello che, ai suoi tempi, ha fatto RENT può quindi in qualche modo essere paragonato alle prospettive che oggi sono aperte proprio grazie a Next To Normal. Per questo motivo è stato lungimirante, anzi… direi necessario non limitarsi a proporre la sua musica solo sul palco, ma anche in versione registrata: a fronte di circa una dozzina di repliche dello spettacolo, il numero di ascoltatori si è moltiplicato esponenzialmente. E la scommessa è stata vinta: le copie fisiche pressoché esaurite (è prossima una ristampa), un vero boom sugli store digitali in cui l’album è schizzato nelle 24 ore immediatamente seguenti al rilascio al primo posto nella classifica delle colonne sonore italiane e internazionali, e a distanza di 5 mesi è ancora saldamente presente nella TOP 100 di tutti i tempi.
Parlavo prima della permeabilità tra settori musicali riferendomi a chi della musica usufruisce, ma lo stesso discorso può altrettanto facilmente essere declinato anche per quanto riguarda i professionisti che la musica la fanno. Oltre alle eccellenti prove canore da “interpreti” di Taverni e Giacomelli Ferrarini a cui sono affidate le canzoni più famose della colonna sonora (oltre il concetto di “cantante” o “performer” c’è proprio quello di interprete, che riesce con il proprio talento a dare vita al senso di un testo. Un modello? Mia Martini, su tutti), ne è esempio la collaborazione tra Simone Manfredini (una splendida carriera nel musical, andando da The Lion King a Londra a Newsies, Sister Act, Flashdance, Mamma Mia! in Italia) e Riccardo Di Paola. Supervisore musicale il primo, Direttore musicale il secondo che, oltre ad aver seguito come progetti grandi produzioni teatrali nazionali, collabora normalmente con artisti del panorama discografico come Lorenzo Fragola (per l’ultimo Sanremo), Chiara Galiazzo o Giusy Ferreri. Il risultato è una colonna sonora impeccabile, mixata da Donato Pepe, in cui si è trovato il giusto punto di contatto tra le necessità teatrali e il sound reale, quello che si evolve giorno dopo giorno, che segna il periodo in cui viviamo, che ci accompagna attraverso la radio, le novità discografiche… la vita contemporanea. Ecco: se dovessi usare un termine per definire questa colonna sonora sarebbe “attuale”. Necessaria ed attuale.
Foto: credit Gaetano Cessati.