Il rapper torinese Biggie Size, con rime ben articolate e marcate, lamenta il fatto che i concetti base della vita, come il rispetto e la lealtà, siano virtù rare da trovare nella società odierna. Da questo sfogo nasce “POI NON È VERO”, il suo ultimo brano.
“Poi non è vero”, il tuo nuovo brano parla della mancanza di principi ai nostri giorni, un tema molto importante considerata anche la tua giovane età, vuoi approfondire?
Certo, io ho 27 anni e quello che sto notando tra i miei compagni è la mancanza di quelle che sono le nozioni base della vita, non so se per una questione di social o altro, ma ho notato che sono tutti più egoisti rispetto a un tempo, almeno per quello che riesco a vedere io. “Poi non è vero” è nata proprio da questo sfogo verso queste persone, allora ho detto: lo butto in una canzone vediamo se qualcuno ci si rispecchia.
Questa mancanza secondo te ai nostri giorni è amplificata dai social media?
Sicuramente, le persone possono dire quello che vogliono senza avere delle ripercussioni immediate e questo è un motivo scatenante.
Tu che rapporto hai con i social?
Io li utilizzo come mezzo di comunicazione, ma sono uno che preferisce stare nella vita reale, sono vecchio stile, un po’ fuori dal coro rispetto alla mia generazione.
Dal punto di vista stilistico notiamo rime ben articolate e divertenti giochi di parole, in pieno stile hip hop che è la tua cultura, ma quali sono i tuoi punti di riferimento?
A livello Rock sono sicuramente i Led Zeppelin, poi gli Ac/Dc e i Pink Floyd: molte ispirazioni sono state prese da lì
Oggi imperversa la Trap, che però si è attirata anche parecchie critiche, tu cosa ne pensi?
La musica deve prendersi una parte di responsabilità, perché principalmente è la musica che influenza le generazioni. Ci sono tanti artisti che valgono, come lo stesso Sferaebbasta e Lazza o Geolier, ma poi ce ne sono tantissimi che hanno testi vuoti, oppure quel poco che dicono sono cose che non fanno bene ai ragazzi.
La canzone nasce dalla tua esperienza diretta con la realtà che ti circonda, cosa vede un ragazzo del 1997 attorno a sé?
C’è più dispiacere, io vedo che i ragazzi di oggi sono molto più svegli, alle cose ci arrivano prima anche per una questione tecnologica e per le informazioni dalle quali vengono bombardati, ma questa comodità sembra che li abbia svogliati e io vedendo queste persone da una parte mi arrabbio, però dall’altra parte dico: “Ragazzi, se non vi muovete voi…”, io più che dare uno sprone non posso fare provo più una delusione e mancanza di speranza
Cosa ne pensi dei talent?
Il Rap aveva già i talent: aveva le jam, i contest, free style, tutte queste robe qua, ma io non c’entro proprio niente con talent come possono essere Amici e XFactor, io sono un purista: se un Fabri Fibra volesse andare ad Amici, per esempio, a fare pubblicità e cantare le sue canzoni, dico “Ok!”, ma non un emergente come potrei essere io. Poi io faccio rap crudo, quindi sarebbe difficile portarlo in qualche talent show.
Programmi per il futuro?
Sicuramente a dicembre usciremo con delle belle tracce, abbiamo un EP già pronto e un’altra decina di tracce. Se la preoccupazione dei fan è di rimanere senza musica non ci sarà questo problema, anzi dovranno anche scegliere bene.
LEGGI ANCHE > Daniel Meguela dà voce al mondo invisibile che vive “Fuori”