The Witches Seed: Irene grandi è Isabetta

“The Witches Seed”, un’opera rock firmata da Stewart Copeland musicista e fondatore dell’ex gruppo dei Police

The Witches Seed: Irene grandi è Isabetta
The Witches Seed

Lunedì 27 maggio presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’opera teatrale “The Witches Seed”, un’opera rock firmata da Stewart Copeland musicista e fondatore dell’ex gruppo dei Police, con i brani di Chrissie Hynde dei Pretenders e Irene Grandi nel ruolo di protagonista.

Le origini del progetto artistico

Il progetto artistico nasce dall’idea della direttrice artistica e soprano Maddalena Calderoni, con la partecipazione del soprano Veronica Granatiero e il controtenore Ettore Agati.  Artefice del libretto è Jonathan Moore drammaturgo britannico/irlandese.

L’opera è stata prodotta dalla Fondazione Tones on the Stones, che ha commissionato l’opera per l’inaugurazione, a luglio 2022, di Tones Teatro Natura. The Witches Seed è una storia di streghe, persecuzioni e pregiudizi femminili, che traggono origini da documenti storici e atti processuali.

Lo spettacolo ha fatto il debutto nel 2022 nella Cava di Roncino nella località di Oira ((Provincia del Verbano-Cusio-Ossola), una piccola frazione della Val d’Ossola, ex sito industriale immerso nel paesaggio naturale delle Alpi.

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The Witches Seed

Irene Grandi racconta i pregiudizi contro le donne nell’Opera e nella vita.

Le donne sono le streghe vittime, che vengono dipinte come combattenti e devono agire per la loro indipendenza e la loro libertà. Sono curiose del loro mondo che le circonda e sono in contatto con la gente.

Io interpreto Isabetta, la “donna della medicina” e sono molto amata dal mio popolo, costituito da gente molto povera ma con le proprie qualità.  C’è un forte senso di comunità quando una donna usa bene il suo potere di comunicazione con le persone.

Purtroppo, accade che le informazioni sulle donne vengano completamente traviate perché c’ è il tentativo di creare un cambio di potere usando una comunicazione malevola.

Questo ha un impatto scenico e scenografico curioso e forte nello spettacolo: assistiamo a un contrasto tra le donne protagoniste nello svolgimento di tutti i mestieri e le stesse che diventano perverse e cattive per effetto dell’inquisizione.

Irene grandi è Isabetta
The Witches Seed

Le donne diventano il capro espiatorio dei problemi del mondo come una peste che sta sconvolgendo le vite di tutti.

Un aspetto interessante dell’opera è l’idea di riportare all’attenzione la storia di tante donne uccise in Italia nel passato e soprattutto nel presente: queste donne, oggi sarebbe state definite delle streghe perché vogliono la loro libertà e la loro posizione sociale.

Vogliono affermarsi come individui e questo le porta a degli scontri “impari” con i loro uomini violenti, da quali non si aspettano una reazione del genere.

L’ esperienza nel mondo lirico: una nuova sperimentazione per Irene

In questo progetto c’è la novità di cantare assieme ai cantanti lirici, la prima esperienza nella quale sono diretta attraversa la musica e una regia. Stewart, mi diceva, “sei molto coraggiosa, perché sei abituata ad essere il boss, mentre in questo contest devi fare il soldato”.

E’ un percorso bellissimo perché mi metto alla prova, devo cantare con gli altri e imparare a ballare. Mi dà un empowerment perché mi fa imparare qualcosa nel contatto con il mondo della lirica così diverso rispetto dal mio e anche i musicisti lirici amano queste sinergie artistiche.

È gratificante per tutti perché è musica potente. Non è facilissima perché non siamo abituati, ma più l’ascolti e più te ne innamori. Se un giorno venisse realizzato un disco sarebbe “da consumare”.

The Witches Seed: Irene grandi è Isabetta
The Witches Seed: Irene grandi è Isabetta

Irene, diventa la strega erborista “Isabetta” nel live agli Arcimboldi

Siamo nel Medioevo, questa donna forte e coraggiosa, che realizza pozioni e combatte per la libertà viene accusata di stregoneria assieme ad altre due donne. Inizia una battaglia contro la Santa Inquisizione, una sfida d’idee e una voglia d’indipendenza.

Nasce un intreccio di voci, da un lato la voce roca e grossa di Isabetta (Irene) e dall’altra, quella di Ettore Agati (Inquisitore), cantante lirico controtenore. Una sfida tra il bene e il male portata in scena con una contrapposizione artistica dal grande impatto emotivo.

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Il racconto dei fan

È stato uno spettacolo che ho rivisto con piacere e sono rimasta meravigliata dalla bravura di Irene nel sapere gestire sia la preparazione di concerti sia questa dell’opera. Non ne sbaglia una, ha commentato Elisa Tordin.  Soddisfazione anche da parte di Maria Teresa Paciullo: lo spettacolo è stato molto bello. In una location come quella del debutto, aveva uno scenario ancora più suggestivo.  Però resta sempre un gran lavoro. Irene era completamente a suo agio, anche accanto a voci liriche. È davvero una professionista.

È uno spettacolo molto particolare, che è stato un crescendo di emozioni soprattutto nella parte centrale dell’opera e nella parte finale. E ‘stato molto interessante vedere Irene in questo ruolo da “strega”, per me una novità, ha spiegato Francesca Franchini.

Ammirarla anche nella veste di protagonista erborista “strega” in un contesto seppur differente da ciò che è solita portare sul palco, ha confermato ancora una volta la sua bellissima versatilità che la contraddistingue da sempre.

È riuscita a fondere egregiamente il suo timbro graffiante in testi lirici importanti della direttrice artistica Maddalena Calderoni nonché un’eccellente soprano e di Veronica Granatiero, altro lodevole soprano, ha concluso Sara De Nitto.

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Recensione finale

Un’opera teatrale di grande rilievo artistico costruita con la sinergia di diversi artisti provenienti da mondi diversi, che hanno saputo mettere a disposizione la loro esperienza e il loro talento non solo per l’opera, ma per il messaggio che vuole trasmettere alla società contro i pregiudizi e la manipolazione della comunicazione.

I temi trattati nell’opera rimangono più che mai attuali: la violenza verso le donne che non accettano la predominanza del maschile sul femminile, ancora oggi purtroppo attuale.

Irene Grandi porta avanti con entusiasmo la sua voglia di attraversare e sperimentare i diversi generi musicali. Dopo il rock, il pop, il ritorno alle origini con il blues, ora c’è l’intreccio con il mondo lirico e la collaborazione con il geniale “Stewart Copeland”, maestro di new wave e reggae puro.

Articolo a cura di Raffaele Specchia 

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